Viking: Battle for Asgard
Secondo la mitologia Nordica, il mondo abitato da noi mortali ha nome Midgard ed é sospeso tra il regno dei morti in infamia, il Niphleim, e il regno degli Dei, l'Asgard dove abita Odino e dove si trova il palazzo del Valalla, paradiso dei guerrieri valorosi. Le cose precipitano quando Hel, figlia di Loki e sovrana del Niphleim, decisa a vendicarsi con Odino per averla bandita, trasforma i morti sotto il suo dominio in demoni e con questi invade Midgard.
Per reagire a questa minaccia, la dea Freya sceglie tra i mortali un campione, il giovane guerriero Skarin, perché liberi e raduni le forze vichinghe prigioniere della Legione di Hel e costituisca con esse un esercito tramite cui liberare il mondo, un'isola dopo l'altra. Inoltre, Freya dona a Skarin il suo medaglione Brisingamen, utile per ricevere da lei informazioni e consigli, nonché per riportarlo in vita al suo accampamento qualora incrociasse la morte. Rimane però palese il fatto che anche Hel ha a disposizione i suoi guerrieri scelti ed il suo personale campione...
Permeato di mitologia e ambientazione nordica, Viking: Battle for Asgard ci fa vestire i succinti abiti di Skarin e ci sfida a combattere con lui la battaglia per la salvezza del mondo e la conquista del proprio posto nel paradiso dei valorosi. Per la stragrande maggioranza della storia il nostro eroe dovrà agire in solitario, attraversando lande desolate e corrotte dal potere di Hel, infiltrandosi negli accampamenti e nelle roccaforti della Legione, liberando clan Vichinghi che possano abbracciare la sua causa o svolgendo varie altre missioni per conto di questi, come la ricerca di particolari oggetti o l'uccisione di infami traditori.
Quando finalmente la sua cerca avrà raggiunto tutti i requisiti previsti dal gioco, il che coincide con il superamento di tutte le missioni previste, il nostro eroe potrà finalmente guidare il suo esercito contro le roccaforti più potenti della Legione, cosicché il gioco assumerà in toto l'aspetto di una battaglia campale.
A prescindere da quale delle due fasi stiate giocando, il sistema di controllo di Skarin sarà sempre il medesimo, vale a dire analogico per il movimento (seconda levetta per l'inquadratura), tasti frontali per attaccare (colpo veloce e colpo potente), saltare e interagire con l'ambiente circostante, e tasti laterali per la parata, le mosse speciali e l'utilizzo dell'equipaggiamento “consumabile”, come pozioni curative o asce da lancio.
Abbattendo nemici, il nostro eroe assorbirà delle sfere di energia rossa che andranno a riempire un'apposita barra: in qualsiasi momento quest'energia così incamerata potrà essere trasformata in potere elementale con cui ricoprire le sue armi (a scelta tra fuoco, ghiaccio o fulmine, anche se prima sarà necessario acquistare le apposite rune) in modo da aumentare i danni e gli effetti collaterali. Le combo alla base sono piuttosto limitate, ma sacrificando del denaro agli appositi circoli di pietre sarà possibile apprendere dai fantasmi degli antenati nuove tecniche via via più potenti (e costose).
Quando finalmente giungeremo alle attese (e temute) battaglie campali, tutto questo set di comandi non cambierà di una virgola, ma dal momento in cui Skarin evocherà il suo primo Drago si aggiungerà la possibilità di mandarlo a colpire dei bersagli specifici: accedendo alla mappa e sacrificando le apposite “rune del drago” sarà pertanto possibile volgere rapidamente le sorti della battaglia in nostro favore. Per il resto, gli obiettivi dello scontro sono solitamente costituiti dagli sciamani nemici che continuamente evocano nuove truppe sul campo, e che andranno privati delle loro protezioni prima di poter essere finalmente tagliuzzati.
