Wave Race Blue Storm

Wave Race Blue Storm
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Se l'effettuare tali movimenti durante i normali tornei é pressoché inutile, lo stesso non si può dire una volta scelta l'apposita opzione di gioco che pone i piloti in tracciati alternativi, basati tutti comunque sulle ambientazioni presenti nei tornei "classici", in cui i protagonisti sono chiamati a infilare svariati anelli presenti sull'acqua, zompettare allegramente con l'aiuto d'innumerevoli trampolini e, appunto, esibirsi con torsioni varie e assortite... il tutto tenendo sempre sott'occhio l'orologio e cercando di oltrepassare i cinici Check Point nel tempo prestabilito
Wave Race Blue Storm
City Harbor offre dei percorsi sempre intriganti e ricchi di curve a gomito, nonché di svariati ostacoli

Inutile dire che, nel momento in cui ci si vuole prendere una pausa dai Tornei "normali", lo Stunt Mode (quello appena descritto) é una manna dal cielo, in grado di appassionare e di rivelarsi quanto mai intrigante e sempre dotato della giusta difficoltà. A tale proposito va sottolineato come nello Stunt Mode sia possibile scegliere in che condizioni climatiche affrontare le prove, dato che prima di passare alla selezione della pista si deve operare su di un menù costituito da tre voci che, idealmente (visto il giapponese imperante), possiamo così suddividere: bel tempo, tempo incerto, statevene a casa che fate meglio
PRENDO L'OMBRELLO?
Gli effetti metereologici, tanti sbandierati e "promessi" da Nintendo e NST meritano senza ombra di dubbio un paragrafo a parte. Se pensate che in Wave Race: Blue Storm il tutto si riduca a un semplice dualismo sole/pioggia, preparatevi a essere sorpresi. Il gioco offre una serie davvero vasta e succulenta di differenti situazioni climatiche: sole splendente, una manciata di nuvole in un contesto comunque soleggiato, cielo completamente coperto, pioggia, temporale e infine... Tsunami! Tsunami? Tsunami! Esattamondo, con fulmini, onde gigantesche e pioggia talmente fitta da richiedere il necessario utilizzo di impermeabili di varia grandezza di fronte al televisore
Il modo con cui gli effetti sono rappresentati su schermo é pressoché esente da difetti. Se già di base la fisica e la generazione delle onde (calcoli e operazioni di un certo peso, essendo completamente in tempo reale, ricordiamolo) sono state approfondite e rese estremamente più soddisfacenti rispetto al passato, gli effetti metereologici non fanno altro che rendere la situazione semplicemente idilliaca. La pioggia che s'infrange sia sullo schermo (con un effetto da "vetro bagnato" davvero impareggiabile) sia sulla superficie dell'acqua, é un piccolo gioiello, così come l'ingrossarsi delle onde, l'incupirsi del cielo, le secchiate (letteralmente) di acqua che arrivano addosso al povero pilota e la generale sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa che Tom Hanks e Robinson Crusoe avrebbero solo potuto subire passivamente... tutto é reso ottimamente (eufemismo)
Wave Race Blue Storm
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Wave Race Blue Storm

Wave Race: Blue Storm è più di quanto ci aspettassimo sotto quasi tutti i punti di vista. Non è una versione "coi fiocchetti" dell'originale per Nintendo 64, è un gioco nuovo, dotato di una meccanica di gioco assolutamente più profonda e competitiva rispetto al suo predecessore. NST ha indiscutibilmente dotato il gioco di un maggior spessore, con l'inclusione di una fisica che declassa automaticamente quella di Wave Race 64 a "gioco di serie B". Impressionanti gli effetti metereologici, dotati di grande varietà e impatto effettivo sul gameplay. La realizzazione grafica è arricchita e resa particolarmente gradevole da una serie pressoché infinita di riflessi in tempo reale, effetti atmosferici e quant'altro... La sensazione di velocità è assoluta, il frame rate (30 fps) stabile come non mai, anche nel gioco in multiplayer. Da rivedere, invece, alcune costruzioni poligonali a lato pista. Un gioco che, gli amanti dell'originale, accoglieranno come un nuovo messia in grado di divertire per anni come il suo illustre predecessore. Tutti gli altri sono seriamente chiamati a provarlo in prima persona prima di sostenere senza timore di "odiare il genere".