Xenoblade Chronicles 2

di Daniele Mariani

Quella dei vari Xeno è una saga dalla storia variegata: sempre sviluppati attorno a tematiche complesse (come la contrapposizione fra fede e tecnologia, il rapporto fra l'uomo e una figura divina assente, o i conflitti fra diverse forme di vita) i vari capitoli realizzati nel corso degli anni da Tetsuya Takahashi non sono mai riusciti nel tempo a costituirsi come una serie vera e propria, rimanendo spesso titoli a sé stanti collegati fra loro da tematiche comuni o rincorrendosi con una successione di prequel/sequel spirituali.

Il primo capitolo Xenogears (1998), concepito inizialmente come una proposta per il settimo capitolo di Final Fantasy, riuscì a divenire un fenomeno di pubblico e critica nonostante la realizzazione frettolosa della seconda metà del gioco, martoriata da una serie di tagli di trama e contenuto. Finita nel dimenticatoio, la IP risorge spiritualmente in epoca Playstation 2 con il trittico di Xenosaga (2002, 2004, 2006), prequel spirituali di Xenogears, realizzati da un Takahashi ormai indipendente attraverso la sua Monolith Soft.

E' solo con i successivi Xenoblade Chronicles (2010) e Xenoblade X (2015) che il brand "Xeno" esplode, mantenendo intatte le proprie tematiche caratteristiche ma posizionandosi come saga composta da open world innovativi, dotati di ambienti mozzafiato incentrati su mondi alieni e sulla spettacolarità dei paesaggi. Se il primo Xenoblade era tutto sommato un jRpG di stampo classico mentre X ha preferito spingere su una esperienza maggiormente open world e legata al gioco online, Xenoblade Chronicles 2 promette fin dall'inizio una posizione "ibrida" fra i due predecessori.

Storia

Partiamo dalle basi e diciamo subito che in termini di storia Xenoblade Chronicles 2 vuole essere un sorta di ritorno alle origini stabilite dal primo episodio per Wii: spariti gli Skell e il realismo di creature, location e mostri di X, Xenoblade Chronicles 2 è un titolo che si racconta attraverso i tropi e l'estetica tipici dell'animazione giapponese, dalla narrazione molto più rilassata e meno angosciante, anche grazie alla presenza di numerosi momenti comici.

Senza procedere con spoiler, Xenoblade Chronicles 2 racconta la storia di un mondo composto da un cielo infinito -interrotto solo da un gigantesco albero fluttuante e da enormi creature volanti di ogni forma- chiamate titani. Gli umani, un tempo abitanti di un paradiso terrestre ormai perduto, sono stati costretti dalla furia del loro creatore a scappare e a rifugiarsi sul corpo di queste creature, sul cui dorso hanno costruito imperi e civiltà

Ora, a distanza di centinaia di anni, i titani stanno morendo: creature viventi in tutto e per tutto nonostante le bizzarre forme e le proporzioni enormi, i titani stanno invecchiando e precipitando dal cielo, trascinando con se intere culture e civiltà. E' in questo contesto di fatalismo ed incertezza che alcune nazioni iniziano un nuovo corso militaristico, una corsa agli armamenti che minaccia di esplodere in una guerra per il controllo dei titani ormai considerati delle risorse da imbrigliare, trivellare e sfruttare il più possibile.

In questo scenario si muovono i Driver, individui particolari capaci di stringere un legame quasi simbiotico con dei cristalli chiamati Blade. Ogni Blade, quando legato ad un Driver, esiste nella duplice forma di arma e creatura vivente, per combattere e vivere a fianco del proprio Driver come un prezioso alleato. Rex, giovane esperto nel recupero di relitti alla deriva nelle profondità del mare di nubi, viene arruolato ed in seguito tradito da una misteriosa organizzazione intenzionata a recuperare l'Aegis -una blade leggendaria dal potere smisurato.

Salvato da Pyra (questo il nome dell'Aegis) e condividendone parte delle memorie e della forza vitale, Rex ne accetta l'incarico di partire alla ricerca del paradiso perduto di Elysium in cui incontrare il creatore, per riuscire a porre fine alla morte dei titani e, di conseguenza, a salvare il mondo.

