Xenoblade Chronicles

di Paolo Mulas
Alcune scelte di distribuzione possono apparire alquanto strane agli occhi dei videogiocatori. Ci si chiede infatti il perché un titolo del valore di Xenoblade Chronicles sia rimasto per oltre un anno in un “limbo”, lasciando col fiato sospeso migliaia di appassionati che solamente pochi mesi fa, con l'annuncio ufficiale dell'uscita europea del titolo, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

L'arrivo nel vecchio continente dell'ultima fatica dei Monolith Soft (già autori di Xenosaga e Baten Kaitos), non solo riaccende l'attenzione sul Wii in questo 2011, che fino ad ora era stato un anno piuttosto povero di uscite di rilievo, ma più in generale da una scossa all'intero “universo” dei giochi di ruolo giapponesi, un genere che in questa generazione é parso essersi un po' stritolato da una struttura che sembra, o perlomeno sembrava, sgretolarsi sotto l'incedere del tempo. Fin dal suo incipit narrativo, Xenoblade Chronicles, riesce nel non facile compito di distinguersi dalla massa dei j-rpg: all'alba dei tempi due divinità, Bionis e Mechanis, si sono scontrate per la supremazia nell'universo, ed al momento per entrambe di sferrarsi a vicenda il colpo finale sono rimaste congelate come in un freddo abbraccio. Milioni di anni dopo, sopra di esse, si sono sviluppate due differenti civiltà, una biologica (costituita in gran parte da Homs, degli umani) ed una meccanica, dei Mechan.



Questi ultimi hanno provato in tutti i modi a sopraffare gli umani, ma una leggendaria spada, la “Monade” (peraltro Monado era il titolo originale del gioco), l'unica arma in grado di distruggere i Mechan, ha stabilizzato il conflitto, regalando qualche speranza ai poveri Homs. La “tregua” forzata é durata appena un anno, ed il protagonista, Shulk, un giovane ingegnere dedito allo studio della spada, sarà costretto ben presto a combattere per la sopravivenza della sua specie. Attorno alla Monade ruota gran parte della storia, e per molti versi anche del gameplay. La spada ha purtroppo il difetto di indebolire colui che la brandisce, ma tra i suoi poteri dapprima celati, spicca la possibilità di prevedere il futuro, dando così un risvolto del tutto nuovo ai combattimenti. L'avventura ci accompagnerà per oltre 50 ore di gioco, e sappiamo bene quanto sia difficile in un titolo così vasto riuscire a tenere alta l'attenzione del giocatore ed a mantenere un ritmo elevato, ma i Monolith sono riusciti nell'impresa realizzando un prodotto che convince già a partire dalla sceneggiatura.

La trama é sì infarcita di quella visione apocalittica piuttosto ricorrente in molte produzioni nipponiche, ma riesce a miscelare al meglio i colpi di scena e l'evoluzione dei personaggi, senza per altro tediare troppo il giocatore, tutto questo in un contesto tra il fantasy ed il cyberpunk, che non nasconde anche messaggi profondi. La fase esplorativa negli ambienti vastissimi di Xenoblade, é probabilmente la componente più riuscita dell'intero titolo, regalando al giocatore una sensazione di libertà che ha davvero pochi rivali. La vastità non é fine a sé stessa, ma ogni piccolo anfratto nasconde qualcosa di prezioso, come un oggetto raro o qualche segreto, e si caratterizza per le differenze di flora e di fauna. Montagne impervie, caverne, laghi, lussureggianti pianure, si intrecciano alla perfezione in un mondo, che ricordiamo, non é altro che l'unione dei giganteschi “corpi” delle divinità. La notevole estensione non deve essere però vista come sinonimo di “disorientamento”, tutt'altro, il giocatore può con facilità seguire le destinazioni dell'avventura principale, perché ogni locazione da raggiungere é indicata con una freccia, ma sarà comunque emozionante potersi “perdere” esplorando in lungo e largo per le missioni secondarie o anche per sola curiosità, che sarà in ogni caso adeguatamente ricompensata.



Inoltre in molti dei più importanti luoghi raggiunti si attiveranno dei teletrasporti che permetteranno di “trasferirci” in pochi secondi verso la nostra meta preferita. Tutto ciò che ritroveremo durante le nostre peregrinazioni andrà poi a comporre una gigantesca ed esauriente enciclopedia, ed inoltre molti degli oggetti recuperati potranno essere usati per potenziare i propri eroi o per essere venduti ai mercanti. La presenza di numerosi personaggi non giocanti, la fauna più “attiva” che mai, il passaggio delle varie fasi del giorno ed i mutamenti climatici, rendono Xenoblade Chronicles un gioco realmente vivo e pulsante, dove ad ogni azione del giocatore corrisponde una reazione credibile con ripercussioni sullo sviluppo della trama. I combattimenti a turni, spesso conditi dagli ormai obsoleti incontri casuali sono tra le caratteristiche più gettonate nei giochi di ruolo di stampo orientale. Xenoblade Chronicles si distacca in maniera abbastanza marcata da questa struttura; nessun incontro casuale e combattimenti semi automatici, che ricordano abbastanza da vicino quelli di Final Fantasy XII.

Il giocatore controlla solamente un membro del party, ed una volta decisi a procedere allo scontro, il proprio attacco principale si scaglierà in maniera automatica contro il nemico. Bisognerà comunque stare sempre all'erta, attivando al momento giusto le varie tecniche che necessiteranno poi di diversi secondi per essere ricaricate. Ci sono comunque moltissime variabili, gli scontri difatti sono decisamente dinamici e bisognerà spostarsi nelle posizioni più idonee (per esempio di spalle o di fianco all'avversario) per poter eseguire al meglio la propria tecnica. Durante il combattimento si potranno incoraggiare e soccorrere i propri compagni, e caricando delle apposite barre si potranno dare il via a degli attacchi devastanti che coinvolgeranno tutti i membri del gruppo. Molte delle tecniche andranno poi ad influenzare lo status dei combattenti, facendoli rallentare o sanguinare ed aprendo quindi la possibilità di sferrare nuovi tipi di attacchi, altrimenti inutilizzabili. Si potranno decidere anche le tattiche, andando a combattere uniti, oppure ognuno per sé, cercando di spezzare il fronte nemico (provando ad isolare un solo avversario dal suo gruppo), o cercando di sfuggire quando si diventa l'obbiettivo principale del nemico.