Wipeout Pure

di Luca Gambino
Triste vedere le navicelle della serie Wipeout prendere polvere nell'immenso garage Sony. Triste perché dopo il brillante esordio di Wipeout e la conferma di Wipeout 2097, la serie Psygnosis (ora Studio Liverpool), aveva toccato il punto più basso della serie con il poco convincente Wipeout Fusion che, in parte, aveva tradito alcuni degli stilemi di un genere inventato dalla stessa Software house inglese. Ed è proprio dal 2002 che la saga di Wipout giaceva inerme ad aspettare l'occasione giusta per il ritorno sulle scene. Ed è così che dopo aver riscosso ottimi pareri in Giappone e negli States, la serie più veloce e adrenalinica della storia videoludica, è pronta ad accendere i motori anche su territorio europeo, giusto in tempo per presentarsi in prima fila al lancio europeo della console portatile di casa Sony. Una sfida doppiamente importante per il gigante nipponico e per uno dei suoi studi di sviluppo europei, non solo per la riesumazione del brand, ma anche perché Wipeout è uno di quei giochi che meglio di chiunque altro può mettere a dura prova l'intera sezione hardware di questo nuovo gioiello portatile.


La struttura di gioco di Wipeout Pure, ripropone in tutto e per tutto quanto visto nelle versioni viste in precedenza, permettendovi di percorrere a folle velocità attraverso i 4 circuiti e il singolo torneo inizialmente proposto nella modalità principale del gioco. Il posizionamento nei primi tre posti al termine del torneo, permetterà al giocatore di sbloccare nuovi circuiti, tornei e navicelle tra cui scegliere. Queste ultime presentano caratteristiche peculiari come velocità e maneggevolezza (a cui si affiancano anche lo Scudo e il Turbo), che differenziano le navicelle, adattandosi allo stile di guida del giocatore. Sebbene il titolo non permetta alcun tipo di modifica al proprio mezzo, la scelta ponderata del vostro "pod" faciliterà o meno il raggiungimento dell'obiettivo finale.

Chi ha conosciuto le precedenti versioni di Wipeout riconoscerà in Wipeout Pure tutte le caratteristiche peculiari che hanno portato alla ribalta questa saga. L'area di gioco, adattata ad un palco più piccolo, si presenta sempre ricca di dettagli con un comprensibile effetto di aliasing che però non disturba assolutamente l'esperienza di gioco. Quello che però impressiona maggiormente è l'esatta riproduzione di quel feeling di gioco che ha sempre contraddistinto Wipeout e che pochi altri hanno saputo imitare. Un feeling che fa ampio uso della vostra prontezza di riflessi e che metterà a dura prova la vostra capacità di controllare velocissime navicella la cui forza d'inerzia richiederà continue parzializzazioni degli spostamenti laterali, unite a bruschi cambi di direzione.


Ed è proprio sul sistema di controllo che la piccola console Sony dimostra tutto il suo valore, facendo uscire Wipeout Pure come assoluto vincitore. I dubbi legati allo stick analogico della PSP (vero elemento "dubbio" di tutta la console), si dissolvono dopo i primi minuti di gioco, quando fatto "il pollice" alla brevità della corsa dello stick e calcolati i tempi di reazione della navicella su schermo, si riuscirà a filar via lungo i circuiti ottimamente realizzati per l'occasioni. Questi ultimi, che raccolgono l'eredità intellettuale dei primi Wipeout si presentano con un'architettura tutto sommato semplice ma modellati per offrire al giocatore la stessa adrenalinica esperienza di sempre. Ovviamente una parte importante di tutto il modello di gioco è rappresentato dalle armi e dai potenziamenti che saranno disponibili lungo il circuito e che vi permetteranno di rallentare o addirittura eliminare gli avversari in pista, guadagnando preziose posizioni.

Anche tecnicamente Wipeout Pure riesce ad essere all'altezza della situazione, pur non essendo mai stata la serie in oggetto un esempio lampante di ricerca estetica. La saga dello Studio Liverpool ha sempre puntato sull'essenzialità delle strutture poligonali di circuiti e navicelle, puntando tutto sulla fluidità dell'azione di gioco. E anche in questo caso la piccola PSP dimostra di poter reggere il confronto con i fratelli maggiori, in virtù di una rappresentazione spartana ma assolutamente gradevole, esaltata dalla bontà dello schermo TFT a cui fa eco un frame rate granitico nella stragrande maggioranza dei casi, fatta eccezione per momenti di rari momenti di particolare "carico" su schermo.

Stranamente sottotono, invece, il comparto audio che nel corso degli anni ci aveva abituato a colonne sonore di primissimo valore che accompagnavano adeguatamente le azioni di gioco. Nel caso di Pure, invece, la sezione audio si limita ad effetti speciali adeguatamente ricreati ma accompagnati da basi musicali piuttosto piatte e senza mordente, che andranno a coprire solo un sottofondo sì adeguato, ma incapace di diventare uno dei punti focali dell'azione, così come accaduto in passato.

In ultimo è doveroso aprire un capitolo riguardante il multiplayer di Wipeout Pure, affidata alla connessione Wi-Fi del gioiello portatile Sony e che nelle nostre prove ha dimostrato di essere tanto "solida" nella connettività (i giocatori si sono disposti ad una trentina di metri), quanto divertente nel suo usufrutto. Come se non bastasse, Sony ha inaugurato proprio con Wipeout il suo servizio di download di contenuti che si traduce nel caso di Pure in un pacchetto aggiuntivo del peso di circa 14 mega (quasi metà della memory stick standard) contenente nuovi circuiti e nuove navicelle da utilizzare anche per le vostre partite multiplayer. A questo proposito è doveroso segnalare il ruolino d marcia di Sony in merito ai contenuti scaricabili. Dopo il "Gamma Pack", che ha aperto le danze il primo Settembre, arriverà il Delta Pack, il 16 Settembre e il Classick Pack 1&2 in distribuzione rispettivamente dal 3 e 16 Ottobre.

Sony vince la sfida con sé stessa e contro il suo più recente passato. La saga di Wipeout è più viva che mai e forse la PSP può diventare la nuova casa di una serie la cui vita è stata forse più corta del dovuto. Bravo Wipeout. Brava Sony.