Partendo da simili premesse, è abbastanza doloroso dover notare come il comparto narrativo sia forse uno dei punti più deboli di Xenoblade Chronicles 2, sia per quanto riguarda le tematiche trattate che la loro realizzazione: mantenendo dei canoni caratteristici dei giochi Xeno solo alcuni elementi di colore, la storia di Rex e compagni si presenta non come un'epica esistenzialista o un "grande viaggio" con un inizio ed una fine, ma piuttosto come un intreccio continuo di diverse parentesi, digressioni e filler che tutto ottengono tranne che un vero e proprio progresso in quello che dovrebbe essere il nucleo della storia, ovvero la ricerca dell'Elisyum.

La telecamera dell'azione decide di mantenere uno zoom ampio sul mondo di gioco, scegliendo di seguire sia le vicende di Rex che i grandi e piccoli complotti dietro le quinte delle varie nazioni, ma l'effetto finale è quello di una panoramica concentrata nell'approfondire (in maniera discontinua e frammentata) i diversi elementi di lore più che a raccontare invece una singola esperienza coerente o una progressione di eventi. Nonostante il gioco sia organizzato in missioni e capitoli, infatti, può capitare spesso di trovare parti di storia prive di un fil rouge coerente, costituite come archi narrativi completamente autoconclusivi (e a volte persino accessori), o grossi punti di trama rivelati in modo improvviso o eccessivamente criptico -ma sempre accettati passivamente da un cast di personaggi poco motivati.

Il ritmo, insomma, procede a marce costantemente basse senza riuscire ad infiammare ne l'interesse ne l'immedesimazione del giocatore, in una formula che spesso (benché prometta un inizio e una fine) non sembra collegare il progresso della storia al progresso nel gioco -prediligendo anzi una frustrante progressione vecchio stampo fatta di villain ricorrenti (o in costante fuga), cutscene dai fluttuanti livelli di potere e sviluppi di trama spesso gestiti in modo maldestro e fuori tono.

Esplorazione

Così come la dimensione narrativa, anche lo spazio in Xenoblade Chronicles 2 è dilatato e misurato in proporzioni gigantesche: i corpi dei titani, sia nelle zone selvagge che nei piccoli e grandi villaggi, sono allo stesso tempo completamente esplorabili e dotati di una cura nei dettagli e nella caratterizzazione semplicemente sbalorditiva. Non esattamente un open world in quanto l'accesso ai diversi titani viene sancito dal progresso nella storia (a differenza ad esempio di Xenoblade X, dove teoricamente gran parte della mappa era raggiungibile fin dai primi minuti di gioco), i corpi dei titani nel cielo di Alrest sono vivi e pullulanti di ogni genere di abitanti -dalle razze intelligenti come i Nopon fino ai classici esemplari di fauna e megafauna aliena tipici della serie.

I diversi spazi, per quanto smisurati in ogni dimensione o composti da grotte, cunicoli e più livelli sovrapposti si rivelano come tutto fuorché vuoti: che si tratti dell'arcipelago di titani medusoidi di Leftheria o dei grandi mercati di Gormott, ogni ambiente di gioco è farcito da piccoli e grandi curiosità da raggiungere per chiunque volesse cimentarsi in una esplorazione più approfondita -come mostri unici, tesori o equipaggiamenti rari ma anche panorami mozzafiato o piccole scene di vita quotidiana fra i vari membri del party.

Attingendo a piene mani da quanto stabilito da Xenoblade X, Xenoblade 2 presenta anche una piccola ma essenziale componente di platforming fondamentale all'esplorazione su più livelli non solo incentivando ulteriormente l'esplorazione di tetti, balconate e crepacci alla ricerca di tesori  nascosti, ma rendendo ad esempio intere aree del gioco completamente bypassabili grazie ad un cauto approccio basato su cadute o scalate molto controllate.

Battle System

Elemento di spicco della serie è sempre stato quello del combat system, ed in questo Xenoblade Chronicles 2 tiene alta la bandiera: il nuovo sistema di combattimento è completamente incentrato sull'uso delle già citate Blade, alleati e armi antropomorfe, in una rivisitazione solo superficialmente diversa da quello dei precedenti capitoli e che non mancherà di regalare grosse soddisfazioni ai giocatori più attenti.

