Uru – Ages Beyond Myst
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Coloro che seguissero con attenzione le vicende di GameSurf ricorderanno che poco tempo fa comparve sulle nostre pagine virtuali la linkehttp://gamesurf.tiscali.it/dynamic/pagina/CHIAVE/urua3958161011103/TIPO_PAGINA/previewpreview di uno dei giochi più attesi in assoluto dagli avventurieri incalliti. Ovviamente parliamo di quel Uru che si caricava sulle spalle l'onere e l'onore di rappresentare oggi, agli occhi degli affezionati, quello che Myst rappresentò dieci anni fa. Myst, ricordiamolo, è quell'avventura grafica atipica che seppe incollare al monitor milioni di giocatori sparsi in tutto il mondo (e scusate se è poco) grazie alle sue splendide atmosfere. Ora che Uru è planato dolcemente nelle nostre mani in versione completa potremo sviscerarlo in ogni minima sfaccettatura e al fine potremo dare risposta ai quesiti aperti e rimasti in sospeso in sede di preview. Al di la delle valutazioni sulle singole componenti del gioco che qui riprenderemo e approfondiremo, ma che ricalcano in maniera quasi perfetta quelle che furono le considerazioni preliminari, è d'uopo cominciare a discutere di quella che sarebbe dovuta divenire la novità più importante della produzione Cyan Worlds/Ubisof. Ci riferiamo a quell'online che purtroppo non ci è stato possibile sperimentare a causa di un limite, imposto dalla stessa Ubisoft, sul numero di utenti che possono attualmente partecipare al gioco di rete. Limite imposto dalla particolare situazione di test che ad oggi non è ancora conclusa.
Accettiamo giocoforza il fatto ma aggiungiamo, con un pizzico di delusione nel cuore, che non ci sembra corretto sperimentare una modalità tanto attesa sulle spalle di alcuni giocatori, escludendo gli altri a priori, non dopo averne sbandierato le peculiarità innovative: "la vera esperienza di Uru potrai trovarla online" recita il manuale.
Un esordio non dei più felici per la nuova avventura Ubi Soft. Ma restando fedeli al detto che cita testualmente "via il dente, via il dolore" possiamo riprendere il nostro cammino consapevoli di aver liberato la strada dall'ingombro maggiore. Fortunatamente, i pregi della nuova avventura Cyan Worlds non sono mai stati concentrati sulla singola modalità online, ma è possibile assaporarne le sfaccettature con la splendida avventura che potremo affrontare in solitario. Avventura che comincerà non appena avremo creato il nostro avatar con l'editor incluso. E la necessità di crearne uno deriva dal fatto che per la prima volta (per la serie) il giocatore potrà vedere se stesso dal di fuori con una visuale in terza persona, al contrario della visuale in prima persona dei precedenti episodi. E' chiaro che questa differenziazione poteva pesare per l'economia di un gioco che basa i suoi punti di forza su immersione ed atmosfera, ma ogni dubbio residuo viene sciolto come neve al sole non appena si comincia ad intraprendere il percorso che ci addentrerà sempre più nei meandri dell'antica civiltà dei D'ni.
Il viaggio prende il via al margine di una landa desertica completamente recintata e di fronte a noi si staglia la sagoma di un picco roccioso. Perlustrando l'area circostante ci imbattiamo presto in una situazione alquanto singolare. Una roulotte all'ombra della quale un uomo sovrappeso è intento ad ascoltare un pezzo di Peter Gabriel e a leggere un libro non è di certo ciò che pensavamo di poter incontrare in un luogo del genere. Il nostro arrivo, probabilmente non inaspettato, lo distoglie appena dal suo beato oziare, ci saluta e comincia a raccontare strane storie. A quanto pare altri individui ci hanno preceduto ed egli è la guida sulla quale grava il delicato compito di indirizzare le persone verso la giusta strada. Il nostro primo compito sarà quello di imboccare l'apertura nel terreno situata a breve distanza dalla roulotte e cercare gli indizi che ci permetteranno di attraversare "l'albero". Confusi ma estasiati cominciamo a percorrere i primi passi di un viaggio fatto di esplorazione, di meravigliose scoperte e di enigmi il cui sapore particolare è noto ai Myst avventurieri di vecchia data.