Victorious Boxer 2
di
Stefano Besi
Il problema di ogni gioco sportivo che si rispetti è rappresentato dal suo avversario. Scendere in campo significa scontrarsi con prodotti altrettanto agguerriti, abituati magari da due o tre generazioni a calcare la scena. Lo sanno bene, per fare un esempio, tutti quei giochi che cercano di inserirsi nella leggendaria partita di calcio tra Pro Evolution Soccer e Fifa. La boxe, in formato videoludico, ha vissuto momenti di prestigio come ai tempi di Super Punch Out per Super Nintendo (controbilanciato da Muhammad Ali Heavyweight Boxing per Megadrive), per poi passare attraverso periodi bui rischiarati soltanto da qualche saltuaria licenza ben sfruttata. Tra questi va ricordato il recente gioco dedicato a Rocky, che pur senza eccellere in nessun aspetto è riuscito a cogliere lo spirito della saga cinematografica. In generale, purtroppo, i titoli dedicati a questo sport spesso sono viziati da eccessivo tecnicismo o da una realizzazione penosa. Victorious Boxers è arrivato silenziosamente al secondo episodio, traendo ispirazione da un conosciuto manga e riproponendo la storia di Ippo Makunouchi (e dei suoi amici/nemici) giocabile via joypad.
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Il primo round non è dei migliori. La grafica non sfrutta assolutamente le potenzialità della Playstation 2 e il gioco sembra nato cinque anni fa, insieme alla console. Al ciclo finale della vita di un hardware ci si aspetterebbe ben altra magnificenza, invece questo aspetto è stato assolutamente trascurato: i luoghi degli incontri risultano spogli e gli spettatori in bitmap non sono un prezzo da pagare per vedere splendidi modelli 3d dei pugili, anzi. I protagonisti, infatti, non sono dotati di un numero sufficiente di poligoni tale da renderli gradevoli alla vista. Unica nota a favore, il rispetto dello stile del manga, ma anche sotto questo aspetto si poteva fare molto di più.
Superato il colpo iniziale, esploriamo le varie modalità che ci vengono offerte. Esibizione e Torneo non lasciano nulla alla fantasia, mentre lo story mode necessita un approfondimento, perché è qui che il gioco sferra i migliori colpi. L'ascesa di Ippo Makunouchi è portata avanti grazie a scene animate (purtroppo con lo stesso motore grafico del gioco) che coprono tutti i momenti salienti della storia, andando a percorrere a volte strade parallele e incontri di boxe di altri pugili. A volte queste scene durano anche più di dieci minuti (d'orologio!) e quello che può essere straordinario per un fan, rischia di diventare estremamente noioso per chi cerca solamente un gran gioco sulla nobile arte. Il fatto che le scene possano essere saltate o accelerate aiuta solo in parte a evitare questo problema, perché passando direttamente all'incontro si perderà completamente il senso della storia, mentre accelerando il gusto della narrazione sarà impoverito. Dopo aver conosciuto i retroscena, finalmente, lo speaker presenterà i due combattenti e l'incontro avrà inizio.
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Nel gioco di gambe Victorious Boxers si rivela promettente, ma ancora acerbo per aspirare al titolo: il sistema di gioco è interessante come concezione, ma di difficile applicazione pratica. Con la levetta analogica controllerete sia i movimenti del vostro pugile, sia le sue schivate. Un leggero movimento produrrà una schivata nella direzione corrispondente, mentre tenendola piegata fino a fine corsa vi sposterete sul ring. Il vostro personaggio manterrà automaticamente l'avversario di fronte a voi e questo vi permetterà di attuare manovre aggiranti e molto tattiche. L'orientamento del vostro pugile non influisce in nessun modo sui controlli: da qualsiasi punto di vista venga inquadrato, spostare la leva verso l'alto lo farà avanzare verso l'avversario e lo stesso vale ovviamente per le altre direzioni cardinali. Questa rigidità, per quanto inizialmente non intuitiva, viene velocemente assimilata. I problemi più gravi nascono dalla sovrapposizione delle schivate con il movimento del pugile: nella concitazione di un incontro non è sempre facile dosare il giusto movimento per eseguire una schivata e spesso, oltre a essere colpiti dal gancio dell'avversario, vedremo il nostro personaggio non obbedire alle nostre intenzioni e camminare esponendosi alla conseguente scarica di colpi.
Il livello tattico degli scontri, se avrete la pazienza e la capacità di domare il sistema di controllo, è alto, grazie anche alla mancanza di qualsiasi indicatore sullo schermo. Se il colpo ricevuto è quello di troppo, lo scoprirete finendo al tappeto, esattamente come vi accorgerete della stanchezza del pugile guardando la velocità dei sui colpi. A favore di Victorious Boxers 2 c'è la grande varietà di personaggi che rende gli incontri vari, a patto che scegliate un livello di difficoltà diverso da easy. In quel caso vi troverete ad assistere alle scene di intermezzo per poi combattere due minuti, vincere per KO e ricominciare a seguire minuti su minuti di storia. Già al livello normal sarete costretti ad affrontare per vincere, prima ancora dei pugili, il sistema di controllo. Se riuscirete a superare questo scoglio, prima che la frustrazione si impadronisca di voi, allora avrete davanti un buon gioco. Infatti ogni pugile ha i suoi colpi personali (alcuni possono anche rallentare il tempo con una sorta di "bullet time") e va affrontato nel modo giusto. Solo allora scoprirete che Victorious Boxers ha dalla sua qualche colpo vincente.