In primo luogo, va sottolineato questo: in Xenoblade 2, il combattimento vero e proprio rappresenta più o meno un terzo del combat system, lasciando grandissimo spazio ed importanza alla pianificazione tattica dei membri del gruppo e delle Blade a loro disposizione -un elemento che lungi dall'essere simile ad un semplice equipaggiamento rappresenta invece un grosso "pacchetto" di opzioni.

Una Blade possiede infatti due attributi fondamentali: il ruolo (fra i tre canonici di Healer, Tank e DPS) che determina sia il tipo di arma rappresentata (fra una lunga lista che comprende fucili, spade, lance, martelli e via dicendo) che le skill a disposizione in battaglia (qui denominate Arts), e l'elemento che invece svolge un ruolo determinante nella concatenazione degli attacchi elementali e dei loro effetti. Ma andiamo per ordine.

A livello pratico il battle system è fondamentalmente un "falso" action, dato che la componente di riflessi e tempismo è molto ridotta e sostituita invece da un grosso fattore strategico di posizionamento in tempo reale sul campo di battaglia. A combattimento iniziato ogni personaggio inizierà infatti ad effettuare automaticamente una serie di semplici attacchi contro il proprio bersaglio; ognuno di questi auto-attacchi andato a segno contribuisce al caricamento delle tre Arts a disposizione, dipendenti dall'arma e il cui uso si presta a diversi risultati a seconda del posizionamento relativo dell'attaccante o se il bersaglio già soffra di una serie di debuff e condizioni (come "prono" o "scagliato in aria").

A sua volta, l'uso delle Arts contribuisce al caricamento di altro tipo di mossa, denominata Blade Combo -in cui Driver e Blade uniranno le forze per sferrare attacchi elementali di diversa intensità. Una volta effettuata una Blade Combo, tuttavia, lo stesso Driver o gli altri membri del party potranno intervenire effettuando le proprie Blade Combo in rapida successione, concatenando i diversi elementi in sequenze definite Driver Combo, sicuramente uno dei lati più interessanti del combattimento, dato che (oltre ad un danno massivo) ogni Driver Combo portata a termine avrà come effetto quello di "bloccare" completamente alcune mosse nemiche.

Come intuibile si tratta di una abilità molto situazionale, che tuttavia aggiunge un ulteriore elemento all'arsenale del giocatore incentivando una composizione estremamente ragionata del party. Può capitare, ad esempio, di dover valutare se preferire un gruppo omogeneo sul piano degli elementi (di modo da ottenere una maggiore flessibilità nella concatenazione durante le Driver Combo) o preferire un gruppo più performante e costruito a tavolino attorno ad un equilibrio di ruoli fra fighter, tank e healer -togliendosi così non solo un grosso strumento di DPS, ma trovandosi anche molto scoperti durante alcune battaglie più avanzate -in cui i debuff i nemici rappresentano un elemento fondamentale.

Come in ogni situazione del genere, la verità sta nel mezzo e parte della curva di apprendimento in Xenoblade Chronicles 2 sta appunto nel riuscire a padroneggiare il sistema di composizione del party in ogni circostanza. Considerando tuttavia come per gran parte del gioco il setup iniziale di tutti i personaggi resti di gran lunga il migliore disponibile, parte di questa complessità rischia di essere sottovalutata e di diventare il proverbiale muro su cui molti giocatori si ritroveranno a sbattere -cosa resa ancora più probabile dal fatto che i combattimenti veri e propri, se mal gestiti, rischino di trasformarsi in una noiosa formalità appena dopo una ventina di ore di gioco.

In conclusione, trattando per un secondo la questione della longevità, è meglio che il giocatore si prepari a una novantina di ore di gioco composte da panorami maestosi come sfondo di viaggi monotoni, combattimenti estenuanti spesso ridotti a formalità e lunghe digressioni nella trama; pur essendo un gioco "lungo" e denso di contenuti ed esplorazione, il rischio concreto è che Xenoblade Chronicles 2 non riesca a far fruttare la propria longevità tenendo alta l'attenzione del giocatore fino alla fine.