Wave Race: Blue Storm -PAL-
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Non avrete però assolutamente il tempo per fermarvi ad osservarli, visto che tutta la vostra attenzione sarà assorbita dall'incredibile materia acquosa, che improvvisamente ha tirato un con vero colpo di spugna su ogni modello di simulazione di liquido fin qui apparso, e non solo in ambito videoludica. L'acqua ha un aspetto decisamente fotorealistico, con una densità che varia secondo lo scenario: si va da una superficie nera, densa e melmosa del porto di una città sull'oceano, ad un lago cristallino e rarefatto che mostra per intero la vegetazione sul basso fondale.
Poi l'acqua riflette in tempo reale l'ambiente circostante con una precisione assolutamente incredibile. Lo specchio non è fisso, ma infrange e muove le immagini secondo il moto ondoso
Saggio di programmazione
.Ecco, veniamo alle onde: il loro movimento, assolutamente realistico, crea un vero e proprio acquario all'interno della tivù di gioco. Oltre al vento, anche le moto d'acqua sono creatrici di onde e turbolenze: basta trovarsi in fondo al gruppo, e si verrà sballottati a destra e sinistra da cavalloni che rallenteranno ancora di più la nostra rincorsa. C'è poi da considerare che questa enorme massa acquosa varia secondo le condizioni meteorologiche, su cui WaveRace: Blue Storm punta particolarmente per rendere ancora più varie le situazioni di gioco. Infatti lungo i tre giri di gara può iniziare a piovere, salire o scendere la nebbia o scoppiare una vera e propria tempesta.
In quest'ultimo caso un vero e proprio muro liquido si porrà davanti ai piccoli scooter d'acqua. Solo i grandi eroi del mare sapranno sfruttare questi enormi, realistici (e non solo per le gocce che bagnano il monitor) flutti per sfruttare scorciatoie e esplorare aree inarrivabili del percorso. Se non bastasse, tutto questo incredibile ambiente costiero o lacustre è offerto con una purezza grafica cristallina, senza scalettature né flickering né rallentamenti di framerate. Wave race BlueStorm anche da questo punto di vista è sinonimo di quella qualità e di pulizia che da sempre caratterizzano la produzione interna di casa Nintendo.
Gameplay da brivido
Dal punto di vista della giocabilità, con Wave Race siamo su livelli stratosferici. Se con la serie Mario Kart (che arriverà anche per Game Cube), Nintendo ha puntato tantissimo sulla giocabilità sacrificando un poco la simulazione, Wave Race: Blue Storm offre pane per i denti a chi piace correre, su qualunque mezzo gli si ponga davanti (automobile, motoscafo, aeroplano, moto etc.). L'ovvia situazione di trovarsi immersi in una superficie densa condiziona in modo incredibile il controllo dello scooter acquatico. Ma c'è di più: il fatto che questo liquido sia in continuo, costante e poco prevedibile movimento, oltre a rendere ogni gara diversa dall'altra svolta sullo stesso circuito, richiede che il giocatore assecondi il moto delle onde cercando si evitare di spanciarci addosso o peggio di rimanerne travolto.
Per fortuna il fantastico, piccolo joypad del cubetto aiuta a tenere sempre diritta la rotta. Se non bastassero i comandi principali, è possibile eseguire curve più strette, buttare giù le moto d'acqua di lato, o impegnarsi in uno dei numerosissimi trick (posizioni da superman, da cowboy, evoluzioni ginniche sullo scooter) che solo i giocatori più scafati possono pretendere di sfruttare durante le gare.
L'ultima spiaggia
La difficoltà immediatamente crescente, le infinite possibilità di miglioramento dati da trucchi e tricks, i tagli dei circuiti e l'inaudito multiplayer garantiscono a Wave Race: Blue Storm una longevità praticamente eterna, probabilmente coincidente con il tempo di vita della nuova console di casa Nintendo. Qualcuno vi dirà che qualche circuito si sovrappone a quelli per Wave Race 64, che tutto questo baillame di spruzzi, riflessi e fondali in multiplayer a quattro si perde un pochino e che i personaggi di gioco (David Mariner, Ryota Hayami, Rob Haywood ed altri) sono illustrissimi sconosciuti.
Ma si tratta soltanto di inezie, che non tolgono per nulla le qualità di questa ennesima prova di programmazione e di sensibilità per la giocabilità di mamma Nintendo. Che esiste da cento anni, fa videogiochi in proprio da venticinque, e sa ancora far divertire mezzo mondo, anche in tema di motorette d'acqua.