A condire tutti i combattimenti, l'oramai pluritestato sistema degli hotkeys: certi bersagli, dopo essere stati debitamente indeboliti, non potranno essere uccisi se non entrando direttamente in “contrasto” con loro e premendo le varie sequenze di tasti man mano che questi compaiono sullo schermo. Persino gli avversari comuni, molto spesso, una volta menomati rimarranno a barcollare per pochi secondi con un'icona sulla testa, segno che possono essere finiti con una combo truculenta che frutterà a Skarin un extra di sfere rosse.
Tecnicamente il giudizio su Viking é agrodolce: l'impatto grafico é notevole, soprattutto grazie al pregevole studio degli ambienti e delle strutture che si rifanno alla tradizione norrena, e alla realizzazione del modello del protagonista, molto ben studiato e dettagliato, e per dirla tutta anche leggermente somigliante ad un Arnold di Conan-iana memoria. Un elemento grafico veramente piacevole é l'effetto di luce emanato da Brisingamen, un pendaglio mobile sulle schiena di Skarin che illumina in tempo reale l'ambiente circostante in maniera molto realistica.
Andando avanti troviamo personaggi e nemici tutti piuttosto ben realizzati, ma purtroppo totalmente privi di varietà (anche i capi vichinghi che hanno un nome e una personalità non si distinguono l'uno dall'altro). Lo studio delle mappe é gradevole e talvolta per raggiungere forzieri e sacche di denaro dovrete girare a lungo intorno al punto segnalato da Brisingamen. Man mano che liberate tribù e strutture dalla morsa della Legione, la notte eterna lascerà piacevolmente spazio all'alba ed alla luce del giorno, con una variazione sensibile.
Ciò che del comparto grafico non si può definire pienamente soddisfacente é l'inquadratura, la quale sebbene sia libera talvolta tende ad oscurare Skarin mettendo in primo piano fronde, cespugli o addirittura soffitti, ed é talmente stretta che spesso, quando si é circondati da nemici, non si vede quello da cui arrivano gli attacchi (fortunatamente questo non pregiudica il gameplying giacché la parata funziona a 360). Ancora, durante le battaglie più trafficate può verificarsi un calo di frame-rate.
Anche nelle animazioni c'é qualche punto oscuro, soprattutto durante le combo finali, quando l'ascia di Skarin arriva a staccare teste anche da trenta-quaranta centimetri di distanza. Ma quello che veramente é deludente é tutto il parco audio: la colonna sonora conta infatti alcuni brani tra il fantasy ed il maestoso che ben si sposerebbero con la vicenda e l'ambientazione, se solo si degnassero di farsi sentire di tanto in tanto!
Per tutta la fase esplorativa, infatti, la musica tace, facendo occasionalmente capolino solo durante gli scontri con molti nemici o coi boss, oppure durante le battaglie. La cosa sarebbe accettabile se solo fosse presente un massiccio parco di suoni d'ambiente, ma purtroppo questi si limitano ai passi di Skarin e a pochi altri elementi come fiumi o macchinari, troppo occasionali per essere apprezzati. Colpo di grazia, alcuni effetti sonori talvolta non vengono eseguiti correttamente insieme all'evento, ed abbiamo così cancelli che si spalancano a calci senza fare rumore o viceversa serrature che sferragliano come corazzate. Unica nota positiva: i doppiaggi in Italiano sono più che dignitosi, sebbene talvolta il testo scritto non corrisponda a quello orale (problemi di traduzione).
La giocabilità va analizzata nelle due differenti fasi dell'avventura, vale a dire l'esplorazione solitaria e le battaglie campali. Nel primo caso abbiamo a che fare con un action/adventure dalle tinte stealth che diventano vieppiù marcate man mano che la vicenda va avanti e le quantità dei nemici aumentano: se per liberare i primi vichinghi vi basterà irrompere tra le guardie nemiche e falciarle a colpi d'ascia, per ottenere certe reliquie da metà del gioco in poi dovrete letteralmente strisciare tra caserme e nutrite pattuglie di soldati scelti cercando di minimizzare gli scontri in campo aperto.
