Unreal 2
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Non ci crederete, ma è un po' come andare al cinema ed assistere sempre allo stesso copione, trito e ritrito. Nemmeno il finale a sorpresa. Anche questa recensione non stupisce, sia perché Unreal 2 abbiamo già avuto modo di testarlo a fondo un anno or sono per PC, sia perchè questa conversione per XBOX non vanta migliorie e anzi, a livello grafico siamo decisamente qualche gradino sotto. Ragion per cui non aspettatevi il gran finale, Unreal 2 ci ha deluso e il voto nella pagina di apertura parla chiaro. Anche qua nessuna sorpresa. Solo delusione. Delusione perché Unreal 2 è il seguito di un gioco leggendario, che definire pietra miliare del panorama videoludico fps non sarebbe erroneo, e perché è un titolo dal quale ci si aspettava davvero tanto.
Eppure, dove la versione PC falliva questa X-Box persevera, e le evidenti carenze del gameplay non sono state colmate: poco spessore, IA dei nemici fasulla, alcuni spunti originali poco approfonditi e, giusto per sparare sulla croce rossa, un reparto grafico decisamente inferiore. Un gioco che ci da il colore del panorama fps attuale, dove le idee originali sono rare e i cloni spazzatura subito girato l'angolo. Chi si aspettava novità sostanziali rispetto alla versione PC rimarrà profondamente deluso: le speranze di vedere sezioni multiplayer degne di nota (alla Halo per intenderci), o di veder sfruttata la possibilità del System link, ma anche e soprattutto di trovare nuove missioni o l'introduzione dei veicoli nel gioco in singolo, si sciolgono come neve al sole. Inoltre la modalità cooperativa, che permette a due amici di prendere parte alle peripezie del gioco in singolo, mostra il lato peggiore dell'intero titolo, con perdita di definizione consistente, animazioni sempre più scattose e cali di frame rate vertiginosi che ne minano fortemente l'esperienza ludica. Giusto il servizio Xbox Live risolleva le sorti di un quadro complessivo tutt'altro che roseo.
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L'avventura in singolo è rimasta invariata, tale e quale a quella uscita ormai da parecchi mesi su PC. I ritmi di gioco, decisamente lenti, sono scanditi dall'alternarsi di livelli piuttosto corti e successioni di interminabili filmati, cut scene di buona ma non trascendentale qualità tecnica, che si susseguono uno dopo l'altro quasi a voler arricchire una trama non certo hollywoodiana. Anzi, forse proprio hollywoodiana, vista la bassezza delle acque del cinema odierno. Manco a dirlo, a differenza di giochi come Final Fantasy e Metal Gear Solid che fanno dei filmati di intermezzo una componente essenziale, in Unreal 2 capita prematuramente di stufarsi di tutte queste scene di dubbia utilità, e di saltarli a piè pari al fine di passare più rapidamente all'azione. La parte puramente ludica comunque, riesce a soddisfare solo sulle prime l'irrefrenabile bramosia di tutti gli amanti degli fps, specie di quelli che, segnata una bella x rossa sulla pagina di Aprile del calendario, rodendosi il fegato e metabolizzando una cocente delusione vedono allontanarsi di ben sette mesi l'uscita di Halo 2. Solo sulle prime appunto, perché Unreal 2 è ben lontano dall'avere lo stesso appeal, lo stesso mix di tattica e precisione, ma soprattutto la stessa sfida offerta anche dal primo episodio Bungee.
La storia narra di un manipolo di soldati impegnati nel recupero di sette artefatti sparsi per la galassia. Ed è così che verremo inviati alla ricerca di questi sette oggetti sui pianeti più anormali, abitati dalle creature più disparate e inospitali mai viste. Il gioco, seppur con ritmi non eccessivamente veloci, scorre via che è un piacere. Pare un tutorial di dimensioni estese dove, livello dopo livello, ci viene data la possibilità di impratichirci con un'arma diversa. Partendo con pistole e fucili a ripetizione piano piano arricchiremo il nostro armamentario con il potente fucile che spara anche proiettili incendiari, con il lanciagranate dalle molteplici e variegate cartucce, e così via sino al lanciamissili, alle postazioni fisse, ai campi di forza e all'ultima, potentissima arma di cui taciamo per non rovinarvi la sorpresa. E proprio quando sembra che l'addestramento sia finito, che il tempo di scherzare sia finalmente concluso, anche il gioco si chiude con l'amaro in bocca e la voglia di prendere il pad e spaccarlo in mille pezzi.
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