Valkyrie Profile Lenneth
di
Il Ragnarock, ossia la fine del mondo, l'ultima battaglia tra il bene e il male, è alle porte: Odino, capo del Valalla e padre degli Aesir convoca le sue forze per prepararsi alla pugna contro i perfidi Vanir. Uno dei diritti del dio è quello di schierare dalla sua parte le anime degli umani valorosi, e pertanto invia sulla terra una delle sue tre fedeli Valchirie, Lenneth, con lo scopo di cercare, accogliere ed addestrare le anime da inviargli poi per sostenere le battaglie e le imprese eroiche delle guerra sacra. Fedele al suo mandato, Lenneth comincia il suo pellegrinaggio terreno, e nonostante abbia sul collo il fiato del tempo che scorre inesorabile, forse potrà anche trovare qualche indizio che la ricolleghi al suo ignoto passato.
Siamo al cospetto di un remake, o meglio ancora di una conversione. Valkyrie Profile (senza il titolo aggiunto Lenneth, che nasce oggi per distinguerlo dal titolo in prossima uscita per PS2, ossia Valkyrie Profile 2 Silmeria) uscì infatti per la prima volta su PS1 tra il 1999 e il 2000, ed è ora riproposto per PSP nella sua forma praticamente identica, salvo la realizzazione ex novo di filmati in Computer Grafica. Lo scopo del gioco sarà quello di impersonare Lenneth impegnata nella ricerca e nell'addestramento delle anime degli umani: il gioco è diviso in otto capitoli, al termine di ciascuno dei quali verremo ragguagliati sugli andamenti della guerra tra gli Aesir e i Vanir, andamenti che ovviamente saranno influenzati dalla quantità, dalla tipologia e dalla qualità delle anime che manderemo a combattere nel Valalla. In ogni capitolo, Lenneth avrà la possibilità di incontrare solo determinate anime, assistendo alla loro storia (solitamente tragica, visto che dopotutto a lei servono morti e non vivi) solitamente come spettatrice esterna e solo occasionalmente come protagonista, e sarà suo (vostro) compito quello di decidere quali addestrare in determinati campi, quali inviare al Valalla e quali, ancora, conservare nel gruppo d'esplorazione.
Una volta raggiunta la mappa del mondo, tridimensionale, Lenneth potrà "porsi in ascolto": alle sue orecchie giungeranno sia le voci sofferenti, disperate o (perché no?) serene di chi è prossimo alla morte, sia i versi confusi dei non-morti e delle creature demoniache in generale. Tradotto in termini pratici, verranno segnalate nella mappa le località dove qualcuno sta per trapassare oppure compariranno i dungeon, luoghi dove recarsi per allenare il proprio party di anime. Visitare una locazione, sia essa una cittadina o un dungeon, ci costerà l'impiego di "unità di tempo": ogni capitolo ha una durata prefissata di 24 unità di tempo entro le quali Lenneth dovrà inviare al Valalla le anime che rispondono ai requisiti che le verranno richiesti volta per volta da Freya (la dea della fecondità qui utilizzata come una sorta di "segretaria particolare" di Odino). Solitamente sceglierete di visitare un villaggio o una città solo quando avrete ricevuto il presentimento che qualcuno sta per lasciarci le penne, ed in questo caso assisterete per lo più impotenti (salvo singoli casi specifici relativi a personaggi particolarmente importanti) ad una tragica storia di cui già conoscete l'epilogo, ma talvolta potreste decidere di fare semplicemente quattro passi tra gli umani sotto mentite spoglie, specie soffermandovi sui luoghi cari alle vostre nuove anime in cerca di reliquie della loro vita passata.
Questa imbastitura storica-episodica è ovviamente lo scheletro su cui reggono le avventure vere e proprie, ossia le esplorazioni dei dungeon. Lenneth potrà esplorare tali ambienti con un'inquadratura bidimensionale "stile platform", tant'è che potrà saltare e scivolare in modo da raggiungere determinate zone o eludere i vari ostacoli, nonché creare dei cristalli da utilizzare come piattaforme. I vari mostri saranno visibili, seppur in forma semplificata, ed in movimento: al contatto con essi si scatenerà il combattimento, il quale avverrà su una schermata separata in cui verrà visualizzato il nostro party sulla destra e i nemici a manca. Valkyrie Profile propone un Battle System piuttosto peculiare, in quanto sarà organizzato a turni di squadra all'interno dei quali ciascuna unità potrà effettuare un certo numero di attacchi; fin qui niente di strano, se non fosse che gli attacchi non saranno eseguiti "a turno" ma bensì immediatamente alla pressione dell'apposito tasto (ad ogni personaggio è infatti associato uno dei quattro tasti-figura). Il fatto che poi determinati attacchi, come ad esempio un colpo d'arco, siano più veloci di altri, ad esempio l'ampia rotazione di uno spadone a due mani, implica la possibilità, agendo col giusto tempismo, di effettuare delle combinazioni simultanee di più attacchi, le quali è inutile dirlo saranno decisamente più efficaci degli attacchi standard.