Le battaglie campali invece fanno quasi assumere al gioco la tinta di un Dynasty Warriors, ma il “quasi” é sicuramente d'obbligo giacché il rapporto tra le unità avversarie e le loro capacità di combattimento rimane immutato rispetto all'esplorazione. Insomma: toglietevi dalla testa di poter falciare quattro nemici alla volta e lanciarvi più o meno indisturbati verso il boss, perché dovrete anzi farvi spesso scudo con le vostre truppe e avanzare cautamente guadagnando con le unghie e coi denti ogni maledetto metro di terreno nemico.
L'alchimia finale funziona invero piuttosto bene: le missioni sono abbastanza numerose e, nella loro evoluzione di difficoltà, sufficientemente varie da farsi apprezzare, e le battaglie sono abbastanza massicce, ma non insuperabili, da costituire un valido diversivo per movimentare il tutto. Purtroppo non manca qualche errore grossolano, come quello già citato delle inquadrature o la propensione di Skarin a saltare staccionate e muretti anche quando oltre c'é uno strapiombo mortale, ma in sostanza il titolo si lascia giocare con piacere e tiene impegnato il giocatore senza urlare al miracolo ma neanche senza imprecare per il tempo perduto.
La vicenda si snoda attraverso tre isole, ciascuna delle quali con una battaglia intermedia ed una finale, e dall'inizio alla fine richiede tra le dieci e le dodici ore di gioco, a seconda che puntiate dritti agli obiettivi o vi soffermiate a raccogliere tesori, oggetti e tecniche di combattimento. Per un Action/Arcade non sono poi male: concludendo, Viking si merita tranquillamente una più che discreta promozione, sebbene rimanga il rimpianto che forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più...
Per reagire a questa minaccia, la dea Freya sceglie tra i mortali un campione, il giovane guerriero Skarin, perché liberi e raduni le forze vichinghe prigioniere della Legione di Hel e costituisca con esse un esercito tramite cui liberare il mondo, un'isola dopo l'altra. Inoltre, Freya dona a Skarin il suo medaglione Brisingamen, utile per ricevere da lei informazioni e consigli, nonché per riportarlo in vita al suo accampamento qualora incrociasse la morte. Rimane però palese il fatto che anche Hel ha a disposizione i suoi guerrieri scelti ed il suo personale campione...
Permeato di mitologia e ambientazione nordica, Viking: Battle for Asgard ci fa vestire i succinti abiti di Skarin e ci sfida a combattere con lui la battaglia per la salvezza del mondo e la conquista del proprio posto nel paradiso dei valorosi. Per la stragrande maggioranza della storia il nostro eroe dovrà agire in solitario, attraversando lande desolate e corrotte dal potere di Hel, infiltrandosi negli accampamenti e nelle roccaforti della Legione, liberando clan Vichinghi che possano abbracciare la sua causa o svolgendo varie altre missioni per conto di questi, come la ricerca di particolari oggetti o l'uccisione di infami traditori.
Quando finalmente la sua cerca avrà raggiunto tutti i requisiti previsti dal gioco, il che coincide con il superamento di tutte le missioni previste, il nostro eroe potrà finalmente guidare il suo esercito contro le roccaforti più potenti della Legione, cosicché il gioco assumerà in toto l'aspetto di una battaglia campale.
A prescindere da quale delle due fasi stiate giocando, il sistema di controllo di Skarin sarà sempre il medesimo, vale a dire analogico per il movimento (seconda levetta per l'inquadratura), tasti frontali per attaccare (colpo veloce e colpo potente), saltare e interagire con l'ambiente circostante, e tasti laterali per la parata, le mosse speciali e l'utilizzo dell'equipaggiamento “consumabile”, come pozioni curative o asce da lancio.
