WCW Vs. NWO

di Redazione Gamesurf
La THQ, evidentemente, negli ultimi mesi ha fatto incetta di licenze per lo sfruttamento dei lottatori appartenenti alle federazioni di wrestling presenti nelle varie parti del mondo, in modo da poterli inserire poi in due diversi giochi: il mediocre WcW Nitro per PSX e il qui presente WcW vs. NWO. Le differenze tra le sue versioni sono fortunatamente molte e credo di poter affermare con assoluta tranquillità che la console Nintendo esce decisamente vincitrice dallo scontro diretto con la rivale Sony

Iniziamo dalla parte tecnica, davvero molto curata in ogni suo aspetto (fa eccezione, come al solito, il pubblico che é tutto tranne che esaltante) e spettacolare nelle animazioni e nella caratterizzazione dei vari personaggi che avrete a vostra disposizione: questi ultimi sfruttano l'ormai abusata (ma sempre gradita) struttura che ci obbligherà a vincere con quelli che avremo inizialmente a disposizione per ottenerne altri, fino ad arrivare ad una cifra compresa tra i quaranta e i cinquanta lottatori che, grazie anche al notevole sforzo che i programmatori hanno profuso nella loro personalità e nel loro aspetto, aggiungono grande attrattiva a questo titolo: ogni personaggio ha a disposizione le classiche opzioni di attacco tipiche di tutti i giochi di questo genere, come calci, pugni, prese e lanci contro le corde o fuori dal ring
La quantità di mosse speciali ottenibili con un po' di pazienza (anche smanettando come dei pazzi si ottengono dei risultati decenti, ma in questo modo non saprete mai che mossa state per eseguire) é più che buona e alcune combinazioni si rivelano davvero godibili e spettacolari, anche se devo dire che ho avuto la netta impressione che sia molto più semplice battere i propri avversari utilizzando semplicemente calci e pugni, invece di andare a complicarsi la vita con chissà quali complicatissime combinazioni di tasti: questo, se da un lato aiuta il giocatore ad iniziare a giocare e vincere, dall'altro diminuisce in maniera catastrofica la longevità del tutto, dal momento che a nessuno piace passare le proprie sessioni di gioco ad imparare delle mosse speciali che poi si rivelano essere poco più che inutili