Vagrant Story

di Redazione Gamesurf
Per ogni amante dei videogiochi che si rispetti, Squaresoft rappresenta uno dei pochi nomi in grado di richiamare emozioni tra le più intense che si possano provare davanti ad un teleschermo; pur avendo snaturato la sua serie più famosa, Final Fantasy, in nome del dio massificazione, la software house giapponese ha deciso di produrre un titolo decisamente fuori dagli schemi e caratterizzato da una profondità assolutamente inimitabile. Se il breve ma decisamente efficace "trailer" presente nella versione giapponese di Legend of Mana aveva contribuito a focalizzare l'attenzione della stampa e dei giocatori di tutto il mondo sul progetto Vagrant Story, ora che finalmente il titolo é disponibile in una lingua comprensibile non si può fare altro che inserire il cd nella PlayStation e dare l'addio alla propria vita sociale

EVVIVA LA SQUARE
Come già scritto nell'introduzione, Vagrant Story si presenta come un gioco piuttosto difficile da catalogare in un genere ben precisato, risultando piuttosto un action-adventure-rpg ricco di elementi originali e caratteristici. A contribuire in maniera determinante al fascino di cui é propria la fatica Squaresoft é senza alcun dubbio l'ambientazione fantasy-medievale, riprodotta in maniera impeccabile dai grafici impegnati nel progetto. A dispetto di una mid-res che, specialmente nelle inquadrature ravvicinate, mostra qualche pixel di troppo, tutto il resto si pone come uno dei prodotti graficamente migliori mai apparsi su hardware Sony. Le ambientazioni di gioco, nella stragrande maggioranza dei casi costituite da interni, offrono texture di ottima fattura e un uso del colore da oscar. Pur utilizzando infatti tinte piuttosto scure, dal marrone al nero in prevalenza, lo spettro delle sfumature e delle variazioni presenti rendono davvero sottilissima la linea di demarcazione tra arte e videogiochi
Le creature che popolano il mondo di Vagrant Story, pur essendo in numero decisamente consistente, sono nella totalità dei casi ben caratterizzate soprattutto per quanto riguarda le figure più importanti all'interno della trama; non vanno dimenticati in questo senso i numerosissimi "boss", che frequentemente impegneranno Ashley Riot - questo il nome del protagonista - negli scontri maggiormente impegnativi. Le sequenze non giocabili presenti, fondamentali per la comprensione della complessa trama che caratterizza l'avventura, sono nella totalità dei casi realizzate in real time, vale a dire con lo stesso motore grafico del gioco; queste, grazie ad un taglio delle inquadrature cinematografico oltre che allo splendido character design impiegato, offrono al giocatore emozioni e colpi di scena degne di un film. Per quanto riguarda l'aspetto sonoro, la decisione di preferire dialoghi scritti dentro a balloon simili a quelli dei fumetti piuttosto che utilizzare il classico parlato ci trova tutto sommato favorevoli: troppo spesso i doppiaggi nel mondo dei videogiochi si sono rivelati ridicoli, per non dire peggio