XIII
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Le onomatopee non hanno carattere rivoluzionario ma alternativo. Fino ad oggi su schermo le abbiamo viste solo nel ruolo di comparse, mai di protagoniste. Forse perché non hanno caratura, sono attrici di secondo livello. Eppure stavolta, le onomatopee hanno un ruolo fondamentale. Affiancate alla tecnica dei riquadri, già apprezzata in film quali Hulk, ricreano magistralmente l'atmosfera da fumetto digitale voluta da Ubisoft. Dal punto di vista stilistico sono quindi indispensabili, a livello di gameplay è imbarazzante la loro effettiva inutilità. Tutt'altro che inutili però, se valutate in un diverso contesto: la breccia è stata creata, toccherà a futuri programmatori aprire la porta ed esplorare le strade a cui questa tecnica porterà. Il portavoce di una nuova tendenza videoludica? Forse.
Il tutto gronda di stile, dobbiamo darne atto ai programmatori, non spocchiosi nel creare un'accozzaglia di generi riuniti alla rinfusa, ma abili nel dare una propria impronta, a tracciare con vigorose pennellate un disegno ben delineato, brillante, forse un po' eccessivo. Poco importa se il motivo sapori di già visto. That's entertainment, di gran classe. Uno spettacolo a cui non siamo avvezzi essere partecipi. Inutile citare l'IA deficitaria dei nemici, l'arsenale bellico poco ispirato o alcuni passaggi di gioco ripetitivi e frustrant.. XIII non è niente di che: è solo un fps raccontato diversamente. Ma i sapori alternativi, magari esotici, attirano. E' qui che XIII appare grande ma piccolo allo stesso tempo: l'antitesi tra l'essere un banalissimo fps e il differenziarsi così nettamente dalla massa. La sola differenza è da ricercarsi nello stile grafico, nel tap tap, boom e crunch vari che appaiono sullo schermo, sulle vignette in cui si divide la scena e sul modo stiloso in cui viene raccontata la vicenda. Nel modo in cui Ubisoft ha confezionato il suo fumetto interattivo. Poco importa se dietro al cell shading c'è poca sostanza e se le superficialità che i programmatori si sono concessi a livello di gameplay non lo elevano al rango di capolavoro: XIII non si arrende, non risulta una vuota esercitazione di stile ma è la simbiosi gioco\trama che lo contraddistingue, rendendo grande anche quel che prima sembrava piccolo. Un po' come per il fumetto, quel qualcosa che ci fa procedere e ci tiene incollati alla sedia è lei, la trama, le varie situazioni e gli avvenimenti che si vengono a creare. Il plot narrativo, capace di intrattenere anche il giocatore agnostico, stavolta assuefatto più dalle vicende narrate che dall'effettivo spara spara incessante. Proprio come in un fumetto. Hanno ucciso il presidente Sheridan, vi risvegliate storditi in una spiaggia privi di memoria, con una bagnina vicino, una chiave e un numero tatuato sul petto. Chi siete veramente?