Unravel
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Presentato durante la conferenza di Electronic Arts durante lo scorso E3, Unravel é il primo vero titolo di un certo spessore sviluppato dai ragazzi di Coolwood Interactive (il team é già all'attivo dal 2013). Il gioco ha fatto breccia nella cuore di moltissimi videogiocatori grazie ad un protagonista tenero e simpatico, e una componente visiva di assoluto impatto. Un hype che é cresciuto costantemente sino ad oggi. Con il gioco sugli scaffali é ora di dare uno sguardo approfondito a questo Unravel e capire se tanta attesa e curiosità é stata ripagata da lavoro svolto dagli sviluppatori nord europei.
Giocare ad Unravel ci ha emozionato, e non poco, lo dobbiamo ammettere molto candidamente. Sotto l'aspetto narrativo il titolo di Coolwood é una vera e propria perla rara. Una storia delicata, profonda, ed in grado di farti riflettere su valori così banali ma allo stesso tempo il più delle volte estremamente sottovalutati.
Yarny é un personaggio che nasce da un gomitolo di lana, diventando il protagonista di questo gioco. Muovendosi tra i vari livelli che compongono l'avventura (poco meno di una dozzina), andremo a rivivere i ricordi di una famiglia attraverso foto che si trovano nella casa di una donna anziana, e che funziona da hub di gioco. Ogni foto rappresenta un frammento del suo passato, un momento particolare che ha scandito la sua vita e quella dei suoi famigliari. Assieme a Yarny attraverseremo boschi, montagne innevate, paludi e ovviamente le rive del mare, lasciandoci indietro un po del filo rosso di cui siamo composti che, metaforicamente, simboleggia l'unione di tutte queste emozioni che formano il nostro passato e plasmano i nostri sentimenti. Una storia che racconta quella che dovrebbe essere la normalità, ma che nella frenesia del mondo in cui viviamo, spesso viene dimenticata. L'importanza della famiglia, dei ricordi, delle connessioni che si creano tra le persone. Ecco, Unravel dimostra ancora una volta (se davvero ce ne fosse ancora bisogno) che il media videoludico é assolutamente in grado di raccontare storie così profonde e soprattutto di riuscire a trasmetterle a chi sta giocando.
Tutto questo é fatto basandosi su un'esperienza che non conta solamente una valida componente narrativa e visiva, ma anche su un gameplay estremamente solido che affonda le sue radici nel mondo platform, ma sfruttando anche diversi elementi puzzle basati principalmente sulla fisica. Come dicevamo poco fa, il filo di Yarny non ha un semplice valore simbolico, ma é anche lo strumento principale di gioco. Il nostro protagonista può infatti trasformare questo filo in vero e proprio lazo per appendersi a determinate superfici, dondolare, tirare oggetti oppure fare dei nodi per tendere il filo e creare una specie di trampolino.
Tutte queste meccaniche, amalgamate tra di loro, compongono sostanzialmente le diverse tipologie di enigmi che il giocatore dovrà cercare di risolvere. Una meccanica interessate ma che purtroppo non é degnamente supportata dal level design. Di fatto, salvo rare eccezioni all'interno dei vari livelli, la maggior parte degli enigmi tende a somigliarsi, portando così il giocatore a rivivere troppo spesso situazioni già affrontare negli stage precedenti. Pur non mancano comunque delle variazioni sul tema, in particolare quando il gioco vira sulla componente platform, ci aspettavamo decisamente più varietà.
Ovviamente questo elemento, pur abbassando il livello di difficoltà in maniera abbastanza concreta, non rende Unravel una vera e propria passeggiata di salute. Essendo composto di filo, Yarny rischia di non potersi più muovere (proprio per mancanza di quest'ultimo elemento) costringendo il giocatore a tornare su suoi passi per slegare qualche nodo, oppure rifare degli enigmi usando meno filo possibile. Inoltre, sparsi per i livelli ci saranno diversi gomitoli di lana che dovremo recupera in modo da aggiungere ulteriore filo al corpo di Yarny. Un “twist” di gameplay interessante ma che comunque, secondo noi, poteva essere sfruttato molto di più.
