Winning Eleven 9

di Bizio Cirillo
Estate: tempo di vacanze, di spiagge affollate e delle grandi vittorie pre-campionato dell'Inter. Per gli appassionati di videogames d'oltreoceano, il mese d'Agosto rappresenta anche l'occasione per poter mettere le mani sull'ennesima evoluzione del soccer di casa Konami, meglio conosciuto come Winning Eleven. Con puntualità quasi Svizzera, o per meglio dire nipponica, anche quest'anno la casa di Metal Gear ha mantenuto la promessa presentando il nono episodio del gioco considerato dai più la migliore trasposizione digitale dello sport più amato e giocato nel mondo

Since 1995
La palpabile sensazione di "già visto" che accompagna ogni nuova versione di Winning Eleven è una caratteristica entrata ormai a far parte del DNA di questo gioco.
Winning Eleven 9 non sfugge a questo particolare assioma, garantendo già dal menu principale un impostazione del tutto fedele ai precedenti capitoli della serie.
Eccezion fatta per la presenza di un nuovo intro in CG, di alcune scelte a livello prettamente estetico e della modalità Road to World Cup 2006, che consente di ripercorrere il girone di qualificazione affrontato dalla nazionale nipponica per l'accesso ai prossimi mondiali di Germania, ci troviamo quindi di fronte alla "solita" possibilità di cimentarci in una partita secca o in un torneo - CUP, Master League e League - , di migliorare le proprie abilità di controllo tramite il training, di acquistare features aggiuntive e modificare a proprio piacimento giocatori, squadre e stadi con il WE Shop e la modalità EDIT (quest'ultima completamente rivista e dotata di un set di modifiche molto più ampio) e soprattutto, sulla falsa riga di Liveware Evolution, di giocare in multiplayer online fino a quattro giocatori (due per console).


La prova del nove
Tralasciando l'analisi delle impostazioni pre partita e quelle relative alle caratteristiche di gioco principali, praticamente identiche al prequel, è proprio in campo che ci si rende conto di quali siano le vere novità del titolo di casa Konami. Da questo punto di vista Winning Eleven 9 sembra infatti essere un gioco completamente diverso, tale è il livello delle modifiche apportate al codice originale.
La gestione di ogni situazione in game appare fin dalle primissime battute non più frutto di un'azione prestabilita quanto il risultato di una trama di gioco finalmente libera di spaziare a 360° ed in cui i contrasti, le azioni manovrate ed i movimenti senza palla di ogni singolo giocatore possono assumere un ruolo determinante nel risultato dell'incontro.

In tal senso appare del tutto condivisibile la scelta del team di sviluppo di rivedere la gestione dei passaggi e dei tiri verso la porta, lasciati ora più all'abilità del video giocatore che a quella della CPU. Nessun passaggio, sia esso un semplice tocco rasoterra, un passaggio filtrante o un lancio dalle retrovie, ne tanto meno un cross dal fondo raggiungerà infatti automaticamente l'obbiettivo, ma dovrà essere indirizzato con cura al fine di evitare affannose rincorse del giocatore più vicino alla traiettoria della palla, o peggio ancora la perdita della stessa.

Allo stesso modo, i tiri dalla media e lunga distanza potranno essere scoccati determinandone non più esclusivamente direzione e potenza ma anche l'altezza da terra (con la pressione del tasto R2), mentre i calci piazzati assumeranno un ruolo ancor più determinante grazie al rinnovato ventaglio di opzioni disponibili.
Proseguendo nell'analisi del gameplay è opportuno segnalare la rinnovata fisica del pallone, a cui fa eco un interazione fra la sfera ed i giocatori pressoché ottimale.
Non è da meno l'implementazione delle animazioni degli atleti, capaci di compiere giocate personali molto più incisive che in passato, ma sempre inerenti ad un "contesto simulativo" come questo, ma anche di andare incontro ad infortuni fortuiti, con tanto di squadra avversaria che manderà il pallone fuori dal rettangolo di gioco per permettere l'intervento dello staff sanitario o l'eventuale sostituzione dello sfortunato atleta.
Restano infine da citare aspetti altresì importanti quali la rinnovata IA di tutti i calciatori gestiti dalla CPU e le animazioni dei portieri, finalmente capaci di effettuare parate di istinto e lanciare la palla con le mani fino alla propria metà campo, mentre in senso negativo va rimarcata l'eccessiva fiscalità dell'arbitro, soprattutto per i contrasti, capace solo di spezzettare con irritante frequenza il ritmo del gioco.


Tecnicamente parlando
Se i pregi del precedente capitolo erano oscurati soltanto dalla presenza di fastidiosi rallentamenti, con Winning Eleven 9 ci troviamo di fronte ad un vero e proprio stato dell'arte.
L'ultima fatica del team KCET presenta infatti un dettaglio poligonale ben al di sopra della norma, tanto per la realizzazione dei giocatori che per quella relativa a tutti gli elementi di "contorno", con texture ancor più varie e rifinite che in passato.
Per quanto impegnato ad amministrare un numero di poligoni sempre più elevato, il motore grafico asseconda alla perfezione lo svolgimento dell'azione di gioco, riuscendo a gestire anche le situazioni più concitate senza mostrare alcun segno di cedimento.
Aumentate sia per il numero che per la credibilità, le animazioni dei giocatori sembrano ora più congrue al normale svolgimento del gioco, mentre la rielaborazione dell'engine principale, ha consentito l'enfatizzazione di "effetti" quali la fatica, particolarmente evidente sia in fase di corsa che nell'approccio verso il pallone, ed il dolore post infortunio evidenziato con una leggera quanto evidente zoppia.

Capitolo a parte merita invece il sistema di controllo, completamente rivisto per facilitare l'uso delle nuove azioni disponibili. A tal proposito il team di sviluppo ha chiarito la propria posizione circa l'evidente ritardo sulla risposta ai comandi (circa 20 centesimi di secondo), scelta dettata dalla necessità di offrire al giocatore il tempo necessario per terminare la propria combinazione di tasti, che in taluni casi potrà richiedere l'uso di tre o più pulsanti. Tale scelta non va comunque ad inficiare il valore in senso assoluto del sistema di controllo, da sempre considerato uno dei punti forza della serie, in virtù di una mappatura dei tasti ancora una volta perfetta.

Conclusioni
Con WE9 il team di sviluppo sembra essere andato ben oltre il mero restiling, presentando un titolo finalmente più maturo, solido e decisamente adatto a chi non intende avvicinarsi al titolo Konami con molta leggerezza. Volendo cercare il pelo nell'uovo, il gioco del team KCET non è certo privo di difetti, primo fra tutti l'eccessiva puntigliosità dell'arbitro, ma resta comunque la consapevolezza di essere di fronte alla vera essenza del calcio.