Woody Woodpecker
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Per chi non lo sapesse, Knothead e Splinter sono i due pennuti nipoti del celebre Woody Woodpecker. In un pomeriggio come tanti altri, passato a giocare ai video game (tanto per dare il buon esempio ai giovani giocatori di tutto il mondo) vengono rapiti dal terribile Buzz Buzzard, il temibile avvoltoio, acerrimo rivale del nostro eroe. Il criminale lascia sul luogo del delitto una richiesta di riscatto che irrita terribilmente il prode Woodpecker il quale, immediatamente, decide di correre al parco dei divertimenti per trovare i due piccoli e riportarli a casa
Come potete notare, per quanto riguarda la trama, non ci troviamo di fronte a un capolavoro di originalità. Siccome il nostro eroe é già abbastanza famoso non ci si sforza molto nella presentazione, e tanto meno nella caratterizzazione del personaggio. Si pensa sempre che i giochi tratti da cartoni animati o film possano vivere di rendita, ma é una pura illusione
NEI PANNI DI UN PENNUTO
Non facciamoci cogliere dai pregiudizi, forse la mancanza di una trama coinvolgente o di un personaggio ben caratterizzato non sono problemi così gravi. Cominciano a giocare. Il parco é diviso in tre aree tematiche: una zona spaziale, una nave dei pirati e una casa fantasma. Prendiamo un po' di dimestichezza coi comandi e partiamo per la nostra missione
Woody Woodpecker può saltare, chinarsi, e scagliare formidabili attacchi con il suo micidiale becco. Un terribile senso di dejà vue ci assale: grafica da cartoon, bonus qua e là, pedane su cui saltare, trappole, qualche nemico da eliminare... eravamo convinti di trovarci di fronte all'ennesimo platform 3D senza infamia e senza lode quando, col passare del tempo, incominciano ad emergere tanti piccoli difettucci. Gli schermi si dimostrano ripetitivi e privi di atmosfera, il design dei livelli si fa un po' confuso, la telecamera virtuale crea qualche problema, Woody ogni tanto sfugge al nostro controllo e precipita in qualche baratro
Dopo qualche ora di gioco la situazione é precipitata sotto ogni punto di vista. Le vite se ne vanno via una dopo l'altra ma la cosa peggiore é che non il nostro vero nemico é il sistema di controllo. Nonostante durante i salti compaia un indicatore che indichi la posizione in cui il pennuto toccherà il suolo, continuiamo a precipitare nel vuoto. Una rampa sembrava vicina; in quel punto la telecamera virtuale non si era messa in una posizione ottimale; ehi, da dove arrivano quei proiettili? Schiacciamo un pulsante e delle bombe ci cadono in testa, cavalchiamo un razzo e ci sfracelliamo contro una parete di roccia, cerchiamo di raggiungere una vita extra e ne perdiamo tre cercando di passare in mezzo a una serie di raggi laser. In ogni caso occorre sempre morire per capire come superare alcuni ostacoli e ciò ci conduce verso l'inevitabile game over nel giro di pochi minuti, costringendoci a ripercorrere l'intero noioso livello dal principio
Come potete notare, per quanto riguarda la trama, non ci troviamo di fronte a un capolavoro di originalità. Siccome il nostro eroe é già abbastanza famoso non ci si sforza molto nella presentazione, e tanto meno nella caratterizzazione del personaggio. Si pensa sempre che i giochi tratti da cartoni animati o film possano vivere di rendita, ma é una pura illusione
NEI PANNI DI UN PENNUTO
Non facciamoci cogliere dai pregiudizi, forse la mancanza di una trama coinvolgente o di un personaggio ben caratterizzato non sono problemi così gravi. Cominciano a giocare. Il parco é diviso in tre aree tematiche: una zona spaziale, una nave dei pirati e una casa fantasma. Prendiamo un po' di dimestichezza coi comandi e partiamo per la nostra missione
Woody Woodpecker può saltare, chinarsi, e scagliare formidabili attacchi con il suo micidiale becco. Un terribile senso di dejà vue ci assale: grafica da cartoon, bonus qua e là, pedane su cui saltare, trappole, qualche nemico da eliminare... eravamo convinti di trovarci di fronte all'ennesimo platform 3D senza infamia e senza lode quando, col passare del tempo, incominciano ad emergere tanti piccoli difettucci. Gli schermi si dimostrano ripetitivi e privi di atmosfera, il design dei livelli si fa un po' confuso, la telecamera virtuale crea qualche problema, Woody ogni tanto sfugge al nostro controllo e precipita in qualche baratro
Dopo qualche ora di gioco la situazione é precipitata sotto ogni punto di vista. Le vite se ne vanno via una dopo l'altra ma la cosa peggiore é che non il nostro vero nemico é il sistema di controllo. Nonostante durante i salti compaia un indicatore che indichi la posizione in cui il pennuto toccherà il suolo, continuiamo a precipitare nel vuoto. Una rampa sembrava vicina; in quel punto la telecamera virtuale non si era messa in una posizione ottimale; ehi, da dove arrivano quei proiettili? Schiacciamo un pulsante e delle bombe ci cadono in testa, cavalchiamo un razzo e ci sfracelliamo contro una parete di roccia, cerchiamo di raggiungere una vita extra e ne perdiamo tre cercando di passare in mezzo a una serie di raggi laser. In ogni caso occorre sempre morire per capire come superare alcuni ostacoli e ciò ci conduce verso l'inevitabile game over nel giro di pochi minuti, costringendoci a ripercorrere l'intero noioso livello dal principio