Complice un livello di difficoltà che come avrete intuito richiede si l'utilizzo di materia grigia, ma non in maniera eccessiva, il gioco si porta a termine in circa 5/6 . L'unica spinta a tornare all'interno di un livello sarà data dalla volontà di recuperare tutti e cinque i bottoni segreti nascosti dagli sviluppatori in ogni stage. Per molti, probabilmente, sarà troppo poco ma vi assicuriamo che é un'esperienza ludica che comunque vale la pena viversi.
Arriviamo così a parlare del contesto estetico che, più di ogni altro, ha colpito sin dall'annuncio di Unravel. Il lavoro svolto dal motore grafico super aggiornato PhyreEngine (già visto in Flower e Journey) é davvero incredibile. Il dettaglio con cui i singoli soggetti che compongono l'ambiente di gioco sono stati realizzati é al limite del maniacale, e questo fa si che gli occhi del giocatore percepiscano un ambiente incredibilmente realistico e curato. La neve, lo onde del mare e persino la fauna che si può trovare in determinati luoghi della Svezia, sono davvero incredibili. Tutto questo, abbinato ad una colonna sonora profonda, toccate e a tratti rilassante, rende Unravel un prodotto con un carisma tutto suo, in grado di trasmettere emozioni fortissime semplicemente attraverso delle immagini…il tutto, ovviamente, a 60fps e 1080p!
Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa sulla campionatura dei suoni che non é assolutamente all'altezza della colonna sonora. Infine, assicuriamo i meno anglofoni che il titolo é localizzato in lingua italiana, per quanto riguarda le parti scritte.
Unravel é quindi una splendida esperienza videoludica, un prodotto che si allontana dal mercato di massa e propone un'avventura affascinante e permeata da una morale splendida nella sua semplicità, ma in grado di toccare il cuore di ognuno di voi. Con un level design un po più coraggioso, forse saremmo qui a parlare di un capolavoro. Purtroppo non é così, ma noi di Gamesurf vi consigliamo in ogni caso di provarlo…rimarrete piacevolmente colpiti dalla delicatezza che fuoriesce dal titolo svedese.
Una storia fatta di sentimenti e legami
Giocare ad Unravel ci ha emozionato, e non poco, lo dobbiamo ammettere molto candidamente. Sotto l'aspetto narrativo il titolo di Coolwood é una vera e propria perla rara. Una storia delicata, profonda, ed in grado di farti riflettere su valori così banali ma allo stesso tempo il più delle volte estremamente sottovalutati.
Yarny é un personaggio che nasce da un gomitolo di lana, diventando il protagonista di questo gioco. Muovendosi tra i vari livelli che compongono l'avventura (poco meno di una dozzina), andremo a rivivere i ricordi di una famiglia attraverso foto che si trovano nella casa di una donna anziana, e che funziona da hub di gioco. Ogni foto rappresenta un frammento del suo passato, un momento particolare che ha scandito la sua vita e quella dei suoi famigliari. Assieme a Yarny attraverseremo boschi, montagne innevate, paludi e ovviamente le rive del mare, lasciandoci indietro un po del filo rosso di cui siamo composti che, metaforicamente, simboleggia l'unione di tutte queste emozioni che formano il nostro passato e plasmano i nostri sentimenti. Una storia che racconta quella che dovrebbe essere la normalità, ma che nella frenesia del mondo in cui viviamo, spesso viene dimenticata. L'importanza della famiglia, dei ricordi, delle connessioni che si creano tra le persone. Ecco, Unravel dimostra ancora una volta (se davvero ce ne fosse ancora bisogno) che il media videoludico é assolutamente in grado di raccontare storie così profonde e soprattutto di riuscire a trasmetterle a chi sta giocando.
