Vanishing Point
di
Redazione Gamesurf
TACCO E PUNTA
Tecnicamente, Vanishing Point è impressionante. Sfruttando un solido motore grafico stabile a 25 fotogrammi al secondo in versione PAL (si sale a 30 con le edizioni NTSC), attorno a noi sfrecceranno circuiti fluidi, finemente mappati da texture realizzate con ingegno e stile, ricchi di costruzioni complesse che nonostante il loro gran livello di dettaglio non riusciranno mai a mettere in crisi il processore dell'anziana PlayStation. I modelli delle macchine sono discretamente complessi, con le curve esaltate da un mapping ambientale elegante, costantemente presente, ma che non cade mai nell'eccesso come altri famosi colleghi
Un grande plauso va riservato alla realizzazione dei menu e delle varie schermate di caricamento (peraltro abbastanza rapidi ed indolore): elevatissimo è il livello di design infuso in ogni particolare, dalle sfumature blu del background al layout semplice, funzionale e sportivo al tempo stesso, che non conosce proprio la banalità
Altro discorso va fatto per le musiche ed il sonoro in generale: ad accompagnare le nostre scorribande in pista ci saranno le solite e stra-abusate tracce simil tecno, di mediocre fattura incapace di risultare orecchiabili se non che un paio di canzoni. Ancora peggiore è il discorso sul rombo del motori: praticamente uguali da macchina e macchina e per giunta degni di una motozappa ingrippata
Il comparto sonoro si rivela una forte delusione
DIFETTANDO
Purtroppo anche dal punto di vista della giocabilità Vanishing Point non raggiunge gli stessi altissimi livelli raggiunti dalla sezione grafica. L'idea di un ibrido arcade-simulatore non è da scartare a priori, tutt'altro, ma è proprio nel sistema di controllo dove si possono riscontrare le maggiori pecche. La curva d'apprendimento, se proprio non si è animali da giochi di guida, è ripidissima: il giocatore si ritroverà a controllare una macchina dalle reazioni imprevedibili e volutamente esagerate, che non riesce né a privilegiare chi usa un metodo di guida drift (impostato sul sovrasterzo e sulla sbandata controllata) né chi padroneggia uno stile più pulito. La sensazione di guidare su una pista-saponetta rimarrà perenne per tutta la durata della gara, portando in evidente sottomissione il giocatore, che non troverà sicuramente nulla di gratificante nel compiere giri su giri indicando "timidamente" la direzione alla macchina, pregando di essere assecondato piuttosto che sentirsi il vero pilota del bolide di turno
Tecnicamente, Vanishing Point è impressionante. Sfruttando un solido motore grafico stabile a 25 fotogrammi al secondo in versione PAL (si sale a 30 con le edizioni NTSC), attorno a noi sfrecceranno circuiti fluidi, finemente mappati da texture realizzate con ingegno e stile, ricchi di costruzioni complesse che nonostante il loro gran livello di dettaglio non riusciranno mai a mettere in crisi il processore dell'anziana PlayStation. I modelli delle macchine sono discretamente complessi, con le curve esaltate da un mapping ambientale elegante, costantemente presente, ma che non cade mai nell'eccesso come altri famosi colleghi
Un grande plauso va riservato alla realizzazione dei menu e delle varie schermate di caricamento (peraltro abbastanza rapidi ed indolore): elevatissimo è il livello di design infuso in ogni particolare, dalle sfumature blu del background al layout semplice, funzionale e sportivo al tempo stesso, che non conosce proprio la banalità
Altro discorso va fatto per le musiche ed il sonoro in generale: ad accompagnare le nostre scorribande in pista ci saranno le solite e stra-abusate tracce simil tecno, di mediocre fattura incapace di risultare orecchiabili se non che un paio di canzoni. Ancora peggiore è il discorso sul rombo del motori: praticamente uguali da macchina e macchina e per giunta degni di una motozappa ingrippata
Il comparto sonoro si rivela una forte delusione
DIFETTANDO
Purtroppo anche dal punto di vista della giocabilità Vanishing Point non raggiunge gli stessi altissimi livelli raggiunti dalla sezione grafica. L'idea di un ibrido arcade-simulatore non è da scartare a priori, tutt'altro, ma è proprio nel sistema di controllo dove si possono riscontrare le maggiori pecche. La curva d'apprendimento, se proprio non si è animali da giochi di guida, è ripidissima: il giocatore si ritroverà a controllare una macchina dalle reazioni imprevedibili e volutamente esagerate, che non riesce né a privilegiare chi usa un metodo di guida drift (impostato sul sovrasterzo e sulla sbandata controllata) né chi padroneggia uno stile più pulito. La sensazione di guidare su una pista-saponetta rimarrà perenne per tutta la durata della gara, portando in evidente sottomissione il giocatore, che non troverà sicuramente nulla di gratificante nel compiere giri su giri indicando "timidamente" la direzione alla macchina, pregando di essere assecondato piuttosto che sentirsi il vero pilota del bolide di turno
Vanishing Point
Vanishing Point
Pur presentandosi con un'impeccabile cosmesi grafica, Vanishing Point delude, principalmente per via del metodo di controllo irrazionale ed esagerato che rende frustrante un gioco già in sé altamente difficile. Un titolo che può essere preso in considerazione solo dai più fanatici appassionati di giochi di corsa, che si divertiranno con le 32 macchine reali disponibili o a chi vuole godersi una tech demo quasi postuma per PlayStation.