World of Warcraft: Battle for Azeroth

di Simone Rampazzi

World of Warcraft è uno dei brand più longevi del mondo videoludico. Dopo quattordici anni di attività, tra espansioni e cambiamenti utili a rafforzarne l’identità, il gioco ha continuato a coinvolgere milioni di giocatori in tutto il mondo, restando in vetta alle classifiche di “frequentazione” legate ai Massive Multiplayer Online.

Abbiamo più volte decantato la qualità del prodotto a livello contenutistico, evidenziando come la Blizzard sia stata capace di scrivere una storia articolata e interessante, ricca di quella “lore” di cui ci piace parlare tanto quando disquisiamo di videogiochi.

La battaglia di Azeroth è iniziata a metà agosto, ma il rilascio graduale degli aggiornamenti ci ha spinto a prenderci un po’ di tempo per valutarne al meglio le peculiarità, prima di applicare un simbolico voto all’espansione Battle for Azeroth.

LA GUERRA NON CAMBIA MAI

In assenza di un nemico comune, le fazioni di Orda e Alleanza hanno ricominciato a combattere tra di loro con l’ambizione di controllare il potere dell’azerite. Se da un lato Sylvanas è stata accettata dall’orda come capoguerra, non senza ripensamenti a seguito del rogo di Teldrassil, Anduin ha invece ottenuto maggior rispetto dal proprio esercito, facendo un passo importante in corrispondenza delle orme lasciate dal padre Varian.

Una parte della storia l’abbiamo introdotta nel precedente articolo, qui il link, ma chi ha seguito attivamente gli eventi nel corso dei vari update ha scoperto che la trama si infittisce passo dopo passo, facendo emergere una serie di nomi importanti e spesso presenti, anche se non attivamente, agli eventi accaduti su Azeroth.

Il cortometraggio della regina Azshara ha fatto riemergere per esempio il nome di N’Zoth, uno dei quattro Old Gods di Azeroth, ma le storyline di entrambi gli eserciti hanno comunque tirato ai quattro venti un sacco di nuove informazioni, lasciandoci intendere che qualcosa bolle in una pentola a pressione pronta a esplodere.

Finite quindi le campagne, con aggiornamenti che arriveranno presto come suggerito dagli sviluppatori, abbiamo cominciato la nostra campagna di farming aggressivo, per cercare di raggiungere il massimo compenso nel minor tempo possibile. Le varie attività giornaliere comprendono perlopiù: completamento delle missioni mondiali per le reputazioni, e oggettistica, così da poter sbloccare il primo passo per il volo nelle nuove zone, seguito dal completamento reiterato delle instance a vari livelli, con la speranza di droppare gli item con i parametri e gli azerite traits migliori per il nostro personaggio.

La nostra avventura è lungi dall’essere conclusa e lo sblocco del Raid, avvenuto nei primi giorni di settembre, ci ha spinto a scendere nuovamente sul campo accompagnati dai nostri amici della gilda Phoenix Continuum, con l’obiettivo di affrontare Uldir e sconfiggere ognuno dei boss al suo interno.

La struttura di ricerca, costruita dai titani per studiare un modo per comprendere meglio la natura degli antichi, offre diversi scontri interessanti con personaggi perfetti per il contesto, ma le meccaniche sono ancora tutte da approfondire soprattutto per il fatto che i livelli di difficoltà offrono tanti attributi diversi ai boss, difficili da fronteggiare qualora non si è fatto un minimo di studio prima di scendere in campo.

Ogni meccanica propone diversi accorgimenti utili allo scopo, alternando scontri divertenti con altri più o meno noiosi. Il primo esempio che ci viene in mente è MOTHER, un boss meccanico che dovrà essere sconfitto dividendo il party in gruppi diversi, ognuno chiamato a passare da una stanza all’altra dell’arena, prima che queste prendano fuoco uccidendo chiunque al suo interno in un istante. Ma anche Zul Rinato fa il suo sporco lavoro, rendendo la zona dello scontro non solo complessa da gestire, ma anche piena di nemici pronti a distrarci dal nostro obiettivo principale.

Le spedizioni sulle isole propongono un’attività cooperativa divertente, che anche in quel caso aumenta di retribuzione in modo direttamente proporzionale alla difficoltà con cui viene sostenuta. I punti di azerite grezza racimolati saranno preziosi per aumentare il livello dell’artefatto Cuore di Azerite, ma sinceramente fare le world quest permette di prendere due piccioni con una fava, dato che è possibile farmare una buona quantità di reputazione oltre a prendere preziosi punti azerite.  

Le novità si concludono, al momento, con l’apertura dei Fronti di Guerra, ovvero uno scenario da 20 giocatori che promette di buttarci nel vivo dello scontro con l’obiettivo di conquistare una determinata regione di Azeroth, assoggettandola al controllo della nostra fazione. Nel ruolo di un soldato dovrete raccogliere risorse e mantenere il controllo di determinate zone, addestrando al contempo ulteriori truppe da sfruttare per attaccare il vostro avversario.

Il sistema di attivazione funziona come visto in passato sulle Isole Disperse e infatti, al momento, sono attive delle missioni giornaliere in cui il nostro PG può contribuire all’allestimento del forte raccogliendo un numero sufficiente di risorse per far partire la campagna.

TANTE COSE CI ATTENDONO

Come spesso accade per le espansioni di World of Warcraft, gli eventi sono praticamente all’inizio e ci vorranno diverse patch per far sì che il motore possa carburare come si deve, magari tirando in ballo personaggi del passato. Il ruolo di Sylvanas è passato al momento in secondo piano, ma la presenza di N’Zoth ci fa ben sperare su un possibile coinvolgimento di Saurfang nella lotta contro questo dio antico. D’altronde, se ricordate bene, la prima missione contro C’Thun fu guidata proprio da lui!

Novembre sarà il mese del BlizzCon e, come di consueto, sicuramente vedremo presentato qualche corposo aggiornamento sul palco, seguito da altrettante informazioni utili a portare avanti questa campagna che sembra non avere mai fine. La fortuna aiuta gli audaci, diceva il buon Virgilio, ma nel caso di Blizzard la voglia e la passione in quello che si fa ripaga cento volte tanto.