Valkyria Chronicles Remastered
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Tra le pagine del romanzo “On the Gallian Front” della reporter Irene Koller si legge di come nel 1935 E.C. l'Impero EstEuropeo mosse guerra alla Federazione Atlantica. Ben presto il conflitto investì anche il pacifico e neutrale Principato di Gallia, e non fu una sorpresa: la regione era infatti ricca del minerale denominato Ragnite, principale fonte energetica per le armi e le macchine di entrambi gli schieramenti.
Si tratta di una storia (fittizia, naturalmente) che molti conoscono già: correva infatti l'anno 2008 quando SEGA pubblicò Valkyria Chronicles su PS3. Adesso, dopo aver conquistato anche gli utenti su PC, questo vero e proprio capolavoro approda anche su PS4 in versione Remastered.
Nello specifico, la storia chiede al giocatore di assumere il controllo della Squadra 7 della Milizia di Gallia, comandata dal tenente carrista Welkin Gunther coadiuvato dal sergente Alicia Melkiott, e di vivere con loro una serie di battaglie successive mentre la storia della guerra, in cui il misticismo avrà una parte fondamentale, si snoda pagina dopo pagina. La vicenda é infatti ordinata all'interno di un libro-menù (il reportage della Koller, appunto) in cui le missioni saranno inserite tra dialoghi e cinematiche; il volume conterrà inoltre in appendice tutta l'enciclopedia con personaggi, armi, località e così via e sarà inoltre possibile sbloccare “capitoli extra” i quali verranno inseriti anch'essi nella timeline.
Ciò che colpisce immediatamente in VC é il taglio grafico scelto da SEGA: al classico cel shading é infatti stato applicato un retino “a matita” e un bordo sfumato che contribuiscono a trasformare in un piccolo artwork ogni singola schermata. Il medesimo taglio é naturalmente rispettato nei filmati, i quali tengono ancora oggi testa a molti Anime – e non é un caso se della saga sono appunto state tratte opere di questo genere.
Di base, le missioni si configurano sottoforma di un gioco strategico e turni: alternativamente i due schieramenti avranno a diposizione un determinato numero di “punti comando” da spendere per attivare le singole truppe o, occasionalmente, per impartire ordini particolari. Una volta esauriti i punti, o anche prima se si vuole conservarne per i turni successivi, la palla passa allo schieramento avversario.
Una volta selezionata una truppa, questa avrà la possibilità di muoversi ed agire una singola volta: alcune truppe, come gli scout, avranno una maggiore mobilità di altre, cosa che probabilmente sacrificherà la loro resistenza o potenza di fuoco. Cosa molto importante, durante il movimento la truppa sarà però esposta al nemico: tutti gli avversari che la vedranno entrare nel loro arco visivo, infatti, apriranno automaticamente il fuoco contro di lei, obbligandoci dunque a passare da una copertura all'altra piuttosto che caricare le trincee a testa bassa. Ciascuna truppa può essere fatta agire più volte nel turno (spendendo ulteriori punti comando), ma ogni volta la sua mobilità si ridurrà.
Ovviamente tutte le truppe avranno le loro peculiarità: gli scout, come detto, hanno la più alta mobilità, gli shocktrupper sono letali contro le truppe di terra – ed ottimi guardiani di trincea – mentre i lancieri sono specializzati nell'abbattimento di carri e fortificazioni, i cecchini possono uccidere da lunghissima distanza, i genieri possono riparare strutture, rimuovere mine e rifornire di munizioni gli alleati. I carri (tra cui l'Edelweiss comandato da Welkin) sono ovviamente le truppe più potenti, ma anche quelle più onerose in termini di punti comando.
A supporto di questa componente strategica c'é un sistema di sviluppo delle unità che attinge a piene mani dal mondo degli RPG: potrete spendere l'esperienza accumulata per aumentare di livello una tipologia di truppa (per esempio, tutti i cecchini) o per apprendere nuovi ordini, nonché spendere le spoglie di guerra per sviluppare armi, protezioni o upgrade di vario tipo per i carri.
Ciascuna singola unità (leggasi: “personaggio”) avrà poi le proprie peculiarità, bonus circostanziali e simpatie verso altri membri della squadra, il ché offrirà un ulteriore livello di “settaggio da panchina” nella preparazione delle missioni.