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Il primo round non è dei migliori. La grafica non sfrutta assolutamente le potenzialità della Playstation 2 e il gioco sembra nato cinque anni fa, insieme alla console. Al ciclo finale della vita di un hardware ci si aspetterebbe ben altra magnificenza, invece questo aspetto è stato assolutamente trascurato: i luoghi degli incontri risultano spogli e gli spettatori in bitmap non sono un prezzo da pagare per vedere splendidi modelli 3d dei pugili, anzi. I protagonisti, infatti, non sono dotati di un numero sufficiente di poligoni tale da renderli gradevoli alla vista. Unica nota a favore, il rispetto dello stile del manga, ma anche sotto questo aspetto si poteva fare molto di più.
Superato il colpo iniziale, esploriamo le varie modalità che ci vengono offerte. Esibizione e Torneo non lasciano nulla alla fantasia, mentre lo story mode necessita un approfondimento, perché è qui che il gioco sferra i migliori colpi. L'ascesa di Ippo Makunouchi è portata avanti grazie a scene animate (purtroppo con lo stesso motore grafico del gioco) che coprono tutti i momenti salienti della storia, andando a percorrere a volte strade parallele e incontri di boxe di altri pugili. A volte queste scene durano anche più di dieci minuti (d'orologio!) e quello che può essere straordinario per un fan, rischia di diventare estremamente noioso per chi cerca solamente un gran gioco sulla nobile arte. Il fatto che le scene possano essere saltate o accelerate aiuta solo in parte a evitare questo problema, perché passando direttamente all'incontro si perderà completamente il senso della storia, mentre accelerando il gusto della narrazione sarà impoverito. Dopo aver conosciuto i retroscena, finalmente, lo speaker presenterà i due combattenti e l'incontro avrà inizio.
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Nel gioco di gambe Victorious Boxers si rivela promettente, ma ancora acerbo per aspirare al titolo: il sistema di gioco è interessante come concezione, ma di difficile applicazione pratica. Con la levetta analogica controllerete sia i movimenti del vostro pugile, sia le sue schivate. Un leggero movimento produrrà una schivata nella direzione corrispondente, mentre tenendola piegata fino a fine corsa vi sposterete sul ring. Il vostro personaggio manterrà automaticamente l'avversario di fronte a voi e questo vi permetterà di attuare manovre aggiranti e molto tattiche. L'orientamento del vostro pugile non influisce in nessun modo sui controlli: da qualsiasi punto di vista venga inquadrato, spostare la leva verso l'alto lo farà avanzare verso l'avversario e lo stesso vale ovviamente per le altre direzioni cardinali. Questa rigidità, per quanto inizialmente non intuitiva, viene velocemente assimilata. I problemi più gravi nascono dalla sovrapposizione delle schivate con il movimento del pugile: nella concitazione di un incontro non è sempre facile dosare il giusto movimento per eseguire una schivata e spesso, oltre a essere colpiti dal gancio dell'avversario, vedremo il nostro personaggio non obbedire alle nostre intenzioni e camminare esponendosi alla conseguente scarica di colpi.
Il livello tattico degli scontri, se avrete la pazienza e la capacità di domare il sistema di controllo, è alto, grazie anche alla mancanza di qualsiasi indicatore sullo schermo. Se il colpo ricevuto è quello di troppo, lo scoprirete finendo al tappeto, esattamente come vi accorgerete della stanchezza del pugile guardando la velocità dei sui colpi. A favore di Victorious Boxers 2 c'è la grande varietà di personaggi che rende gli incontri vari, a patto che scegliate un livello di difficoltà diverso da easy. In quel caso vi troverete ad assistere alle scene di intermezzo per poi combattere due minuti, vincere per KO e ricominciare a seguire minuti su minuti di storia. Già al livello normal sarete costretti ad affrontare per vincere, prima ancora dei pugili, il sistema di controllo. Se riuscirete a superare questo scoglio, prima che la frustrazione si impadronisca di voi, allora avrete davanti un buon gioco. Infatti ogni pugile ha i suoi colpi personali (alcuni possono anche rallentare il tempo con una sorta di "bullet time") e va affrontato nel modo giusto. Solo allora scoprirete che Victorious Boxers ha dalla sua qualche colpo vincente.
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Victorious Boxer 2
6
Voto
Redazione
Victorious Boxer 2
KO tecnico. Peccato per Victorious Boxers 2, perché escluso qualche fan del fumetto e qualche appassionato di boxe, nessuno sarà in grado di apprezzare il gioco. Peccato perché va al tappeto nonostante un discreto gioco di gambe e qualche colpo a effetto. Una prestazione sufficiente, da tenere in considerazione solo se si appartiene alle due categorie sopra citate.