Watch Dogs 2

di Luca Gambino
Anche se il risultato finale di Watchdogs si era posizionato ad una certa distanza dai livelli qualitativi previsti da Ubisoft, pubblico e critica si sono trovati d'accordo sul fatto che fosse un ottimo punto di partenza per una serie di successo. I presupposti, in fondo, c'erano tutti, a partire da una trama solida, un protagonista affascinante e con un background importante e sullo sfondo una malvagia corporazione, capace di rappresentare il peggio del peggio della civiltà moderna. Gli ingredienti erano ottimi e il primo Watchdogs si configurava come un techno-thriller forse non perfetto, ma che gettava delle basi importanti su cui lavorare.

Con Watchdogs 2, invece, Ubisoft spariglia le carte e degli ingredienti di cui sopra, rimane davvero poco e niente. Niente atmosfere cupe, niente trama “noir” e nemmeno niente più Chicago. Rimane invece la famigerata Blume (la corporazione del male) e la sua rete CtOS, che unisce, e soprattutto spia, tutti i sistemi informatici cittadini, compresi cellulari, telecamere di sicurezza, computer, banche e più in generale qualsiasi strumento elettronico di San Francisco. Ecco, il setting del gioco si é spostato proprio a San Francisco, dove i nostri protagonisti si adoperano per bloccare la versione 2.0 della CtOS.

Messo in pensione Aidan Pierce, troviamo Marcus a sostenere l'intero peso narrativo del gioco. Non sappiamo molto di lui, perché da bravo hacker, Marcus ha fatto di tutto per cancellare al mondo le tracce della sua esistenza. Lo troviamo come membro attivo della DedSec, lo stesso gruppo di hacker di cui faceva parte Aidan, che opera dai bassifondi della città per mettere a tacere una volta per tutte la Blume e la sua fitta rete di controllo.



Messo da parte il clima molto più serioso della sua prima uscita, in Watch Dogs 2, Ubisoft Montreal distende molto i toni della narrativa, pur incentrando il gioco su tematiche importanti come il controllo delle informazioni, i Big Data sui cittadini e l'utilizzo degli stessi per scopi non propriamente benefici. Anche i protagonisti della DedSec, rappresentano in modo tutto sommato positivo le azioni dei personaggi sullo schermo, anche se spesso dovremo necessariamente far ricorso alle armi da fuoco, il che va in controtendenza all'etica hacker che impone la non violenza.

Marcus e il resto della banda, dall'interno di una fumetteria/ludoteca adibita a base operativa, si muoveranno all'interno della città nel più classico degli open world per portare a termine missioni primarie e secondarie che mirano al cuore della Blume e alla disattivazione della CtOS. Contrariamente al primo episodio, però, manca un vero e proprio punto di partenza da cui far partire l'avventura (che, ve lo ricordiamo, consisteva nel trovare l'autore dell'omicidio della nipote di Aiden). In questo caso invece le missioni vengono un po' sparse a pioggia sull'intera città con un filo conduttore sicuramente più debole rispetto al passato e che, alla lunga, tende un a far perdere di vista lo scopo primario del gioco.

Nelle ore passate nella San Francisco di Watch Dogs 2 abbiamo portato a termine missioni davvero ben radicate nella cultura pop moderna. Abbiamo aiutato un attore di successo e venir fuori da una pericolosa setta religiosa (Tom Cruise e Scientology?), abbiamo ascoltato disquisizioni importanti su Guerre Stellari e abbiamo addirittura sabotato la stessa Ubisoft per recuperare il trailer di un gioco in uscita e pubblicarlo in anticipo sulla grande rete, con tripudio e gaudio dei nostri follower.



Sia chiaro, non sono i follower di Twitter quelli a cui punta la DedSec, quanto piuttosto utenti che consentono volontariamente alla stessa DedSec di poter utilizzare la potenza dei loro sistemi per contrastare lo strapotere della CtOS e poter costruire una rete tecnologica capace di lanciare un attacco definitivo nei confronti della Blume. Ogni nostra operazione, ogni azione mossa contro la CtOS, addirittura anche le foto che Marcus mette in rete, sono condivise e apprezzate dagli utenti, che accettano quindi di installare un particolare client della DedSec sulle proprie macchine e far parte quindi del gruppo, senza mai mettere a rischio i propri dati personali.

Così come nel Watch Dogs originale, il filo conduttore dell'intera esperienza di gioco saranno proprio le capacità di Marcus e soci nell'hacking. Attraverso il telefonino di Marcus (che non ha mai bisogno di ricarica, beato lui), potremo accedere praticamente a qualsiasi dispositivo elettronico in città, riuscendo a prendere il controllo di qualsiasi cosa sia a portata di vista del nostro personaggio. Potremo far impazzire i semafori della città per seminare i nostri inseguitori, rubare impunemente soldi dalle carte di credito dei cittadini (Oh, fare l'hacker costa…), ascoltare le loro telefonate (tutto il gioco é in italiano), oppure prendere il controllo delle telecamere di sicurezza e, facendo ponte tra una telecamera e l'altra, raggiungere punti altrimenti inaccessibili a Marcus e operare qualsiasi tipo di hacking attraverso il suo occhio elettronico.

Ogni operazione portata a termine avrà non solo il merito di aumentare i nostri follower, come detto in precedenza, ma anche di sbloccare dei particolari punti ricerca che consentiranno a Marcus di potersi attorniare di tutta una serie di migliorie e gadgets che potranno aiutarlo non poco nelle missioni rimanenti. Per esempio, potrà avere a disposizione un drone quadrirotore grazie al quale raggiungere i punti più alti dei palazzi dove si potrà intrufolare in tutta sicurezza, oppure un drone su ruote, da utilizzare nei classici condotti d'areazione per avere accesso a case o uffici dove violare i sistemi informatici e recuperare preziose informazioni per il prosieguo del gioco.