Abbattendo nemici, il nostro eroe assorbirà delle sfere di energia rossa che andranno a riempire un'apposita barra: in qualsiasi momento quest'energia così incamerata potrà essere trasformata in potere elementale con cui ricoprire le sue armi (a scelta tra fuoco, ghiaccio o fulmine, anche se prima sarà necessario acquistare le apposite rune) in modo da aumentare i danni e gli effetti collaterali. Le combo alla base sono piuttosto limitate, ma sacrificando del denaro agli appositi circoli di pietre sarà possibile apprendere dai fantasmi degli antenati nuove tecniche via via più potenti (e costose).
Quando finalmente giungeremo alle attese (e temute) battaglie campali, tutto questo set di comandi non cambierà di una virgola, ma dal momento in cui Skarin evocherà il suo primo Drago si aggiungerà la possibilità di mandarlo a colpire dei bersagli specifici: accedendo alla mappa e sacrificando le apposite “rune del drago” sarà pertanto possibile volgere rapidamente le sorti della battaglia in nostro favore. Per il resto, gli obiettivi dello scontro sono solitamente costituiti dagli sciamani nemici che continuamente evocano nuove truppe sul campo, e che andranno privati delle loro protezioni prima di poter essere finalmente tagliuzzati.
A condire tutti i combattimenti, l'oramai pluritestato sistema degli hotkeys: certi bersagli, dopo essere stati debitamente indeboliti, non potranno essere uccisi se non entrando direttamente in “contrasto” con loro e premendo le varie sequenze di tasti man mano che questi compaiono sullo schermo. Persino gli avversari comuni, molto spesso, una volta menomati rimarranno a barcollare per pochi secondi con un'icona sulla testa, segno che possono essere finiti con una combo truculenta che frutterà a Skarin un extra di sfere rosse.
Tecnicamente il giudizio su Viking é agrodolce: l'impatto grafico é notevole, soprattutto grazie al pregevole studio degli ambienti e delle strutture che si rifanno alla tradizione norrena, e alla realizzazione del modello del protagonista, molto ben studiato e dettagliato, e per dirla tutta anche leggermente somigliante ad un Arnold di Conan-iana memoria. Un elemento grafico veramente piacevole é l'effetto di luce emanato da Brisingamen, un pendaglio mobile sulle schiena di Skarin che illumina in tempo reale l'ambiente circostante in maniera molto realistica.
Andando avanti troviamo personaggi e nemici tutti piuttosto ben realizzati, ma purtroppo totalmente privi di varietà (anche i capi vichinghi che hanno un nome e una personalità non si distinguono l'uno dall'altro). Lo studio delle mappe é gradevole e talvolta per raggiungere forzieri e sacche di denaro dovrete girare a lungo intorno al punto segnalato da Brisingamen. Man mano che liberate tribù e strutture dalla morsa della Legione, la notte eterna lascerà piacevolmente spazio all'alba ed alla luce del giorno, con una variazione sensibile.
Ciò che del comparto grafico non si può definire pienamente soddisfacente é l'inquadratura, la quale sebbene sia libera talvolta tende ad oscurare Skarin mettendo in primo piano fronde, cespugli o addirittura soffitti, ed é talmente stretta che spesso, quando si é circondati da nemici, non si vede quello da cui arrivano gli attacchi (fortunatamente questo non pregiudica il gameplying giacché la parata funziona a 360). Ancora, durante le battaglie più trafficate può verificarsi un calo di frame-rate.
Anche nelle animazioni c'é qualche punto oscuro, soprattutto durante le combo finali, quando l'ascia di Skarin arriva a staccare teste anche da trenta-quaranta centimetri di distanza. Ma quello che veramente é deludente é tutto il parco audio: la colonna sonora conta infatti alcuni brani tra il fantasy ed il maestoso che ben si sposerebbero con la vicenda e l'ambientazione, se solo si degnassero di farsi sentire di tanto in tanto!