Va da sé che se da un lato questo sistema ci permette interessanti combo, dall'altro ci obbliga a un certo livello di attenzione, sia per studiare adeguatamente la strategia e la sequenza di attacchi di ogni specifico nemico (saranno più efficaci i colpi inferti mentre è sospeso in aria o quelli scagliati mentre è prono?) sia per agire tempestivamente qualora cominci a lampeggiare (per brevissimo tempo) l'icona del contrattacco. Si aggiunga al tutto il fatto che la magia, disponibile solo a determinati personaggi, sarà una merce rara: l'assenza di "punti mana" ci obbliga ad assorbire la carica magica direttamente dai nemici, azione che sarà possibile (indovinate un po'?) solo effettuando le giuste combo. Insomma: un Battle System si a turni ma con una forte componente di tempismo reale. Con l'esperienza accumulata in battaglia, poi, i personaggi potranno apprendere e migliorare un gran numero di abilità (ed è così che li "regoleremo" alla bisogna secondo le richiese di Freya), oltre che sviluppare i lati positivi della propria natura (coraggioso, autoritario, affettuoso) o viceversa "limare" le loro imperfezioni (spaccone, tirannico, iperprotettivo, tanto per fare esempi similari).
Tecnicamente, come già accennato, il gioco prende in toto la realizzazione originaria per PS1 e vi aggiunge un set di filmati in CG di ultima generazione. Questo vuol dire che, con l'unica eccezione di questi ultimi, tutti fenomenali come solo la Square-Enix ci ha abituati, avremo per il resto una grafica da "primi tempi" della PS1, con Sprite bidimensionali in bassa risoluzione e ambienti a scorrimento laterale con al massimo un paio di livelli di parallasse, quasi a livello di 16 bit; le uniche realizzazioni 3D saranno costituite dalla mappa del mondo, tra l'altro molto semplice, e dalla mappa dei dungeon, estremamente schematica. Il tutto è indubbiamente pulito e funzionale, ma non aspettatevi certo nulla di mirabolante per i tempi che corrono. Encomiabile invece il banco sonoro: tutte le musiche sono di ottima qualità, e vanno dai brani gravi e tematici delle storie ai ritmi incalzanti delle esplorazioni e dei combattimenti, il tutto accompagnato da ottimi effetti sonori e numerosissimi doppiaggi in Inglese, unica lingua in cui sono disponibili i testi.
Il sistema di gioco non è esattamente tra i più immediati: ci vorrà più di una manciata di scontri perché vi impratichiate col Battle System, nonostante alla fin fine sia concettualmente semplice, e purtroppo il tutorial di gioco in questo senso è piuttosto scarno, rimandando gran parte delle finezze al libretto d'istruzioni e all'Help disponibile dopo il primo dungeon: è una concezione dell'approccio che richiede pertanto una considerevole spesa di tempo, propria dei giochi di quel periodo (anche il rinomato FFVII, se ci fate caso, era strutturato così!), aspetto che si riscontra anche in altri elementi, come ad esempio il fatto che i Savepoint siano piuttosto rari (non più di uno o massimo due per i dungeon più grossi). Questi elementi di non-immediatezza minano un po' la giocabilità, così come il fatto che le storie degli umani ci vedano spesso come semplici spettatori non mantiene certo alto il tenore, ma d'altro canto abbiamo una trama generale originale, moltissimi personaggi e dungeon decisamente ben studiati i quanto a struttura e segreti, oltre a un cast di nemici che non disdegnano all'occorrenza di farsi veramente rognosi.
