War Commander

di Redazione Gamesurf

Il primo, in un titolo così basato sulla fanteria, è essenziale per individuare postazioni nemiche e pericolose imboscate che potrebbero porre fine ad una missione in maniera fin troppo brutale. Certo, si può salvare e ricaricare a piacimento ma la sfida è quella di gestire attentamente le unità cercando la via tattica migliore. Il secondo, l' ingegnere, è colui che può costruire determinati edifici sempre in funzione della fanteria e non per costruire unità o colpire dalla distanza.

Così questo geniere potrà erigere torri su cui i cecchini svolgeranno i loro compiti con maggiore facilità oppure ospedali da campo per curare i feriti. Naturalmente non esistendo gestione delle risorse queste unità non sono create durante la battaglia ma vengono fornite in quantità e varietà precise dal gioco stesso all' inizio di una missione. Data la rigidità dell' impostazione, fortemente accentrata su una tipologia di unità, forse sarebbe stato meglio implementare la possibilità di configurare le proprie forze all' inizio della missione scegliendo, almeno entro certi parametri o con un determinato numero di "punti" da distribuire, il numero di unità da schierare e la loro dotazione. Di sicuro la scelta dei programmatori è ispirata a fornire la maggior sfida ma un po' più di libertà non avrebbe guastato in Warcommander.

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L' impossibilità di scegliere i propri uomini è compensata, come già in SS, dalla acquisizione di esperienza che essi fanno in battaglia migliorandone resistenza, danno e precisione. Anche qui non sarebbe stato male se questa esperienza venisse conservata e portata alla missione successiva: in realtà i soldati iniziano da zero ogni volta. In più per evitare troppe perdite i soldati possono strisciare diventando più resistenti al fuoco nemico o se ne può impostare l' atteggiamento per evitare che un colpo non voluto metta in allarme gli avversari. L' intelligenza artificiale del computer, come in SS, non è di sicuro a livello di "sitting duck", tutt'altro. Il nemico reagisce alla presenza dei cecchini restando per quanto possibile fuori dalla loro portata, opera ripiegamenti per difendere una postazione oppure sposta le truppe per rinforzare posizioni sguarnite.

E come in SS si soffre un po' per l' insufficiente capacità di path finding delle unità che troppo spesso prendono la via più lunga, e sovente più sorvegliata, per arrivare a destinazione. Questo particolare unito ad un' impostazione aggressiva dell' atteggiamento possono dare il via a indesiderati scontri; quindi è necessario fare un po' da balia alle unità. Si notano in conclusione luci ed ombre su un titolo che resta pienamente giocabile anche se non dotato di una grafica in grado di attrarre il possibile neofita.

Per finire due parole sul multiplayer che permette fino a otto giocatori di sfidarsi impostando la presenza del computer come avversario e l' opzione di avere alcuni mezzi corazzati a disposizione.

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