Virtua Tennis

di Redazione Gamesurf
Grande attenzione é posta anche nella differenziazione dei giocatori: se utilizzando un Kafelnikov é praticamente impossibile permettersi di giocare sotto rete con una certa disinvoltura e provando a organizzare spettacolini circensi, é invece vero che si può adottare un gioco da fondo campo, con larghe spazzate bimani e lungolinea alternati a incroci. Passando invece ad Haas, per esempio, si può tranquillamente affrontare la partita in modalità opposta a quanto appena descritto: ovvero voléé a non finire, rovesci, tutto gioco con una mano. Ancora: Moya appare come il tennista più equilibrato, riuscendo a offrire una grande potenza di battuta e un discreto gioco sia a fondo campo che sotto rete, pur non eccellendo particolarmente in quest'ultimo caso e preferendo qualche colpo bimane a i tocchi di fino. E così via per ognuno dei personaggi presenti. La situazione rimane simile ma leggermente meno rosea nel caso dei giocatori inventati, che risultano comunque discretamente caratterizzati

L'utilizzo di due soli tasti (colpo normale e lob) non inficia la simulazione di gioco, anche se si sarebbe potuto sperare in un utilizzo di più tasti per rendere ancor più tecnico il gioco. In questo modo l'immediatezza é assicurata e la facilità di gestione dell'incontro (perdersi nel marasma di due soli tasti e impresa difficile) ma si ha anche la sensazione che qualcosa di più si sarebbe potuto fare
Prima di rimandarvi al commento finale, ricordiamo che la versione europea del gioco (in uscita a breve) sarà completamente identica a questa controparte statunitense recensita, mentre quella giapponese dovrebbe offrire una modalità di gioco on-line, che, però, lungi da noi sapere se sarà sfruttabile anche al di fuori del paese del Sol Levante.