Wild Metal

di Redazione Gamesurf
In effetti non é tutto realizzato male, anzi, la fisica dei mezzi corazzati é stata curata nei minimi dettagli. Il giocatore potrà scegliere, inizialmente, di pilotare uno dei cinque veicoli messi a disposizione, ognuno con differenti caratteristiche di agilità, velocità e resistenza. I mezzi sono tutti rigorosamente cingolati e, benché assolutamente fantasiosi, si comportano proprio come ci si aspetterebbe; a partire dalla capacità di arrampicarsi sui terreni più ripidi, fino alle cadute da sporgenze con le quali rimbalzano e si ribaltano, il sistema di controllo é assolutamente gradevole, tanto che, probabilmente, la cosa più divertente del gioco é andarsene a spasso, forti del vostro cingolato nuovo fiammante, per verificarne l'abilità sui vari rilievi. Anche il resto dei controlli é stato ben studiato: lo stick analogico permette di muovere il tank e i grilletti analogici sono invece deputati al movimento della sola torretta d'attacco; la pressione più o meno sostenuta del tasto per sparare deciderà invece l'innalzamento verticale del cannoncino. Anche qui la fisica dei proiettili é decisamente buona, con parabole credibili e divertenti da sfruttare. Male invece per quel che riguarda il sistema delle telecamere: potrete cambiare l'angolo di visualizzazione soltanto verticalmente, sfruttando un solo asse

La sostanziale bontà dei controlli, manco a dirlo, rimane del tutto sufficiente a giustificare l'acquisto di un titolo che rimane comunque ampiamente negativo. La struttura di gioco si limita a proporvi il recupero di oggetti sparsi a casaccio per il livello senza il minimo collegamento; i nemici non costituiscono una sfida reale; neanche la grafica offre uno spettacolo degno di un Dreamcast; l'integrazione con la trama di fondo é pressoché nulla e si limita a mezza pagina di libretto delle istruzioni. Questi motivi bastano, ahimé, a distruggere un gioco che, tutto sommato, la Rockstar poteva risparmiare, se non altro per non compromettere il suo neanche troppo noto nome.