Dal punto di vista tecnico, il gioco é cambiato marginalmente rispetto alla versione PS3 e ancora meno rispetto al porting PC: ciò che salta immediatamente all'occhio sono ovviamente l'aumento di risoluzione e il frame rate fissato a livelli più elevati; andando più a fondo si nota un buon grado di ripulitura delle textures, dei modelli e delle ombre, ma per il resto l'impatto é pressoché immutato. C'é anche da dire che Valkyria Chronichles era già esteticamente superbo su PS3, e indubbiamente mantiene immutato il suo charme in questa visione ritoccata. Parimenti immutato é il comparto audio, con ottime musiche che accompagnano i menù e le battaglie, variando a seconda che il turno si in mano al giocatore o all'IA. I dialoghi sono disponibili in Inglese o Giapponese, mentre i testi su schermo sono unicamente in Inglese.
Probabilmente qualcuno si starà chiedendo se questo Remaster “fosse necessario”, soprattutto considerando che, come detto, le differenze tecniche rispetto all'originale si contano sulle dita di una mano. C'é però da dire che il titolo PS3 ha avuto un successo tardivo: la stessa SEGA probabilmente ne ha sottovalutato le potenzialità, é stato ripubblicato solamente in Giappone e i due seguiti proposti su PSP non hanno certo migliorato la situazione. Insomma: molti “si sono persi” Valkyria Chronicles e c'é chi l'ha cercato per anni nei cestoni dell'usato; non é un caso se la versione PC ha riscosso un ottimo successo di lancio. E' quindi lecito supporre che riproporlo su PS4, tra l'altro con un prezzo onestissimo, possa essere un'ottima mossa per la casa di Sonic, soprattutto in previsione di una possibile importazione di Valkyria: Azure Revolution, ancora non confermato per l'Occidente.
E a monte di tutto questo discorso rimane il fatto oggettivo che Valkyria Chronicles sia un vero e proprio capolavoro, un gioco in grado di fornire numerosissime ore di strategia con un livello di difficoltà crescente e spesso assai competitivo accompagnate da una storia e un cast memorabile, il tutto rinchiuso in una splendida ambientazione. Una perla, insomma, che i fan degli RPG strategici non dovrebbero lasciarsi sfuggire per nessun motivo al mondo.
Si tratta di una storia (fittizia, naturalmente) che molti conoscono già: correva infatti l'anno 2008 quando SEGA pubblicò Valkyria Chronicles su PS3. Adesso, dopo aver conquistato anche gli utenti su PC, questo vero e proprio capolavoro approda anche su PS4 in versione Remastered.
Nello specifico, la storia chiede al giocatore di assumere il controllo della Squadra 7 della Milizia di Gallia, comandata dal tenente carrista Welkin Gunther coadiuvato dal sergente Alicia Melkiott, e di vivere con loro una serie di battaglie successive mentre la storia della guerra, in cui il misticismo avrà una parte fondamentale, si snoda pagina dopo pagina. La vicenda é infatti ordinata all'interno di un libro-menù (il reportage della Koller, appunto) in cui le missioni saranno inserite tra dialoghi e cinematiche; il volume conterrà inoltre in appendice tutta l'enciclopedia con personaggi, armi, località e così via e sarà inoltre possibile sbloccare “capitoli extra” i quali verranno inseriti anch'essi nella timeline.
Ciò che colpisce fin da subito é il taglio grafico
Ciò che colpisce immediatamente in VC é il taglio grafico scelto da SEGA: al classico cel shading é infatti stato applicato un retino “a matita” e un bordo sfumato che contribuiscono a trasformare in un piccolo artwork ogni singola schermata. Il medesimo taglio é naturalmente rispettato nei filmati, i quali tengono ancora oggi testa a molti Anime – e non é un caso se della saga sono appunto state tratte opere di questo genere.
Di base, le missioni si configurano sottoforma di un gioco strategico e turni: alternativamente i due schieramenti avranno a diposizione un determinato numero di “punti comando” da spendere per attivare le singole truppe o, occasionalmente, per impartire ordini particolari. Una volta esauriti i punti, o anche prima se si vuole conservarne per i turni successivi, la palla passa allo schieramento avversario.
