Untold Legends: Dark Kingdom
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"Ombra del Drago" è il nome di un corpo d'armata composto da guerrieri d'elite che in seguito ad un particolare addestramento hanno acquisito l'arte di assorbire l'essenza dei nemici caduti, in modo da fortificarsi, curare le ferite ed ottenere maggior potere. Nonostante padroneggino un'abilità così morbosa, i membri dell'Ombra del Drago sono fedeli all'impero che hanno giurato di proteggere, e grande è la loro costernazione il giorno che, tornando da una campagna contro una rivolta di barbari, scoprono che l'Imperatore stesso è stato corrotto da un potere malvagio e sta trasformando il suo popolo in mostri e non-morti. Nei panni di uno dei tre capitani dell'Ombra del Drago, sia esso il prode Guerriero, la dinamica Esploratrice o il sapiente Mago, sarà compito nostro l'affrontare quest'esercito demoniaco per arginare la fonte del potere maligno e riportare l'impero alla prosperità.
Dark Kingdom è il primo episodio della serie Untold Legends ad approdare sugli schermi ad alta definizione della PS3: questa serie, nata innanzitutto su PSP ma che raccoglie il vessillo di altri titoli (primo fra tutti Champions of Norrath per PS2) racchiude in sé una manciata di Action-RPG, ossia quei giochi che pur essendo principalmente basati sull'azione e sul puro combattimento permettono di migliorare e potenziare (in una parola gestire) il proprio alter ego secondo parametri propri dei giochi di ruolo. Dark Kingdom non fa eccezione, seppur rispetto alla massa ed ai suoi stessi predecessori operi qualche trasformazione mirata ad accrescere l'aspetto arcade a leggero discapito della completezza di gestione.
Diremo pertanto che una volta selezionato l'eroe da impersonare, ci troveremo senz'altro indugio immersi immediatamente nell'azione di gioco. I controlli si fanno immediatamente piuttosto vari per il genere, mettendoci a disposizione due tasti d'attacco, la parata, il salto e la schivata, più un tasto necessario all'attivazione delle tecniche speciali (siano esse incantesimi o mosse particolari). Soprattutto l'uso dei primi due comandi è importante, in quanto le combinazioni degli stessi permetteranno di compiere svariate sequenze di attacco, le quali si faranno sempre più varie e devastanti man mano che il personaggio crescerà di esperienza. Il giocatore interverrà nelle gestione del personaggio in due modi: la prima tramite la scelta dell'equipaggiamento, a partire dai pezzi d'armatura indossata e fino ai potenziamenti dell'unica arma in suo possesso (che varierà esteticamente la sua forma a seconda dei potenziamenti associati); la seconda tramite la spesa di punti-potenziamento ogni volta che raggiungerà un nuovo livello di esperienza, potenziando così le caratteristiche di base e le varie tecniche speciali.
Tecnicamente parlando, Dark Kingdom si presenta discretamente: gli sviluppatori della Havok, sovvenzionati direttamente da Sony, hanno approfittato dell'hardware nuovo di pacca per permettersi delle implementazioni di tutto rispetto, come ad esempio svariate superfici d'acqua che si agitano seguendo la fisica del combattimento (bellissimo l'effetto di alcuni attacchi "ad area"), effetti di luce piuttosto vari, mantelli e teloni che si muovono secondo il vento. In generale, il pacchetto grafico conta modelli 3D decisamente ben curati tanto nel numero di poligoni quanto soprattutto nelle textures, ed animazioni che, perlomeno nel vivo del gioco, svolgono egregiamente il loro dovere (nelle cinematiche, invece, i modelli sono decisamente troppo "robotici"). L'intero lavoro rimane stabile ad alti livelli di frame-rate anche in presenza di numerosi modelli su schermo, persino in campo lungo ed all'esecuzione di effetti speciali, con gli unici rallentamenti specificatamente voluti quando eseguite particolari mosse (una sorta di brevissimo "slow motion")
Vi sono però dei difetti: innanzi tutto il motore fisico, per quanto tendenzialmente realistico, a volte tende a faticare, ad esempio in presenza di superfici inclinate o quando spiccate un salto e non atterrate esattamente in piano. Il secondo difetto risiede nella difficoltà della gestione della telecamera nel gioco in MultiPlayer: il "volo d'uccello" è infatti troppo basso per permettere ai due giocatori un adeguato allontanamento, e talvolta è infastidito da alberi, pareti o altri ostacoli visivi. Il sonoro è discreto, con musiche ben realizzate ma forse un po' troppo monotematiche, buoni effetti speciali e discreti doppiaggi in Italiano, i quali però non seguono per nulla i labiali e le dinamiche originali delle cinematiche (peccato).
