Winning Eleven 7
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Ma trattiamo ora le novità, trapelate in fase di sviluppo e che avrebbero dovuto rivoluzionare in maniera decisa la cosmesi grafica del gioco, ovvero le cosiddette "capigliature dinamiche", che in realtà si riducono ad un semplice ondeggiare della coda in giocatori come Seaman e Roberto Baggio. Le altre novità sono caratterizzate dai bendaggi ai giocatori dopo un infortunio medio, e dall'entrata della barella per un infortunio grave, o anche dai giocatori che si dissetano a bordocampo con le borracce. Spettacolari le esultanze dopo il goal: molti tra i giocatori più famosi ne hanno una personalizzata.
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Il moto della palla è stato modificato e risulta ora più convincente che nel passato, con traiettorie, rimbalzi ed effetti sicuramente più realistici che in WE6fe. Anche gli stadi hanno subito un deciso restyling risultando ora più particolareggiati e raggiungendo il numero di venti. Ottima è la ricostruzione dell'Olimpico, new entry del settimo capitolo della saga. Oltre alle migliorie riguardanti le strutture poligonali e le ottime texture, possiamo notare un'ottima fluidità, garantita durante quasi tutti l'arco della partita, con sporadici e inconsistenti rallentamenti, a cui però, non si farà caso. Chi legge sin qui penserà ad un comparto grafico senza macchia né nei, ma purtroppo non è così, e gli errori, seppur marginali, ci sono. Nessuna sorpresa dal fronte arbitri in campo, anzi, forse una è presente: dell'arbitro in campo nemmeno l'ombra, stesso discorso ovviamente vale per guardalinee e quarto uomo. In questo slancio di assenteismo si sono uniti anche i giocatori della panchina; i tifosi poi, seppur più colorati ed attivi sembrano sempre delle sfogliatine spalmate sugli spalti, e neanche a bordocampo le cose migliorano per via di sagome di legno a forma di fotografo e così via dicendo. Pure i terreni di gioco, seppur con una lieve miglioria per quanto riguarda i campi zuppi di pioggia, sono rimasti identici alle precedenti versioni. Infine, è inevitabile segnalare l'orribile postura del giocatore che si appresta a battere i calci da fermo: questi rimane perfettamente dritto con le braccia che paiono quasi inamidate al corpo, manco si trattasse di un manichino. Novità si riscontrano anche dal punto di vista dei replay. Dopo un goal il replay che ne scaturirà apparirà sfocato, scelta visivamente apprezzabile, e dopo la fine dei vari tempi il numero di azioni mostrate aumenterà sensibilmente rispetto a quanto visto nelle precedenti versioni. Altra chicca è la possibilità di vedere il replay non soltanto dopo il goal ma in qualsiasi momento della partita, magari solo per salvare un dribbling eccezionale in mezzo a tre avversari.
Giocabilità: verso l'infinito e oltre!
Ad un comparto grafico notevolmente migliorato si aggiunge un gameplay rinnovato in ogni suo aspetto. In sede di recensione avevo detto che con Pes2 si parte come un motore a freddo: qualche balbettio iniziale, le prime partite dove ci si trova un po' spaesati, ma il resto viene in discesa. Bene, ora il discorso è cambiato notevolmente, vuoi perché a riscaldarsi il motore impiega più tempo, vuoi perché possedere la piena padronanza del gioco richiede tempo e fatiche e perché no, dedizione e buona volontà. Ma il metro di paragone non è certo Pes2, bensì il tanto osannato WE6fe.
Winning Eleven 7
9
Voto
Redazione
Winning Eleven 7
Un'antica leggenda narra che quando non ci sono programmatori abbastanza competenti per creare una simulazione di calcio, Konami si mette al lavoro.