Una volta selezionata una truppa, questa avrà la possibilità di muoversi ed agire una singola volta: alcune truppe, come gli scout, avranno una maggiore mobilità di altre, cosa che probabilmente sacrificherà la loro resistenza o potenza di fuoco. Cosa molto importante, durante il movimento la truppa sarà però esposta al nemico: tutti gli avversari che la vedranno entrare nel loro arco visivo, infatti, apriranno automaticamente il fuoco contro di lei, obbligandoci dunque a passare da una copertura all'altra piuttosto che caricare le trincee a testa bassa. Ciascuna truppa può essere fatta agire più volte nel turno (spendendo ulteriori punti comando), ma ogni volta la sua mobilità si ridurrà.
Ovviamente tutte le truppe avranno le loro peculiarità: gli scout, come detto, hanno la più alta mobilità, gli shocktrupper sono letali contro le truppe di terra – ed ottimi guardiani di trincea – mentre i lancieri sono specializzati nell'abbattimento di carri e fortificazioni, i cecchini possono uccidere da lunghissima distanza, i genieri possono riparare strutture, rimuovere mine e rifornire di munizioni gli alleati. I carri (tra cui l'Edelweiss comandato da Welkin) sono ovviamente le truppe più potenti, ma anche quelle più onerose in termini di punti comando.
Un capolavoro resta tale per sempre e Valkyria Chronicles lo é davvero
A supporto di questa componente strategica c'é un sistema di sviluppo delle unità che attinge a piene mani dal mondo degli RPG: potrete spendere l'esperienza accumulata per aumentare di livello una tipologia di truppa (per esempio, tutti i cecchini) o per apprendere nuovi ordini, nonché spendere le spoglie di guerra per sviluppare armi, protezioni o upgrade di vario tipo per i carri.
Ciascuna singola unità (leggasi: “personaggio”) avrà poi le proprie peculiarità, bonus circostanziali e simpatie verso altri membri della squadra, il ché offrirà un ulteriore livello di “settaggio da panchina” nella preparazione delle missioni.
Dal punto di vista tecnico, il gioco é cambiato marginalmente rispetto alla versione PS3 e ancora meno rispetto al porting PC: ciò che salta immediatamente all'occhio sono ovviamente l'aumento di risoluzione e il frame rate fissato a livelli più elevati; andando più a fondo si nota un buon grado di ripulitura delle textures, dei modelli e delle ombre, ma per il resto l'impatto é pressoché immutato. C'é anche da dire che Valkyria Chronichles era già esteticamente superbo su PS3, e indubbiamente mantiene immutato il suo charme in questa visione ritoccata. Parimenti immutato é il comparto audio, con ottime musiche che accompagnano i menù e le battaglie, variando a seconda che il turno si in mano al giocatore o all'IA. I dialoghi sono disponibili in Inglese o Giapponese, mentre i testi su schermo sono unicamente in Inglese.
Probabilmente qualcuno si starà chiedendo se questo Remaster “fosse necessario”, soprattutto considerando che, come detto, le differenze tecniche rispetto all'originale si contano sulle dita di una mano. C'é però da dire che il titolo PS3 ha avuto un successo tardivo: la stessa SEGA probabilmente ne ha sottovalutato le potenzialità, é stato ripubblicato solamente in Giappone e i due seguiti proposti su PSP non hanno certo migliorato la situazione. Insomma: molti “si sono persi” Valkyria Chronicles e c'é chi l'ha cercato per anni nei cestoni dell'usato; non é un caso se la versione PC ha riscosso un ottimo successo di lancio. E' quindi lecito supporre che riproporlo su PS4, tra l'altro con un prezzo onestissimo, possa essere un'ottima mossa per la casa di Sonic, soprattutto in previsione di una possibile importazione di Valkyria: Azure Revolution, ancora non confermato per l'Occidente.
E a monte di tutto questo discorso rimane il fatto oggettivo che Valkyria Chronicles sia un vero e proprio capolavoro, un gioco in grado di fornire numerosissime ore di strategia con un livello di difficoltà crescente e spesso assai competitivo accompagnate da una storia e un cast memorabile, il tutto rinchiuso in una splendida ambientazione. Una perla, insomma, che i fan degli RPG strategici non dovrebbero lasciarsi sfuggire per nessun motivo al mondo.