Malgrado i difetti grafici citati, il gameplaying riesce a mantenersi su livelli discreti grazie all'immediatezza, alla semplicità di base ed alla possibilità di variare con le combo il canonico "picchia-picchia" proprio di questo genere di giochi, sebbene ancora una volta la tattica più classica consista nell'ammazzare gli avversari il più velocemente possibile cercando di ignorare i danni piuttosto che cercare di utilizzare efficacemente la parata e la schivata, conservate per nemici particolari (non necessariamente boss). La storia è decisamente lineare (una missione via l'altra, secondo una progressione predeterminata), ma perlomeno gli sviluppatori si sono sforzati di "personalizzarla" per ciascun personaggio, modificando le cinematiche e i filmati, e soprattutto hanno inserito un gran numero di quest "particolari" che esuleranno dalla semplice uccisione di tutto ciò che ci si para davanti ma che ci porteranno a cercare volta per volta leve, chiavi, interruttori, e quant'altro. D'altro canto, la gestione del personaggio sarà veramente molto elementare, specie per la mancanza di limiti d'inventario e per la possibilità di convertire gli oggetti inutilizzati in "essenza" (leggasi soldi) in qualunque momento.
Il gioco offre quattro livelli di difficoltà, dal primo veramente elementare, ad un secondo comunque piuttosto accessibile, ad altri due decisamente più ardui. Nonostante la scelta sia limitata ad appena tre personaggi (un po' pochini, in verità...), questa progressione nonché la possibilità di giocare in MultiPlayer tanto in locale (con un singolo amico) quanto online (con altri tre) dovrebbe rendere l'esperienza sufficientemente lunga. Ad ogni modo, il gioco è lungi dall'essere un capolavoro: ha qualche idea carina ed una realizzazione discreta, ma per entrambi i fattori si può vedere, e forse si è anche già visto, qualcosa di meglio. Diciamo pertanto che questo Dark Kingdom vi terrà onestamente compagnia fintanto che non troverete qualcosa di più competitivo, per il quale non crediamo si dovrà aspettare poi troppo...
Dark Kingdom è il primo episodio della serie Untold Legends ad approdare sugli schermi ad alta definizione della PS3: questa serie, nata innanzitutto su PSP ma che raccoglie il vessillo di altri titoli (primo fra tutti Champions of Norrath per PS2) racchiude in sé una manciata di Action-RPG, ossia quei giochi che pur essendo principalmente basati sull'azione e sul puro combattimento permettono di migliorare e potenziare (in una parola gestire) il proprio alter ego secondo parametri propri dei giochi di ruolo. Dark Kingdom non fa eccezione, seppur rispetto alla massa ed ai suoi stessi predecessori operi qualche trasformazione mirata ad accrescere l'aspetto arcade a leggero discapito della completezza di gestione.
Diremo pertanto che una volta selezionato l'eroe da impersonare, ci troveremo senz'altro indugio immersi immediatamente nell'azione di gioco. I controlli si fanno immediatamente piuttosto vari per il genere, mettendoci a disposizione due tasti d'attacco, la parata, il salto e la schivata, più un tasto necessario all'attivazione delle tecniche speciali (siano esse incantesimi o mosse particolari). Soprattutto l'uso dei primi due comandi è importante, in quanto le combinazioni degli stessi permetteranno di compiere svariate sequenze di attacco, le quali si faranno sempre più varie e devastanti man mano che il personaggio crescerà di esperienza. Il giocatore interverrà nelle gestione del personaggio in due modi: la prima tramite la scelta dell'equipaggiamento, a partire dai pezzi d'armatura indossata e fino ai potenziamenti dell'unica arma in suo possesso (che varierà esteticamente la sua forma a seconda dei potenziamenti associati); la seconda tramite la spesa di punti-potenziamento ogni volta che raggiungerà un nuovo livello di esperienza, potenziando così le caratteristiche di base e le varie tecniche speciali.