Per tutta la fase esplorativa, infatti, la musica tace, facendo occasionalmente capolino solo durante gli scontri con molti nemici o coi boss, oppure durante le battaglie. La cosa sarebbe accettabile se solo fosse presente un massiccio parco di suoni d'ambiente, ma purtroppo questi si limitano ai passi di Skarin e a pochi altri elementi come fiumi o macchinari, troppo occasionali per essere apprezzati. Colpo di grazia, alcuni effetti sonori talvolta non vengono eseguiti correttamente insieme all'evento, ed abbiamo così cancelli che si spalancano a calci senza fare rumore o viceversa serrature che sferragliano come corazzate. Unica nota positiva: i doppiaggi in Italiano sono più che dignitosi, sebbene talvolta il testo scritto non corrisponda a quello orale (problemi di traduzione).
La giocabilità va analizzata nelle due differenti fasi dell'avventura, vale a dire l'esplorazione solitaria e le battaglie campali. Nel primo caso abbiamo a che fare con un action/adventure dalle tinte stealth che diventano vieppiù marcate man mano che la vicenda va avanti e le quantità dei nemici aumentano: se per liberare i primi vichinghi vi basterà irrompere tra le guardie nemiche e falciarle a colpi d'ascia, per ottenere certe reliquie da metà del gioco in poi dovrete letteralmente strisciare tra caserme e nutrite pattuglie di soldati scelti cercando di minimizzare gli scontri in campo aperto.
Le battaglie campali invece fanno quasi assumere al gioco la tinta di un Dynasty Warriors, ma il “quasi” é sicuramente d'obbligo giacché il rapporto tra le unità avversarie e le loro capacità di combattimento rimane immutato rispetto all'esplorazione. Insomma: toglietevi dalla testa di poter falciare quattro nemici alla volta e lanciarvi più o meno indisturbati verso il boss, perché dovrete anzi farvi spesso scudo con le vostre truppe e avanzare cautamente guadagnando con le unghie e coi denti ogni maledetto metro di terreno nemico.
L'alchimia finale funziona invero piuttosto bene: le missioni sono abbastanza numerose e, nella loro evoluzione di difficoltà, sufficientemente varie da farsi apprezzare, e le battaglie sono abbastanza massicce, ma non insuperabili, da costituire un valido diversivo per movimentare il tutto. Purtroppo non manca qualche errore grossolano, come quello già citato delle inquadrature o la propensione di Skarin a saltare staccionate e muretti anche quando oltre c'é uno strapiombo mortale, ma in sostanza il titolo si lascia giocare con piacere e tiene impegnato il giocatore senza urlare al miracolo ma neanche senza imprecare per il tempo perduto.
La vicenda si snoda attraverso tre isole, ciascuna delle quali con una battaglia intermedia ed una finale, e dall'inizio alla fine richiede tra le dieci e le dodici ore di gioco, a seconda che puntiate dritti agli obiettivi o vi soffermiate a raccogliere tesori, oggetti e tecniche di combattimento. Per un Action/Arcade non sono poi male: concludendo, Viking si merita tranquillamente una più che discreta promozione, sebbene rimanga il rimpianto che forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più...
Viking: Battle for Asgard
7.5
Voto
Redazione
Viking: Battle for Asgard
Viking svolge piacevolmente il suo lavoro di catapultarci in un'ambientazione da mitologia nordica alla dinamica ricerca di alleati al fianco dei quali combattere aspre battaglie di riconquista, via di mezzo tra l'action/arcade ed il picchiaduro su larga scala. Per quanto la miscela alchemica sembri funzionare benissimo e le singole parti risultino tutto sommato più che godibili, al risultato finale manca qualcosa per poterlo veramente considerare un capolavoro, vuoi per qualche imperfezione al sonoro, vuoi per un minimo di ripetitività. Ma d'altronde non tutti i giochi devono necessariamente essere dei capolavori, ed alcuni – come Viking – si accontentano di essere dei titoli piacevoli e nel complesso ben realizzati. Godibile.