Un giorno sfogliando alcune pagine di Colin Wilson lessi che il vero segreto dell'evoluzione sono le sfide. Il testo recita così: "E' vero che l'uomo è una creatura passiva che da il meglio di se davanti a una sfida, ma è proprio questo l'elemento importante: la sua incredibile capacità di rispondere alle sfide. Ciò che distingue gli uomini da tutti gli altri esseri viventi sono la determinazione, la forza di volontà, l'immaginazione con cui affronta le sfide". Alla luce di tali considerazioni sono arrivato alla conclusione che gli applausi alla Konami siano doverosi per due sostanziali ragioni: la prima è il merito di aver sviluppato l'unica "vera" simulazione di calcio, la seconda è quella di non essersi mai adagiata sugli allori vista l'esigua concorrenza sul mercato, vista la mancanza di una sfida lanciata da altri titoli pronti a spodestarlo dal trono di miglior gioco di calcio. Il voto dato al gioco parla chiaro: siamo di fronte a un capolavoro e il suo valore in senso assoluto non si discute. Elencare ora i tantissimi pregi e gli impalpabili difetti che WE7 si porta dietro credo sia poco produttivo: l'intenzione è quella di darvi un'idea circa la qualità di questo prodotto. Per il resto c'è la recensione, ma qua, il messaggio è solo uno: siamo di fronte alla miglior simulazione calcistica concepita dall'uomo. In fondo non era questo quello che volevate sentire?
Le polemiche le lasciamo a chi ha il "coraggio" di lamentarsi per sottigliezze quali la mancanza dell'arbitro in campo, le ricostruzione poco fedele dei volti di alcuni giocatori o altre cose di poco conto. In fondo l'anima di winning non è questa, è il gameplay, e sebbene il contorno rimanga sempre di alto livello (e sottolineo alto), è con la giocabilità che WE7 si identifica nel capolavoro da noi tutti conosciuto. Per questo il giudizio finale pare inequivocabile: la perfezione non è di questo mondo, ma i programmatori KTYO ci sono andati vicini.
Le immagini della recensione sono di Pro Evolution 3, la trasposizione europea di we7 in uscita a Novembre
Un giorno sfogliando alcune pagine di Colin Wilson lessi che il vero segreto dell'evoluzione sono le sfide. Il testo recita così: "E' vero che l'uomo è una creatura passiva che da il meglio di se davanti a una sfida, ma è proprio questo l'elemento importante: la sua incredibile capacità di rispondere alle sfide. Ciò che distingue gli uomini da tutti gli altri esseri viventi sono la determinazione, la forza di volontà, l'immaginazione con cui affronta le sfide". Alla luce di tali considerazioni sono arrivato alla conclusione che gli applausi alla Konami siano doverosi per due sostanziali ragioni: la prima è il merito di aver sviluppato l'unica "vera" simulazione di calcio, la seconda è quella di non essersi mai adagiata sugli allori vista l'esigua concorrenza sul mercato, vista la mancanza di una sfida lanciata da altri titoli pronti a spodestarlo dal trono di miglior gioco di calcio. Il voto dato al gioco parla chiaro: siamo di fronte a un capolavoro e il suo valore in senso assoluto non si discute. Elencare ora i tantissimi pregi e gli impalpabili difetti che WE7 si porta dietro credo sia poco produttivo: l'intenzione è quella di darvi un'idea circa la qualità di questo prodotto. Per il resto c'è la recensione, ma qua, il messaggio è solo uno: siamo di fronte alla miglior simulazione calcistica concepita dall'uomo. In fondo non era questo quello che volevate sentire?
Le polemiche le lasciamo a chi ha il "coraggio" di lamentarsi per sottigliezze quali la mancanza dell'arbitro in campo, le ricostruzione poco fedele dei volti di alcuni giocatori o altre cose di poco conto. In fondo l'anima di winning non è questa, è il gameplay, e sebbene il contorno rimanga sempre di alto livello (e sottolineo alto), è con la giocabilità che WE7 si identifica nel capolavoro da noi tutti conosciuto. Per questo il giudizio finale pare inequivocabile: la perfezione non è di questo mondo, ma i programmatori KTYO ci sono andati vicini.
Le immagini della recensione sono di Pro Evolution 3, la trasposizione europea di we7 in uscita a Novembre