Unreal Tournament
di
Id Software e Gt Interactive, bastano questi due nomi per scindere in modo più che netto il popolo degli amanti degli sparatutto in soggettiva in altrettante fazioni. Da una parte i cultori dell'osannatissimo Quake, di cui la terza incarnazione é da pochissimo in vendita; dall'altra i fanatici di Unreal, il cui secondo episodio é protagonista incontrastato della recensione che avete sotto gli occhi. Benché entrambi universalmente riconosciuti quali esempi da imitare nel campo degli shoot'em up 3d, il titolo Gt era afflitto da un problema che, se apparentemente di trascurabile entità, si rivelò invece gravissimo. Addirittura imperdonabile a parere di moltissime riviste specializzate, in particolare on line, che, in aspro contrasto con quelle che lo definiro "capolavoro assoluto" (dovere di cronaca, comunque, impone di ricordare che la maggior parte delle riviste la pensava in questo modo), lo bastonarono e punirono con gravi insufficienze. Quel problema altro non era che l'infima qualità della modalità multiplayer, problema in grado da solo di azzerare il pur ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori nella realizzazione del gioco. Tuttora indimenticabile, infatti, é la magnificenza delle ambientazioni, il cui splendore era metafora della realizzazione tecnica in generale, così come le straordinarie trasparenze o la frenesia perfettamente calcolata. Restava però il problema del gioco multigiocatore. Come se non bastasse, nel frattempo Id invadeva i negozi con il suo Quake II, forte dell'eccellente modalità a singolo giocatore e dell'ottimo multiplayer di cui era (é) dotato
Ma, si sa, il tempo passa e con il suo passare, spesso, giungono a noi impensate contraddizioni, smentite e sorprese. Chi mai, insomma, avrebbe riposto la sua fiducia in un gioco che si priva della sua migliore modalità di gioco per lasciar spazio a quella che, suo malgrado, fu inesauribile fonte di asperrime critiche?
ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA..
La storia che si cela dietro al cruento torneo in cui sarete chiamati a combattere, come spesso accade nelle produzioni di questo genere, non é delle più elaborate. Anzi. In un remoto futuro caratterizzato dal degrado più totale, i minatori dello Spazio Profondo iniziarono a sfogare le loro ire represse in combattimenti dall'unico e inevitabile esito: la morte. Al fine di vendere ad un pubblico bramoso di sangue e spettacolo l'estrema violenza da cui tali sfide sono permeate e di trarne, naturalmente, ingenti profitti, alcuni investitori senza scrupoli istituirono una lega professionistica, denominata "il Torneo", una lega in cui i combattimenti di cui sopra potevano acquisire un'improbabile dignità. I proventi del Torneo aumentavano e, in maniera direttamente proporzionale ad essi, aumentava anche la violenza. Parte di quei proventi fu investita per la costruzione di apposite arene, in cui i guerrieri avrebbero potuto "fraggarsi" reciprocamente. Unreal Tournament nasce così, da una trama banale e da un ragionato e vincente mix: quello tra violenza e giocabilità
Ma, si sa, il tempo passa e con il suo passare, spesso, giungono a noi impensate contraddizioni, smentite e sorprese. Chi mai, insomma, avrebbe riposto la sua fiducia in un gioco che si priva della sua migliore modalità di gioco per lasciar spazio a quella che, suo malgrado, fu inesauribile fonte di asperrime critiche?
ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA..
La storia che si cela dietro al cruento torneo in cui sarete chiamati a combattere, come spesso accade nelle produzioni di questo genere, non é delle più elaborate. Anzi. In un remoto futuro caratterizzato dal degrado più totale, i minatori dello Spazio Profondo iniziarono a sfogare le loro ire represse in combattimenti dall'unico e inevitabile esito: la morte. Al fine di vendere ad un pubblico bramoso di sangue e spettacolo l'estrema violenza da cui tali sfide sono permeate e di trarne, naturalmente, ingenti profitti, alcuni investitori senza scrupoli istituirono una lega professionistica, denominata "il Torneo", una lega in cui i combattimenti di cui sopra potevano acquisire un'improbabile dignità. I proventi del Torneo aumentavano e, in maniera direttamente proporzionale ad essi, aumentava anche la violenza. Parte di quei proventi fu investita per la costruzione di apposite arene, in cui i guerrieri avrebbero potuto "fraggarsi" reciprocamente. Unreal Tournament nasce così, da una trama banale e da un ragionato e vincente mix: quello tra violenza e giocabilità