Il fatto che il gioco sia "a tempo" ci dà un indice relativo della sua durata, che a difficoltà normale dovrebbe aggirarsi intorno alle quaranta ore; il fatto che siano presenti tre livelli di difficoltà, con differenze tra l'uno e l'altro quanto a numero di personaggi e di dungeon, e che siano conseguibili tre finali differenti (uno dei quali inaccessibile al livello facile) è indice che il gioco si ripromette di essere rigiocato una volta portato a termine. In sostanza, un lavoro estremamente interessante che ha però forse l'unico difetto di sentire ormai opprimente il peso dell'età, e che forse avrebbe meritato un serio remake piuttosto che una "semplice" conversione; a prescindere da ciò, un JRPG originale ed intramontabile che non mancherà di appassionarvi.
Siamo al cospetto di un remake, o meglio ancora di una conversione. Valkyrie Profile (senza il titolo aggiunto Lenneth, che nasce oggi per distinguerlo dal titolo in prossima uscita per PS2, ossia Valkyrie Profile 2 Silmeria) uscì infatti per la prima volta su PS1 tra il 1999 e il 2000, ed è ora riproposto per PSP nella sua forma praticamente identica, salvo la realizzazione ex novo di filmati in Computer Grafica. Lo scopo del gioco sarà quello di impersonare Lenneth impegnata nella ricerca e nell'addestramento delle anime degli umani: il gioco è diviso in otto capitoli, al termine di ciascuno dei quali verremo ragguagliati sugli andamenti della guerra tra gli Aesir e i Vanir, andamenti che ovviamente saranno influenzati dalla quantità, dalla tipologia e dalla qualità delle anime che manderemo a combattere nel Valalla. In ogni capitolo, Lenneth avrà la possibilità di incontrare solo determinate anime, assistendo alla loro storia (solitamente tragica, visto che dopotutto a lei servono morti e non vivi) solitamente come spettatrice esterna e solo occasionalmente come protagonista, e sarà suo (vostro) compito quello di decidere quali addestrare in determinati campi, quali inviare al Valalla e quali, ancora, conservare nel gruppo d'esplorazione.
Una volta raggiunta la mappa del mondo, tridimensionale, Lenneth potrà "porsi in ascolto": alle sue orecchie giungeranno sia le voci sofferenti, disperate o (perché no?) serene di chi è prossimo alla morte, sia i versi confusi dei non-morti e delle creature demoniache in generale. Tradotto in termini pratici, verranno segnalate nella mappa le località dove qualcuno sta per trapassare oppure compariranno i dungeon, luoghi dove recarsi per allenare il proprio party di anime. Visitare una locazione, sia essa una cittadina o un dungeon, ci costerà l'impiego di "unità di tempo": ogni capitolo ha una durata prefissata di 24 unità di tempo entro le quali Lenneth dovrà inviare al Valalla le anime che rispondono ai requisiti che le verranno richiesti volta per volta da Freya (la dea della fecondità qui utilizzata come una sorta di "segretaria particolare" di Odino). Solitamente sceglierete di visitare un villaggio o una città solo quando avrete ricevuto il presentimento che qualcuno sta per lasciarci le penne, ed in questo caso assisterete per lo più impotenti (salvo singoli casi specifici relativi a personaggi particolarmente importanti) ad una tragica storia di cui già conoscete l'epilogo, ma talvolta potreste decidere di fare semplicemente quattro passi tra gli umani sotto mentite spoglie, specie soffermandovi sui luoghi cari alle vostre nuove anime in cerca di reliquie della loro vita passata.
Questa imbastitura storica-episodica è ovviamente lo scheletro su cui reggono le avventure vere e proprie, ossia le esplorazioni dei dungeon. Lenneth potrà esplorare tali ambienti con un'inquadratura bidimensionale "stile platform", tant'è che potrà saltare e scivolare in modo da raggiungere determinate zone o eludere i vari ostacoli, nonché creare dei cristalli da utilizzare come piattaforme. I vari mostri saranno visibili, seppur in forma semplificata, ed in movimento: al contatto con essi si scatenerà il combattimento, il quale avverrà su una schermata separata in cui verrà visualizzato il nostro party sulla destra e i nemici a manca. Valkyrie Profile propone un Battle System piuttosto peculiare, in quanto sarà organizzato a turni di squadra all'interno dei quali ciascuna unità potrà effettuare un certo numero di attacchi; fin qui niente di strano, se non fosse che gli attacchi non saranno eseguiti "a turno" ma bensì immediatamente alla pressione dell'apposito tasto (ad ogni personaggio è infatti associato uno dei quattro tasti-figura). Il fatto che poi determinati attacchi, come ad esempio un colpo d'arco, siano più veloci di altri, ad esempio l'ampia rotazione di uno spadone a due mani, implica la possibilità, agendo col giusto tempismo, di effettuare delle combinazioni simultanee di più attacchi, le quali è inutile dirlo saranno decisamente più efficaci degli attacchi standard.
