Wave Race Blue Storm

di Redazione Gamesurf
L'aspetto forse più soddisfacente dell'intera situazione é notare come le condizioni possono mutare radicalmente nei tre giri di cui é costituita una prova in Wave Race: Blue Storm. Prendiamo, per esempio, Aspen Lake, il celebre laghetto di montagna statunitense (inventato) già presente in Wave Race 64: può capitare di ritrovarsi infilati in un banco di nebbia che rende il primo giro un lento carosello, trasformandosi in una gita domenicale con il ritorno del sole nei due giri successivi. Oppure, e qui ci si diverte, il tutto può prendere il via con le migliori premesse, per poi trasformarsi progressivamente in una tempesta che muta significativamente non solo i movimenti dell'acqua, ma anche la resa grafica, con una palette di colori che vira sul grigio e marrone e via di questo passo. Vi risparmiamo alcuni effettini collaterali come le nevicate in Cool Ocean, giusto per non togliervi ogni sorpresa..

CI VUOLE UNA FISICA BESTIALE
Prendete Wave Race 64 e... ed elevatelo al Cubo! Pessima battuta, ma risultato sempre efficace. In quelle tristi parole si cela l'effetto finale, agli occhi del giocatore, della fisica che governa l'acqua e i suoi movimenti nel gioco per GameCube. Il fatto che sia stata inserita una funzione (attivabile con il tasto B) per permettere al pilota di accucciarsi leggermente cercando di attutire i contraccolpi dati dalle onde più forti, é solo uno degli indicatori dell'ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori. In generale la sensazione é di trovarsi effettivamente dispersi in qualche chiazza d'acqua in giro per il mondo, con onde che si rifrangono tra le pietre, gli ostacoli, le nostre moto d'acqua e quant'altro
Senza contare, ovviamente, i movimenti "casuali" dell'acqua generati o dai nostri avversari o da avvenimenti studiati dai game designer per dare maggiore varietà alle gare. Due esempi: partendo in ultima posizione (come spesso accade) si viene spesso portati completamente fuori "rotta" dalle scie d'acqua generate dai sette concorrenti di fronte a noi! Lo stesso dicasi nel momento in cui si viene, casualmente, a contatto con due o più scie e onde generate dai motori di moto d'acqua che ci precedono di pochi centimetri... Per il secondo caso, ovvero quello degli avvenimenti "casuali", citiamo il tracciato glaciale Cool Ocean, in cui parti di un iceberg si staccano per cadere in acqua andando a generare forti onde e, contemporaneamente, ostruendo il cammino delle moto. Lo stesso dicasi per delle enormi casse metalliche lasciate cadere dalla nave ancorata nel porto in City Harbor