X-Men Legends II: L’Era di Apocalisse
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Diciamolo subito: X-Men Legends II (l'Era di Apocalisse) è senz'altro un titolo più che discreto nel suo complesso, ma che per gli amanti del filone Marvel rasenta per ovvi motivi il "gioco ideale" e per gli estimatori dell'action game, del multiplayer vecchia scuola e di quello supportato da Xbox Live rappresenta una scelta più che affine ai propri gusti.
Fatta questa necessaria introduzione, dedichiamoci ora con altrettanta rapidità all'incipit narrativo il quale vede gli X-Men (cioè i "buoni") alleati con la Confraternita dei Mutanti Malvagi (solitamente i meno buoni) al fine di fronteggiare una minaccia tanto temibile da far dimenticare momentaneamente alle due organizzazioni sia i dissapori storicamente radicati sia le divergenze filosofiche del quotidiano (un sacrificio, pensate, da cui dipende il sempre nebuloso futuro del mondo). Il nemico da sconfiggere è nella fattispecie Apocalisse, che oltre a possedere delle fattezze piuttosto titaniche, pare avere una sgradevole propensione al sequestro di mutante.
In verità il linguaggio della trama non si distacca poi tanto da quelli che sono i classici mezzi con i quali si esprime ogni epopea a base di supereroi a stelle e strisce, ma nell'evolversi degli Atti con cui il racconto è suddiviso esso sa dispensare una serie di citazioni ed apparizioni (e segreti disseminati qua e là) da appagare, immaginiamo, quanti siano cresciuti con le varie serie ed i rispettivi personaggi e quanti ancora ne seguano il cammino.
Eppure le motivazioni più pragmatiche per apprezzare il secondo X-Men Legends potrebbero anche trascendere da questa grande cornice ispirata a Stan Lee. Perché così tanti protagonisti in ballo (da alternare, far cooperare, utilizzare secondo strategia o necessità), così tante abilità di combattimento a proprio appannaggio ed una sapiente interazione con gli ambienti (aldilà della loro distruttibilità) costituiscono di fatto una più che pregevole pratica ed interpretazione del genere in questione.
Beninteso: non è presente nessuna svolta innovativa; ma un senso di efficienza totale, questo sì.
In più, il che non è di seconda importanza, si evidenzia un netto passo in avanti rispetto al diretto predecessore: ossia l'online gaming finalmente implementato.
Ciononostante, ed è questo il caso, non sempre efficienza si traduce giocoforza con eccellenza (benché la prima sia determinante della seconda). Alcuni deficit, infatti, precludono al lavoro Raven Software di raggiungere un simile traguardo e ci riferiamo specificatamente ai caricamenti che talvolta, se ripetuti nel giro di pochi istanti, minano un ritmo ludico per il resto uniforme.
Per quanto concerne l'aspetto audiovisivo, d'altra parte, vanno sottolineati da un lato un piacevole accompagnamento musicale ed un buon parlato anglosassone (con alcune voci evidentemente più riuscite di altre), dall'altro una libreria di effetti sonori che negli attimi più concitati sfocia per forza di cose nella cacofonia. Graficamente, invece, spicca la resa in cel shading dei singoli protagonisti (una resa invero molto perfettibile) ed una buona varietà delle ambientazioni, le quali spaziano da rovine esotiche a giungle prosperose, da caverne crepuscolari ad impianti tecnologici in avaria.
Peccato che questa varietà non si sia manifestata anche all'interno degli ambienti stessi, dove si ha l'impressione e poi la sempre più crescente certezza di vedere gli stessi motivi visivi (pur curati, per carità) fin troppo ripetuti. Bisogna tuttavia prendere atto di una cosa, che a livello esplorativo le aree siano tanto poco lineari quanto al tempo stesso per niente labirintiche e confusionarie (come in altri casi storici della categoria).
Il resto è un susseguirsi di mazzate, artigliate, evoluzioni ginniche, raggi di luce, fuoco e ghiaccio; e ancora: tele-cinesi, tele-trasporti, cicloni, prese, mosse pirotecniche, collezione di disegni e chi più ne ha più ne metta.
Non solo fin dalle prime battute sarà possibile vestire i panni di un nutrito numero di mutanti (da Wolverine a Magneto, da Nightcrawler a Toad, da Fenomeno a Tempesta), ma li si dovrà potenziare e far crescere nelle caratteristiche che più si desidera con la determinazione di provare tutti sul campo e di farlo a lungo (vi è anche la possibilità di spendere in maniera automatica l'esperienza ottenuta).
Ovviamente nuovi amici si aggiungeranno allo squadrone iniziale, mentre altri si limiteranno o a dar consigli e indizi nei quartieri generali o ad offrire, in cambio di denaro, equipaggiamenti di varia natura.
Va infine menzionata l'intelligenza artificiale con cui, in assenza di altri comprimari umani, la cpu gestisce i membri del party non direttamente controllati dal giocatore. Quest'ultimo potrà ovviamente alternare l'uso degli eroi mediante la croce direzionale, e potrà dare degli imput all'IA (ad esempio indicarle il grado di aggressività da assumere, quello con cui curare o quello con cui utilizzare i Poteri Estremi) e poi guardarne l'operato (del quale, globalmente, né ci si lamenta né ci si stupisce).