Va da sé che se da un lato questo sistema ci permette interessanti combo, dall'altro ci obbliga a un certo livello di attenzione, sia per studiare adeguatamente la strategia e la sequenza di attacchi di ogni specifico nemico (saranno più efficaci i colpi inferti mentre è sospeso in aria o quelli scagliati mentre è prono?) sia per agire tempestivamente qualora cominci a lampeggiare (per brevissimo tempo) l'icona del contrattacco. Si aggiunga al tutto il fatto che la magia, disponibile solo a determinati personaggi, sarà una merce rara: l'assenza di "punti mana" ci obbliga ad assorbire la carica magica direttamente dai nemici, azione che sarà possibile (indovinate un po'?) solo effettuando le giuste combo. Insomma: un Battle System si a turni ma con una forte componente di tempismo reale. Con l'esperienza accumulata in battaglia, poi, i personaggi potranno apprendere e migliorare un gran numero di abilità (ed è così che li "regoleremo" alla bisogna secondo le richiese di Freya), oltre che sviluppare i lati positivi della propria natura (coraggioso, autoritario, affettuoso) o viceversa "limare" le loro imperfezioni (spaccone, tirannico, iperprotettivo, tanto per fare esempi similari).
Tecnicamente, come già accennato, il gioco prende in toto la realizzazione originaria per PS1 e vi aggiunge un set di filmati in CG di ultima generazione. Questo vuol dire che, con l'unica eccezione di questi ultimi, tutti fenomenali come solo la Square-Enix ci ha abituati, avremo per il resto una grafica da "primi tempi" della PS1, con Sprite bidimensionali in bassa risoluzione e ambienti a scorrimento laterale con al massimo un paio di livelli di parallasse, quasi a livello di 16 bit; le uniche realizzazioni 3D saranno costituite dalla mappa del mondo, tra l'altro molto semplice, e dalla mappa dei dungeon, estremamente schematica. Il tutto è indubbiamente pulito e funzionale, ma non aspettatevi certo nulla di mirabolante per i tempi che corrono. Encomiabile invece il banco sonoro: tutte le musiche sono di ottima qualità, e vanno dai brani gravi e tematici delle storie ai ritmi incalzanti delle esplorazioni e dei combattimenti, il tutto accompagnato da ottimi effetti sonori e numerosissimi doppiaggi in Inglese, unica lingua in cui sono disponibili i testi.
Il sistema di gioco non è esattamente tra i più immediati: ci vorrà più di una manciata di scontri perché vi impratichiate col Battle System, nonostante alla fin fine sia concettualmente semplice, e purtroppo il tutorial di gioco in questo senso è piuttosto scarno, rimandando gran parte delle finezze al libretto d'istruzioni e all'Help disponibile dopo il primo dungeon: è una concezione dell'approccio che richiede pertanto una considerevole spesa di tempo, propria dei giochi di quel periodo (anche il rinomato FFVII, se ci fate caso, era strutturato così!), aspetto che si riscontra anche in altri elementi, come ad esempio il fatto che i Savepoint siano piuttosto rari (non più di uno o massimo due per i dungeon più grossi). Questi elementi di non-immediatezza minano un po' la giocabilità, così come il fatto che le storie degli umani ci vedano spesso come semplici spettatori non mantiene certo alto il tenore, ma d'altro canto abbiamo una trama generale originale, moltissimi personaggi e dungeon decisamente ben studiati i quanto a struttura e segreti, oltre a un cast di nemici che non disdegnano all'occorrenza di farsi veramente rognosi.
Il fatto che il gioco sia "a tempo" ci dà un indice relativo della sua durata, che a difficoltà normale dovrebbe aggirarsi intorno alle quaranta ore; il fatto che siano presenti tre livelli di difficoltà, con differenze tra l'uno e l'altro quanto a numero di personaggi e di dungeon, e che siano conseguibili tre finali differenti (uno dei quali inaccessibile al livello facile) è indice che il gioco si ripromette di essere rigiocato una volta portato a termine. In sostanza, un lavoro estremamente interessante che ha però forse l'unico difetto di sentire ormai opprimente il peso dell'età, e che forse avrebbe meritato un serio remake piuttosto che una "semplice" conversione; a prescindere da ciò, un JRPG originale ed intramontabile che non mancherà di appassionarvi.