Wild Metal

Wild Metal
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In effetti non é tutto realizzato male, anzi, la fisica dei mezzi corazzati é stata curata nei minimi dettagli. Il giocatore potrà scegliere, inizialmente, di pilotare uno dei cinque veicoli messi a disposizione, ognuno con differenti caratteristiche di agilità, velocità e resistenza. I mezzi sono tutti rigorosamente cingolati e, benché assolutamente fantasiosi, si comportano proprio come ci si aspetterebbe; a partire dalla capacità di arrampicarsi sui terreni più ripidi, fino alle cadute da sporgenze con le quali rimbalzano e si ribaltano, il sistema di controllo é assolutamente gradevole, tanto che, probabilmente, la cosa più divertente del gioco é andarsene a spasso, forti del vostro cingolato nuovo fiammante, per verificarne l'abilità sui vari rilievi. Anche il resto dei controlli é stato ben studiato: lo stick analogico permette di muovere il tank e i grilletti analogici sono invece deputati al movimento della sola torretta d'attacco; la pressione più o meno sostenuta del tasto per sparare deciderà invece l'innalzamento verticale del cannoncino. Anche qui la fisica dei proiettili é decisamente buona, con parabole credibili e divertenti da sfruttare. Male invece per quel che riguarda il sistema delle telecamere: potrete cambiare l'angolo di visualizzazione soltanto verticalmente, sfruttando un solo asse
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Un salto e via! ...cercando di dimenticare quella orribile sgranatura in primo piano.

La sostanziale bontà dei controlli, manco a dirlo, rimane del tutto sufficiente a giustificare l'acquisto di un titolo che rimane comunque ampiamente negativo. La struttura di gioco si limita a proporvi il recupero di oggetti sparsi a casaccio per il livello senza il minimo collegamento; i nemici non costituiscono una sfida reale; neanche la grafica offre uno spettacolo degno di un Dreamcast; l'integrazione con la trama di fondo é pressoché nulla e si limita a mezza pagina di libretto delle istruzioni. Questi motivi bastano, ahimé, a distruggere un gioco che, tutto sommato, la Rockstar poteva risparmiare, se non altro per non compromettere il suo neanche troppo noto nome.
Wild Metal
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Wild Metal

Il bravo redattore si pone sempre la stessa domanda, allorché gli venga affidato un gioco come Wild Metal: perché è stato realizzato? Nessuno risponderà, ma se è vero che l'offerta crea la domanda, anche Wild Metal riuscirà a vendere il suo bravo numero di copie. Certo è che dal Dreamcast ci si aspetterebbe ben altro: il gioco è noioso, ripetitivo, tutt'altro che frenetico. E' giusto poi porre l'accento sulla totale inesistenza della trama, e di conseguenza di un qualche filmato di qualsiasi genere: il gioco è così, presentato nudo e crudo. In attesa di un buon sparatutto, magari in soggettiva, possiamo tranquillamente tornare a giocare a Soul Calibur sperando che il parco titoli, povero nel mercato europeo, possa essere arricchito con esponenti di ben altro spessore. Se ne comincia a sentire la mancanza.