WipEout: Omega Collection

di Simone Rampazzi

Correva l’anno 1995, i giovani ambivano ad avere una PSOne dentro casa e Psygnosis, dal canto suo, pubblicava il primo Wipeout. Un gioco di corse futuristiche con mezzi anti-gravità, divenuto in brevissimo tempo uno dei titoli più venduti per la console di casa Sony.

Il suo incredibile successo diede vita ad un brand importante, capace di fondere al suo interno una piacevole grafica seducente, coadiuvata da un’ottima giocabilità e una trionfante colonna sonora su licenza. Gli ingredienti esplosivi di questo mix, studiati per avere il migliore impatto sul pubblico, sono diventati una base solida su cui edificare diversi seguiti e qualche versione remastered a corredo.

Il passare degli anni può aver cambiato l’aspetto grafico del prodotto, ma non ha alterato la sua anima rivoluzionaria, la quale esplode con forza in questa Omega Collection contenente le versioni HD (Pure e Pulse), Fury e 2048. Con la N-Sane Trilogy di Crash Bandicoot alle porte, parliamo di fine mese, sembra che Sony stia tentando di occupare il mercato di giugno con due pezzi da novanta tra i brand PlayStation. L’effetto nostalgia funzionerà?

Gravità, non ti temo!

Approcciarsi ad un gioco come Wipeout è una questione di testa, nel senso che tutto il concept dell’opera verte verso uno stile così unico ed originale al punto di sembrare, ad un occhio poco attento e disinteressato, completamente fuori di testa.

I menù di gioco si presentano con un design tecnologico minimalista su sfondo bianco asettico, senza troppi fronzoli, così da attirare lo sguardo del giocatore direttamente verso le modalità proposte, contenenti in soldoni la Campagna, un Racebox per le partite offline anche in split-screen, seguito da una funzione Online per sfidare qualunque giocatore nel resto del mondo.

Il focus del gioco viene gestito dalla Campagna, la quale racchiude una serie di “patenti” identificative che permettono di gareggiare nei circuiti legati ai brand del passato. Partendo dal 2048, passando poi ad HD e Fury, il giocatore può cimentarsi in una serie di tracciati psichedelici fuori di testa, che variano a seconda della tipologia di evento, nonché di una sequenza di regole pronte a rendere più pepata la sfida contro le astronavi guidate dalla IA.

Una volta in pista passa a noi l’arduo compito di pilotare l’astronave al massimo delle sue potenzialità, complice una serie di comandi standard che richiedono giusto un certo grado di riflessi, ed abilità, per essere sfruttati al massimo delle loro potenzialità.

Nel caso di Wipeout, però, gareggiare in pista non si ferma solo ad una questione di mera velocità. Sono infatti disponibili una serie di power-up ottenibili in game: i primi, caratterizzati dal tipico boost alla velocità, mentre i secondi offrono un’arma da impiegare contro gli avversari mediante l’utilizzo del tasto Quadrato.

Interessante la scelta degli sviluppatori di inserire l’opportunità di assimilare il power-up ottenuto (Tasto Cerchio), così da poterne convertire i poteri in energia da regalare all’astronave al fine di evitarne la distruzione. Ottenuta una discreta manualità, vi converrà utilizzare anche dei piccoli stratagemmi per essere più competitivi in gara, come la derapata (Tasti L2 e R2) ed il boost velocità a seguito di un atterraggio, possibile grazie alla pressione delle frecce Sinistra-Destra-Sinistra (o il contrario) in volo. A parte questo, è solo una questione di riflessi.

Le più semplici modalità di gara a circuito vengono intervallate da eventi combattimento, prove a tempo, giri veloci e quant’altro, tutti alternabili da classi velocità diverse, utilizzo di armi e quantità di giri effettuati. Tale componente offre da subito una longevità apprezzabile, che viene oltremodo incrementata dalla possibilità di affrontare tali gare sfidando il computer a diverse difficoltà. L’IA si è dimostrata all’altezza del compito, non perdona ogni minimo errore, portandovi in moltissimi casi a resettare la gara sul finale per non vederne il risultato su schermo.

Unite queste caratteristiche ad una serie di 26 tracciati ed il gioco è praticamente fatto. Finendo ogni gara è possibile ottenere le classiche medaglie, insieme ad un lasciapassare utile a sbloccare la patente successiva della campagna, che apre la strada ad altrettante gare più difficili, ma comunque divertenti da giocare. Concorrere in più gare regala un certo grado di soddisfazione non soltanto per il raggiungimento del podio, ma anche ottenendo dei punti fiducia utili a sbloccare le diverse vetture uniche presenti nel gioco.

Stile unico ed inconfondibile

Il punto di forza del brand Wipeout è stato indubbiamente lo stile. Grazie al suo concept totalmente avveniristico, il gioco è riuscito a crearsi un’identità unica nel suo genere, che oggi vede il suo punto massimo grazie all’utilizzo di un comparto tecnico fluido e coloratissimo, capace di creare un vero e proprio spettacolo per gli occhi.

Ogni navicella presenta dei dettagli inconfondibili, le mappe scorrono veloci sotto l’occhio del giocatore presentando inebrianti giochi di luci e colori, enfatizzati dall’effetto della velocità ultrasonica a cui le astronavi gareggiano. Il motore grafico regge senza nessuno sforzo la risoluzione impostata a 1080p con 60fps costanti, uniti da effetti particellari ricreati davvero a regola d’arte.

Una poesia visiva non poteva che essere accompagnata da una colonna sonora notevole, che rispetta il DNA di Wipeout, mettendo in onda dei brani elettronici dal sound molto electro-house, a tratti psichedelico, che accompagnano la corsa con pathos, regalando un piacevole trip al suono di Chemical Brothers, Prodigy e vari altri dj (qui una lista completa).

Bello in compagnia

Abbiamo già parlato della possibilità di accedere alla modalità Racebox, un espediente come  per permettere ai giocatori di gareggiare in competizioni customizzate (quindi fuori dalla campagna) dove è possibile scegliere il tipo di gara, la modalità di gioco, la classe di velocità e molto altro ancora.

Simpatica l’idea di riproporre la gara offline con split-screen (selezionabile tra verticale e orizzontale) così da poter organizzare dei veri e propri tornei casalinghi all’ultimo sangue. Peccato non aver potuto testare la modalità online, con i server di gioco ancora chiusi al pubblico in attesa del famigerato day one. Prima di esprimerci sul voto finale, aspetteremo quindi di poter testare questa fondamentale esperienza di gioco, per cui vi chiediamo ancora un attimo di pazienza.