Tutto questo é fatto basandosi su un'esperienza che non conta solamente una valida componente narrativa e visiva, ma anche su un gameplay estremamente solido che affonda le sue radici nel mondo platform, ma sfruttando anche diversi elementi puzzle basati principalmente sulla fisica. Come dicevamo poco fa, il filo di Yarny non ha un semplice valore simbolico, ma é anche lo strumento principale di gioco. Il nostro protagonista può infatti trasformare questo filo in vero e proprio lazo per appendersi a determinate superfici, dondolare, tirare oggetti oppure fare dei nodi per tendere il filo e creare una specie di trampolino.
Tutte queste meccaniche, amalgamate tra di loro, compongono sostanzialmente le diverse tipologie di enigmi che il giocatore dovrà cercare di risolvere. Una meccanica interessate ma che purtroppo non é degnamente supportata dal level design. Di fatto, salvo rare eccezioni all'interno dei vari livelli, la maggior parte degli enigmi tende a somigliarsi, portando così il giocatore a rivivere troppo spesso situazioni già affrontare negli stage precedenti. Pur non mancano comunque delle variazioni sul tema, in particolare quando il gioco vira sulla componente platform, ci aspettavamo decisamente più varietà.
Ovviamente questo elemento, pur abbassando il livello di difficoltà in maniera abbastanza concreta, non rende Unravel una vera e propria passeggiata di salute. Essendo composto di filo, Yarny rischia di non potersi più muovere (proprio per mancanza di quest'ultimo elemento) costringendo il giocatore a tornare su suoi passi per slegare qualche nodo, oppure rifare degli enigmi usando meno filo possibile. Inoltre, sparsi per i livelli ci saranno diversi gomitoli di lana che dovremo recupera in modo da aggiungere ulteriore filo al corpo di Yarny. Un “twist” di gameplay interessante ma che comunque, secondo noi, poteva essere sfruttato molto di più.
Complice un livello di difficoltà che come avrete intuito richiede si l'utilizzo di materia grigia, ma non in maniera eccessiva, il gioco si porta a termine in circa 5/6 . L'unica spinta a tornare all'interno di un livello sarà data dalla volontà di recuperare tutti e cinque i bottoni segreti nascosti dagli sviluppatori in ogni stage. Per molti, probabilmente, sarà troppo poco ma vi assicuriamo che é un'esperienza ludica che comunque vale la pena viversi.
Una Svezia da cartolina
Arriviamo così a parlare del contesto estetico che, più di ogni altro, ha colpito sin dall'annuncio di Unravel. Il lavoro svolto dal motore grafico super aggiornato PhyreEngine (già visto in Flower e Journey) é davvero incredibile. Il dettaglio con cui i singoli soggetti che compongono l'ambiente di gioco sono stati realizzati é al limite del maniacale, e questo fa si che gli occhi del giocatore percepiscano un ambiente incredibilmente realistico e curato. La neve, lo onde del mare e persino la fauna che si può trovare in determinati luoghi della Svezia, sono davvero incredibili. Tutto questo, abbinato ad una colonna sonora profonda, toccate e a tratti rilassante, rende Unravel un prodotto con un carisma tutto suo, in grado di trasmettere emozioni fortissime semplicemente attraverso delle immagini…il tutto, ovviamente, a 60fps e 1080p!
Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa sulla campionatura dei suoni che non é assolutamente all'altezza della colonna sonora. Infine, assicuriamo i meno anglofoni che il titolo é localizzato in lingua italiana, per quanto riguarda le parti scritte.
Unravel é quindi una splendida esperienza videoludica, un prodotto che si allontana dal mercato di massa e propone un'avventura affascinante e permeata da una morale splendida nella sua semplicità, ma in grado di toccare il cuore di ognuno di voi. Con un level design un po più coraggioso, forse saremmo qui a parlare di un capolavoro. Purtroppo non é così, ma noi di Gamesurf vi consigliamo in ogni caso di provarlo…rimarrete piacevolmente colpiti dalla delicatezza che fuoriesce dal titolo svedese.