X-files: Resist or Serve

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X-files: Resist or Serve

Sebbene il titolo meritasse tutte le attenzioni del caso, visto il brand di grandissimo successo e richiamo, i Black Ops sembrano proprio non aver messo né anima, né cuore nel lavoro svolto. Basta dare una rapida occhiata ai modelli poligonali dei protagonisti e alle scarne ambientazioni, a cui sono state relegate textures di bassa fattura, per capire come le risorse impiegate per questo titolo siano state mal spese. Non solo i protagonisti siano solo vagamente somiglianti a David Duchovny e Gillan Anderson (gli attori che interpretano rispettivamente Mulder e Scully), ma sono dotati di un set di animazioni che ci riporta bruscamente a titoli visti alle origini della vita del monolite nero. Idem dicasi per i nostri avversari che vanno infoltire le fila di "un bestiario" a basso contenuto artistico, non riuscendo assolutamente ad incidere in un titolo dove l'impatto emotivo è di fondamentale importanza. Eppure, pur senza una rappresentazione scenica degna di tale nome, Resistence or Serve potrebbe anche riuscire a funzionare, a patto che siate dei fan della serie e riusciate quindi a cogliere la moltitudine di citazioni di cui i programmatori hanno farcito il gioco.



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Come ogni titolo tratto da una serie TV o un Film di primaria importanza, anche in Resistence or Serve potremo trovare decine di piccole auto-citazioni che strapperanno più di un sorriso ai fan più accaniti. Si comincia con i nomi delle strade dove Mulder e Scully andranno ad operare, chiamate con i reali nomi degli episodi che hanno popolato le nove serie TV per continuare con le bottiglie di birra vuote che Mulder troverà lungo il suo cammino e che potrà utilizzare come bombe Molotov, che riportano sull'etichetta un tatuaggio, protagonista di un episodio che ha visto Scully indiscusso personaggio principale. Non potevano mancare all'appello anche gli altri personaggi che hanno popolato gli episodi di X-Files. Ecco quindi che ritroveremo i vari Krycek, il famoso gruppo dei "Guerrieri Solitari", il capo diretto del dinamico duo, Skinner e il canceroso Smoking Man, ancora una volta impegnato a recitare la parte del cinico senza speranza, la cui unica attività è quella di cancellare le tracce del coinvolgimento del governo americano nella prossima colonizzazione aliena.

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Non molto, in verità, ma Resistence or Serve regala un'esperienza di gioco con tinte piuttosto piatte e monotone, tra uno scontro a fuoco e l'ennesima porta da sbloccare con il classico codice riportato sul classico pezzo di carta trovato tra gli effetti di uno dei protagonisti. Un vero peccato, perché gli ingredienti base per un titolo ben al di sopra della media, c'erano veramente tutti. Trama accattivante, mistero a profusione e una struttura di gioco capace di portare il giocatore direttamente "dentro" l'episodio, vista la peculiare struttura di gioco, trasformando in realtà il sogno di qualsiasi fan. Il tutto "musicato" dagli stessi autori della serie con l'ormai celeberrima sigla e con tutti i motivi d'intermezzo diventati ormai un vero e proprio "marchio di fabbrica" della serie, oltre ovviamente alle reali voci degli attori che impreziosiscono il gioco con la loro interpretazione.

In fin dei conti Resistence or Serve è la classica ottima occasione mancata che meritava senz'altro un trattamento più adeguato a quelle che sono le enormi potenzialità di un brand come quello di X-Files. Un peccato che Vivendi abbia sparato a salve una cartuccia così importante, affidando la produzione del gioco ad un team incapace di riprodurre in modo adeguato un prodotto che ha fatto invece dell'immagine e dei chiaro scuri che riflettono le personalità dei due protagonisti, l'arma vincente che l'ha imposta sulla scena mondiale per ben 10 anni.

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X-files: Resist or Serve
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Voto

Redazione

X-files: Resist or Serve

Vivendi manca clamorosamente il "match point" con questo Reistence or Serve, affidandone lo sviluppo ad un team incapace di cogliere al meglio la vera essenza dello show della Fox, limitandosi a scimmiottare i "fratelli più grandi" del survival horror e mostrandosi incapace di condire un piatto che sarebbe già stato saporito di suo. Un vero peccato, che relega la seconda trasposizione ludica degli indagatori dell'incubo all'usufrutto della sola schiera degli appassionati, che si impegneranno a ricercare lungo il cammino dei nostri eroi le numerose chicche autocelebrative sparse dai Black Ops, chiudendo un occhio sugli orrori grafici e strutturali che, purtroppo, abbondano.

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