In conclusione non si può che ribadire quanto esposto in apertura e durante la recensione, non si può cioè che evidenziare la bontà di un videogioco che fra avventura in solitario ed offerte multigiocatore si dimostra foriero anzitutto di numerose ore d'intrattenimento, in secondo luogo di una formula ludica immediata e votata ad un divertimento senza troppi fronzoli. Il che, delle volte, può servire davvero.
Fatta questa necessaria introduzione, dedichiamoci ora con altrettanta rapidità all'incipit narrativo il quale vede gli X-Men (cioè i "buoni") alleati con la Confraternita dei Mutanti Malvagi (solitamente i meno buoni) al fine di fronteggiare una minaccia tanto temibile da far dimenticare momentaneamente alle due organizzazioni sia i dissapori storicamente radicati sia le divergenze filosofiche del quotidiano (un sacrificio, pensate, da cui dipende il sempre nebuloso futuro del mondo). Il nemico da sconfiggere è nella fattispecie Apocalisse, che oltre a possedere delle fattezze piuttosto titaniche, pare avere una sgradevole propensione al sequestro di mutante.
In verità il linguaggio della trama non si distacca poi tanto da quelli che sono i classici mezzi con i quali si esprime ogni epopea a base di supereroi a stelle e strisce, ma nell'evolversi degli Atti con cui il racconto è suddiviso esso sa dispensare una serie di citazioni ed apparizioni (e segreti disseminati qua e là) da appagare, immaginiamo, quanti siano cresciuti con le varie serie ed i rispettivi personaggi e quanti ancora ne seguano il cammino.
Eppure le motivazioni più pragmatiche per apprezzare il secondo X-Men Legends potrebbero anche trascendere da questa grande cornice ispirata a Stan Lee. Perché così tanti protagonisti in ballo (da alternare, far cooperare, utilizzare secondo strategia o necessità), così tante abilità di combattimento a proprio appannaggio ed una sapiente interazione con gli ambienti (aldilà della loro distruttibilità) costituiscono di fatto una più che pregevole pratica ed interpretazione del genere in questione.
Beninteso: non è presente nessuna svolta innovativa; ma un senso di efficienza totale, questo sì.
In più, il che non è di seconda importanza, si evidenzia un netto passo in avanti rispetto al diretto predecessore: ossia l'online gaming finalmente implementato.
Ciononostante, ed è questo il caso, non sempre efficienza si traduce giocoforza con eccellenza (benché la prima sia determinante della seconda). Alcuni deficit, infatti, precludono al lavoro Raven Software di raggiungere un simile traguardo e ci riferiamo specificatamente ai caricamenti che talvolta, se ripetuti nel giro di pochi istanti, minano un ritmo ludico per il resto uniforme.
Per quanto concerne l'aspetto audiovisivo, d'altra parte, vanno sottolineati da un lato un piacevole accompagnamento musicale ed un buon parlato anglosassone (con alcune voci evidentemente più riuscite di altre), dall'altro una libreria di effetti sonori che negli attimi più concitati sfocia per forza di cose nella cacofonia. Graficamente, invece, spicca la resa in cel shading dei singoli protagonisti (una resa invero molto perfettibile) ed una buona varietà delle ambientazioni, le quali spaziano da rovine esotiche a giungle prosperose, da caverne crepuscolari ad impianti tecnologici in avaria.
Peccato che questa varietà non si sia manifestata anche all'interno degli ambienti stessi, dove si ha l'impressione e poi la sempre più crescente certezza di vedere gli stessi motivi visivi (pur curati, per carità) fin troppo ripetuti. Bisogna tuttavia prendere atto di una cosa, che a livello esplorativo le aree siano tanto poco lineari quanto al tempo stesso per niente labirintiche e confusionarie (come in altri casi storici della categoria).
Il resto è un susseguirsi di mazzate, artigliate, evoluzioni ginniche, raggi di luce, fuoco e ghiaccio; e ancora: tele-cinesi, tele-trasporti, cicloni, prese, mosse pirotecniche, collezione di disegni e chi più ne ha più ne metta.
Non solo fin dalle prime battute sarà possibile vestire i panni di un nutrito numero di mutanti (da Wolverine a Magneto, da Nightcrawler a Toad, da Fenomeno a Tempesta), ma li si dovrà potenziare e far crescere nelle caratteristiche che più si desidera con la determinazione di provare tutti sul campo e di farlo a lungo (vi è anche la possibilità di spendere in maniera automatica l'esperienza ottenuta).
Ovviamente nuovi amici si aggiungeranno allo squadrone iniziale, mentre altri si limiteranno o a dar consigli e indizi nei quartieri generali o ad offrire, in cambio di denaro, equipaggiamenti di varia natura.
Va infine menzionata l'intelligenza artificiale con cui, in assenza di altri comprimari umani, la cpu gestisce i membri del party non direttamente controllati dal giocatore. Quest'ultimo potrà ovviamente alternare l'uso degli eroi mediante la croce direzionale, e potrà dare degli imput all'IA (ad esempio indicarle il grado di aggressività da assumere, quello con cui curare o quello con cui utilizzare i Poteri Estremi) e poi guardarne l'operato (del quale, globalmente, né ci si lamenta né ci si stupisce).
In conclusione non si può che ribadire quanto esposto in apertura e durante la recensione, non si può cioè che evidenziare la bontà di un videogioco che fra avventura in solitario ed offerte multigiocatore si dimostra foriero anzitutto di numerose ore d'intrattenimento, in secondo luogo di una formula ludica immediata e votata ad un divertimento senza troppi fronzoli. Il che, delle volte, può servire davvero.