Tecnicamente parlando, Dark Kingdom si presenta discretamente: gli sviluppatori della Havok, sovvenzionati direttamente da Sony, hanno approfittato dell'hardware nuovo di pacca per permettersi delle implementazioni di tutto rispetto, come ad esempio svariate superfici d'acqua che si agitano seguendo la fisica del combattimento (bellissimo l'effetto di alcuni attacchi "ad area"), effetti di luce piuttosto vari, mantelli e teloni che si muovono secondo il vento. In generale, il pacchetto grafico conta modelli 3D decisamente ben curati tanto nel numero di poligoni quanto soprattutto nelle textures, ed animazioni che, perlomeno nel vivo del gioco, svolgono egregiamente il loro dovere (nelle cinematiche, invece, i modelli sono decisamente troppo "robotici"). L'intero lavoro rimane stabile ad alti livelli di frame-rate anche in presenza di numerosi modelli su schermo, persino in campo lungo ed all'esecuzione di effetti speciali, con gli unici rallentamenti specificatamente voluti quando eseguite particolari mosse (una sorta di brevissimo "slow motion")
Vi sono però dei difetti: innanzi tutto il motore fisico, per quanto tendenzialmente realistico, a volte tende a faticare, ad esempio in presenza di superfici inclinate o quando spiccate un salto e non atterrate esattamente in piano. Il secondo difetto risiede nella difficoltà della gestione della telecamera nel gioco in MultiPlayer: il "volo d'uccello" è infatti troppo basso per permettere ai due giocatori un adeguato allontanamento, e talvolta è infastidito da alberi, pareti o altri ostacoli visivi. Il sonoro è discreto, con musiche ben realizzate ma forse un po' troppo monotematiche, buoni effetti speciali e discreti doppiaggi in Italiano, i quali però non seguono per nulla i labiali e le dinamiche originali delle cinematiche (peccato).
Malgrado i difetti grafici citati, il gameplaying riesce a mantenersi su livelli discreti grazie all'immediatezza, alla semplicità di base ed alla possibilità di variare con le combo il canonico "picchia-picchia" proprio di questo genere di giochi, sebbene ancora una volta la tattica più classica consista nell'ammazzare gli avversari il più velocemente possibile cercando di ignorare i danni piuttosto che cercare di utilizzare efficacemente la parata e la schivata, conservate per nemici particolari (non necessariamente boss). La storia è decisamente lineare (una missione via l'altra, secondo una progressione predeterminata), ma perlomeno gli sviluppatori si sono sforzati di "personalizzarla" per ciascun personaggio, modificando le cinematiche e i filmati, e soprattutto hanno inserito un gran numero di quest "particolari" che esuleranno dalla semplice uccisione di tutto ciò che ci si para davanti ma che ci porteranno a cercare volta per volta leve, chiavi, interruttori, e quant'altro. D'altro canto, la gestione del personaggio sarà veramente molto elementare, specie per la mancanza di limiti d'inventario e per la possibilità di convertire gli oggetti inutilizzati in "essenza" (leggasi soldi) in qualunque momento.
Il gioco offre quattro livelli di difficoltà, dal primo veramente elementare, ad un secondo comunque piuttosto accessibile, ad altri due decisamente più ardui. Nonostante la scelta sia limitata ad appena tre personaggi (un po' pochini, in verità...), questa progressione nonché la possibilità di giocare in MultiPlayer tanto in locale (con un singolo amico) quanto online (con altri tre) dovrebbe rendere l'esperienza sufficientemente lunga. Ad ogni modo, il gioco è lungi dall'essere un capolavoro: ha qualche idea carina ed una realizzazione discreta, ma per entrambi i fattori si può vedere, e forse si è anche già visto, qualcosa di meglio. Diciamo pertanto che questo Dark Kingdom vi terrà onestamente compagnia fintanto che non troverete qualcosa di più competitivo, per il quale non crediamo si dovrà aspettare poi troppo...