Virtua Tennis

di Redazione Gamesurf
Prima che liquidiate la recensione con un categorico "quello che scrive si é fumato i neuroni", urge sottolineare che la situazione descritta in occhiello verrà resa perlomeno comprensibile in qualche paragrafo qui sotto. Punto e a capo
Cos'é Virtua Tennis? Domanda difficile a cui é però facile non solo dare una risposta, ma addirittura fornirne molteplici: un videogioco dedicato all'antico sport di McEnroe (e fin qui), un videogioco arcade? O una simulazione tennistica degna dei più canuti Pro Tennis Tour, Super Tennis e compagnia bella? O ancora: una semplice dimostrazione bruta di potenza da parte di una console in piena attività ormonale? Tutto questo e poco meno

SE MI BACKSPINNI LA VOLEE' DI RITORNO CON UN TAGLIATO..
Ennesima conversione dalla scheda da coin-op Naomi (praticamente un Dreamcast da bar con maggior capienza di memoria), Virtua Tennis segue la fedele strada spianata da Virtua Striker 2000.1, prima, e Crazy Taxi, poi. In attesa di F355 Challenge, 18 Wheeler e Outrigger (per tacere di Power Stone). La conversione da Naomi può ormai essere associata a perlomeno un concetto che, poco per volta, si é fatto istintivo: realizzazione tecnica estremamente fedele alla controparte arcade. O, dopo aver visto Virtua Tennis, quasi migliore della versione da bar. E non c'é molto di cui discutere
La console Sega si prende due bei respironi e urla in faccia alla concorrenza (chi sarà mai?) che é viva, é vegeta e scalcia come poche altre console hanno scalciato in questi ultimi anni. Incuranti (noi) di quello che potrà avvenire tra uno o due anni e dei livelli tecnologici che si potranno raggiungere, vi diciamo quello che c'é ORA, sugli scaffali dei negozi che OGGI esistono e sui televisori dei giocatori che OGGI hanno a casa un Dreamcast
Non tanta preveggenza e rituali magici, ma una dose di sana concretezza, come servirebbe in molti casi in questo settore. E quel che c'é é difficile da digerire in un sol colpo: texture semplicemente grandiose (forse le migliori viste in un qualsiasi titolo Dreamcast), modelli poligonali dei tennisti di pregevolissima fattura, animazioni estremamente fluide e innegabilmente "reali", riproduzioni dei palazzetti di gioco, del pubblico, dei terreni (con tanto di segni lasciati dalle scarpe dei tennisti sulla terra rossa!), degli arbitri, al di fuori di ogni discussione. E poi i gadget, goodies, cazzilli, chiamateli come volete: i giocatori seduti che sorseggiano una bevanda ricostituente, gli zoom sulla coppia di tennisti (in doppio) che si battono le mani o discutono dopo un punto semplice semplice andato in fumo