Winning Eleven 7
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Comincio subito con lo scusarmi per tutti quegli aspetti marginali che in questa sede verranno tralasciati: recensire un'opera d'arte come Winning Eleven 7 non è facile, e descriverla in tutta la sua completezza comporterebbe un discorso troppo lungo e prolisso che per ovvie ragioni dobbiamo evitare. Dilungarsi riguardo ai tipi di fasciatura o piccolezze quali alcune superficialità nella realizzazione dei volti credo sia controproducente; in questa recensione cercheremo di mettervi davanti al fatto compiuto, dandovi una visione d'insieme e cercando di dimostrare come Winning Eleven sia ancora una volta la miglior simulazione calcistica concepita dall'uomo. In fondo non era questo quello che volevate sentire?
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Batticuore e paura, terrore che la Konami abbia fallito e che WE7 non sia all'altezza delle nostre aspettative: queste, senza ombra di dubbio, le sensazioni provate dai veri fans, gli irriducibili tifosi di questa serie che mai avrebbero pensato a un flop da parte della Konami, ma che come da tifosi di una squadra di calcio sanno bene che al mondo c'è il tempo delle vittorie e quello delle sconfitte. Paura dicevamo. Le prima partite sono pervase appunto da quel senso di terrore, e inizialmente ci troviamo spaesati dinnanzi a un gioco che non ci convince e che ci sembra totalmente differente da quel che ci aspettavamo. Ma quando tutto sembra perduto, a poco a poco abituandosi ci si rende conto che il capolavoro è ancora tra noi e che rispetto a WE6FE è stato fatto un salto di qualità. Poi si continua a giocare, ed è partita vera.
Entriamo nel mito.
Già dal filmato di presentazione si carpisce l'anima del gioco. Mentre tutti si sarebbero aspettati un nuovo filmato ricco di dribbling spettacolari, goal, rovesciate e giocate sopraffine, quasi con stupore si appresteranno a godersi fasi di gioco stagnante, errori in fase di tiro e semplicissimi gol a porta vuota. Questo certamente a voler evidenziare la natura umana dei calciatori, capaci di compiere giocate da sogno ma pur sempre al limite dell'errore, perché il pallone è rotondo, i rigori si sbagliano, la palla si perde e il rimbalzo, a volte, è davvero bastardo...
Gustato l'ambiguo filmato d'apertura, che purtroppo non si fregia di nessuna canzone al livello di We will rock you, ci si presenta davanti un menù che ricorda da vicino lo stile già apprezzato in Metal Gear Solid 2 e che ancora adesso stupisce e si dimostra una scelta azzeccata. Passiamo quindi in rassegna le novità e tutto quello che questo prodotto ci offre cominciando dal reparto grafico.
Winning Eleven 7
9
Voto
Redazione
Winning Eleven 7
Un'antica leggenda narra che quando non ci sono programmatori abbastanza competenti per creare una simulazione di calcio, Konami si mette al lavoro.
Un giorno sfogliando alcune pagine di Colin Wilson lessi che il vero segreto dell'evoluzione sono le sfide. Il testo recita così: "E' vero che l'uomo è una creatura passiva che da il meglio di se davanti a una sfida, ma è proprio questo l'elemento importante: la sua incredibile capacità di rispondere alle sfide. Ciò che distingue gli uomini da tutti gli altri esseri viventi sono la determinazione, la forza di volontà, l'immaginazione con cui affronta le sfide". Alla luce di tali considerazioni sono arrivato alla conclusione che gli applausi alla Konami siano doverosi per due sostanziali ragioni: la prima è il merito di aver sviluppato l'unica "vera" simulazione di calcio, la seconda è quella di non essersi mai adagiata sugli allori vista l'esigua concorrenza sul mercato, vista la mancanza di una sfida lanciata da altri titoli pronti a spodestarlo dal trono di miglior gioco di calcio. Il voto dato al gioco parla chiaro: siamo di fronte a un capolavoro e il suo valore in senso assoluto non si discute. Elencare ora i tantissimi pregi e gli impalpabili difetti che WE7 si porta dietro credo sia poco produttivo: l'intenzione è quella di darvi un'idea circa la qualità di questo prodotto. Per il resto c'è la recensione, ma qua, il messaggio è solo uno: siamo di fronte alla miglior simulazione calcistica concepita dall'uomo. In fondo non era questo quello che volevate sentire?
Le polemiche le lasciamo a chi ha il "coraggio" di lamentarsi per sottigliezze quali la mancanza dell'arbitro in campo, le ricostruzione poco fedele dei volti di alcuni giocatori o altre cose di poco conto. In fondo l'anima di winning non è questa, è il gameplay, e sebbene il contorno rimanga sempre di alto livello (e sottolineo alto), è con la giocabilità che WE7 si identifica nel capolavoro da noi tutti conosciuto. Per questo il giudizio finale pare inequivocabile: la perfezione non è di questo mondo, ma i programmatori KTYO ci sono andati vicini.
Le immagini della recensione sono di Pro Evolution 3, la trasposizione europea di we7 in uscita a Novembre
Un giorno sfogliando alcune pagine di Colin Wilson lessi che il vero segreto dell'evoluzione sono le sfide. Il testo recita così: "E' vero che l'uomo è una creatura passiva che da il meglio di se davanti a una sfida, ma è proprio questo l'elemento importante: la sua incredibile capacità di rispondere alle sfide. Ciò che distingue gli uomini da tutti gli altri esseri viventi sono la determinazione, la forza di volontà, l'immaginazione con cui affronta le sfide". Alla luce di tali considerazioni sono arrivato alla conclusione che gli applausi alla Konami siano doverosi per due sostanziali ragioni: la prima è il merito di aver sviluppato l'unica "vera" simulazione di calcio, la seconda è quella di non essersi mai adagiata sugli allori vista l'esigua concorrenza sul mercato, vista la mancanza di una sfida lanciata da altri titoli pronti a spodestarlo dal trono di miglior gioco di calcio. Il voto dato al gioco parla chiaro: siamo di fronte a un capolavoro e il suo valore in senso assoluto non si discute. Elencare ora i tantissimi pregi e gli impalpabili difetti che WE7 si porta dietro credo sia poco produttivo: l'intenzione è quella di darvi un'idea circa la qualità di questo prodotto. Per il resto c'è la recensione, ma qua, il messaggio è solo uno: siamo di fronte alla miglior simulazione calcistica concepita dall'uomo. In fondo non era questo quello che volevate sentire?
Le polemiche le lasciamo a chi ha il "coraggio" di lamentarsi per sottigliezze quali la mancanza dell'arbitro in campo, le ricostruzione poco fedele dei volti di alcuni giocatori o altre cose di poco conto. In fondo l'anima di winning non è questa, è il gameplay, e sebbene il contorno rimanga sempre di alto livello (e sottolineo alto), è con la giocabilità che WE7 si identifica nel capolavoro da noi tutti conosciuto. Per questo il giudizio finale pare inequivocabile: la perfezione non è di questo mondo, ma i programmatori KTYO ci sono andati vicini.
Le immagini della recensione sono di Pro Evolution 3, la trasposizione europea di we7 in uscita a Novembre