Warzone 2100
di
Redazione Gamesurf
Parlando proprio dei mezzi, purtroppo la loro quantità non é compensata da un'adeguata varietà: sia i nostri che quelli del nemico alla fin fine si assomigliano un po' tutti, essendo per la maggior parte dei cingolati, e quando la battaglia infurierà sarà a volte difficile scegliere al volo quelli che ci interessano senza andare un attimo nel panico. Ogni tanto capita poi che le unità si incaglino nei fondali e negli edifici, ma é un evento tutto sommato abbastanza raro. Le missioni inoltre peccano di una certa mancanza di varietà, visto che nella maggioranza dei casi vi ritroverete a dover recuperare i manufatti nel minimo tempo possibile e facendo a pezzi tutto quello che incontrate. Anche la colonna sonora soffre tristemente di una quasi totale mancanza d'identità, se si escludono i rumori, belli, delle esplosioni. Il gioco é quasi del tutto tradotto in italiano. Il quasi si riferisce al fatto che, inspiegabilmente, i briefing tra le missioni non sono stati adattati ma sono invece accompagnati da sottotitoli invero un po' troppo sintetici. Non é simpatico vedere condensato in due misere righe un discorso di 1 minuto e passa: chi conosce l'inglese preferirà senz'altro affidarsi al commento vocale per capire meglio l'evolversi della trama.
Warzone 2100
Warzone 2100
Però. Chi l'avrebbe mai detto? La Eidos ha fatto centro. Warzone 2100 non sarà una novità assoluta (chi ha detto Homeworld?) ma porta senz'altro una bella boccata d'ossigeno ad un genere che ormai sembrava accusare un certo logorio, rinchiuso com'era in una gabbia bidimensionale fissa e schematica dalla quale sembrava impossibile uscire. Invece questo prodotto ne allenta notevolmente le sbarre e riesce a coinvolgere il giocatore come pochi, per merito di una struttura semplice ed allo stesso tempo articolata, unita ad una giocabilità davvero elevata. Il teatro di battaglia tridimensionale spinge a cercare soluzioni tattiche sempre differenti per adattarsi agli obiettivi da raggiungere; la possibilità di costruire e configurare una notevole quantità di mezzi, insieme ad un'intelligenza artificiale più che buona contribuiscono a rendere l'esperienza di gioco appagante e stimolante senza cadere (quasi) mai nella frustrazione tipica di alcuni prodotti del genere (vedi alla voce Westwood). Questo da al giocatore una notevole sensazione di "controllo" dell'azione e ne limita contemporaneamente il senso di impotenza dovuto in genere ad una taratura poco efficace della quantità di mezzi e di risorse a disposizione del nemico, a tutto vantaggio della longevità. Il gioco poi è strutturato in modo da tenervi sempre "sulle spine": il fatto che praticamente tutte le missioni siano a tempo spinge a trovare soluzioni il più possibile efficaci in un tempo ragionevole, cosa che vi impedirà, tra l'altro, di oziare per delle ore ammassando truppe per poi scagliarvi all'attacco. Peccato per il sonoro decisamente sotto tono e per la scarsa varietà dei mezzi a disposizione. In ogni caso, se cercate un rts "nuovo" e tatticamente un po' più raffinato date tranquillamente fiducia a quest'ultimo parto dei Pumpkin Studios. Non ne rimarrete affatto delusi.