V.I.P.

di Redazione Gamesurf
PAMELA IN AZIONE
Da questo punto in poi entra in gioco Vallery, ossia la ben nota Pamela, impegnata nelle tre sezioni successive: la prima praticamente una copia del primo livello del gioco, con una variante unicamente grafica che sostituisce all'automobile un possente motoscafo e alla strada un tratto di mare particolarmente colmo di insidie. Stessi problemi di carburante, stessi bonus disponibili, per una sezione della durata incredibilmente breve. A seguire ci si ritrova invece a bordo di un elicottero armato fino ai denti, alle prese con un combattimento aereo poco impegnativo, ma sadicamente piacevole, poiché gli unici avversari che si opporranno a noi saranno dei disgraziatissimi deltaplani kamikaze (esattamente, non sparano un solo colpo e si limitano a svolazzare per lo schermo, venendo tristemente massacrati...) e da motoscafi che di tanto in tanto (raramente, non sia mai) si ricordano di avere dei missili da tirarvi addosso. Praticamente anche un bimbo di sei mesi potrebbe superare questa sezione, sparando in continuazione e piazzando qua e la qualche missile area-terra. Le cose cambiano fortunatamente con il livello successivo, in cui l'alter ego digitale di Pamela finalmente appiedata dovrà esplorare gli uffici di un produttore cinematografico in cerca dell'attore scomparso. Questa particolare parte del gioco sembra praticamente realizzata riciclando in qualche modo il motore di Oro e Gloria: La strada per Eldorado, con tanto di animazioni e movimenti analoghi e uno sprite di Pamela Anderson ben realizzato. Portato a termine anche questo livello si cominceranno a ripetere quelli già superati, senza particolari varianti (salvo qualche differenza grafica, come per esempio l'esplorazione di una serie di grotte e così via), tutti legati da una trama così esile e incoerente da sembrare praticamente inesistente

V.I.P. E GAME BOY COLOR
La realizzazione tecnica di V.I.P. é generalmente molto buona: tutte le varie sezioni sono infatti graficamente ben curate e presentano spesso animazioni molto fluide. Anche lo scrolling non presenta scatti e permette di avere una buona qualità di visuale anche nei livelli "ad alta velocità". Mediamente discreto é anche il sistema di controllo, sebbene afflitto da qualche problema nel caso dei livelli sparatutto "appiedati". Il sonoro "delizia" il giocatore con musichette simpatiche ed effetti sonori francamente migliorabili. E' chiaro che i problemi di V.I.P. non sono dunque da imputare alla realizzazione tecnica, bensì a una struttura di gioco che si basa eccessivamente sulla diversificazione dei livelli, lasciando da parte la giocabilità. Il gioco oppone un livello di resistenza davvero minimo: livelli brevi, intelligenza artificiale nulla, grande quantità di bonus e vite extra trasformano quella che doveva essere una pericolosa indagine in una tranquilla passeggiata. Anche il giocatore meno esperto non avrà nessun problema a terminare V.I.P. in un paio di giorni, per poi, probabilmente, dimenticarsene. La minima presenza di extra (rappresentati unicamente dal supporto della Ubi Key, opzione che utilizza la dimenticata porta a infrarossi del Game Boy Color per "sbloccare" segreti negli altri giochi Ubi Soft) non contribuisce ad aumentare la longevità del gioco, la cui durata si attesta dunque su livelli veramente bassi.