Yakuza 3
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Ma abbiamo detto anche che ci sono delle migliorie: la più gradita é stata la sparizione dei caricamenti tra le fasi esplorative e i combattimenti, con gli astanti che si dispongono rapidamente intorno a noi e gli avversari che escono dalla folla per affrontarci. Anche la realizzazione dei nuovi minigiochi é ottima: il golf e il biliardo seguono una fisica degna di titoli proprietari, e nel karaoke sono implementate ottime cinematiche. I filmati in computer graphic sono altresì ottimi, ma ricordiamo che tutti questi sono elementi “di contorno”, mentre il gioco vero e proprio si svolge parlando con la gente e picchiando i balordi. Ad ogni modo, il risultato é sempre gradevole, fluido e godibile, e non c'é motivo di esserne contrariati (ma neanche estasiati).
Il sonoro - anch'esso come nei precedenti Yakuza - prevede un uso limitato dei brani musicali, prediligendo per la maggior parte dell'esperienza di gioco l'utilizzo dei rumori ambientali: traffico, vociare della gente, qualche occasionale jingle proveniente da un negozio, o la musica proveniente dalla radio di un locale. Per quanto tutto ciò sia, in un certo senso, affascinante, talvolta risulta un po' “noioso”, specie quando ci si ferma in un luogo a dialogare con qualcuno. Fortunatamente, nelle situazioni importanti come combattimenti, inseguimenti o in generale quando “succede qualcosa” di importante, l'ottima colonna sonora fa bella mostra di sé. I doppiaggi sono disponibili esclusivamente nell'originale Giapponese, ma le voci sono tutte di ottima qualità, molte appartenenti ad attori professionisti. É un vero peccato che ancora una volta i testi su schermo siano disponibili esclusivamente in Inglese, soprattutto in un titolo in cui la corretta comprensione della trama e delle situazioni costituisce un importante parte del gameplaying.
Il sistema di gioco é semplice ed immediato: nella maggior parte degli scontri, infatti, le tecniche di combattimento di base saranno più che sufficienti per sconfiggere gli avversari, rendendo quelle avanzate particolarmente utili solo nei casi più importanti, come i gruppi più numerosi, i nemici particolari o i boss. La curva della difficoltà é decisamente più abbordabile dei capitoli precedenti, permettendo ad un giocatore che abbia esperienza di godersi senza problemi anche il livello “normale” e lasciando il “facile” ai neofiti - più un “difficile” per chi cerca veramente guai.
I boss sono rognosi, ma con due o tre curativi da parte nell'inventario si riesce di solito a venirne a capo. Ricordiamo però che al di fuori dei combattimenti e dei boss c'é un intero mondo da esplorare, racchiuso nell'apparentemente piccolo spazio di un quartiere di Okinawa e uno di Tokyo: le cose da fare sono talmente tante che la trama principale costituisce in effetti circa il 10% degli obiettivi perseguibili, ed anche così dura circa una ventina di ore - fatevi due conti. Beh, forse non arriverete a 200 ore (i filmati sono concentrati per lo più nella trama), ma é certo che per completare proprio tutto avrete bisogno di una consistente quantità di tempo.
Ma quello che veramente in Yakuza (tutta la serie) funge da primo motore immobile é l'atmosfera, unita alla filosofia di fondo: per godersi il titolo occorre fare uno sforzo immaginifico/culturale notevole, cercando di rendersi avezzi alle meccaniche sociali del Giappone moderno, così velocemente cresciuto dal medioevo dei Samurai eppure ancora così legato a determinati valori, alcuni dei quali moralmente discutibili per noi occidentali. Ma il semplice fatto che questo titolo, che proprio per questi motivi ha con difficoltà varcato il confine di conversione, abbia incontrato già in precedenza il plauso della critica e degli utenti é la riprova del fatto che in lui c'é obiettivamente del buono - e tanto. Yakuza 3, pertanto, é sicuramente un ottimo gioco, ma forse solo gli estimatori della serie riusciranno ad apprezzarlo veramente, anche perché i riassunti presenti non sono certamente in grado di supplire totalmente al vuoto di chi non ha mai visto i predecessori...
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Il sonoro - anch'esso come nei precedenti Yakuza - prevede un uso limitato dei brani musicali, prediligendo per la maggior parte dell'esperienza di gioco l'utilizzo dei rumori ambientali: traffico, vociare della gente, qualche occasionale jingle proveniente da un negozio, o la musica proveniente dalla radio di un locale. Per quanto tutto ciò sia, in un certo senso, affascinante, talvolta risulta un po' “noioso”, specie quando ci si ferma in un luogo a dialogare con qualcuno. Fortunatamente, nelle situazioni importanti come combattimenti, inseguimenti o in generale quando “succede qualcosa” di importante, l'ottima colonna sonora fa bella mostra di sé. I doppiaggi sono disponibili esclusivamente nell'originale Giapponese, ma le voci sono tutte di ottima qualità, molte appartenenti ad attori professionisti. É un vero peccato che ancora una volta i testi su schermo siano disponibili esclusivamente in Inglese, soprattutto in un titolo in cui la corretta comprensione della trama e delle situazioni costituisce un importante parte del gameplaying.
Il sistema di gioco é semplice ed immediato: nella maggior parte degli scontri, infatti, le tecniche di combattimento di base saranno più che sufficienti per sconfiggere gli avversari, rendendo quelle avanzate particolarmente utili solo nei casi più importanti, come i gruppi più numerosi, i nemici particolari o i boss. La curva della difficoltà é decisamente più abbordabile dei capitoli precedenti, permettendo ad un giocatore che abbia esperienza di godersi senza problemi anche il livello “normale” e lasciando il “facile” ai neofiti - più un “difficile” per chi cerca veramente guai.
I boss sono rognosi, ma con due o tre curativi da parte nell'inventario si riesce di solito a venirne a capo. Ricordiamo però che al di fuori dei combattimenti e dei boss c'é un intero mondo da esplorare, racchiuso nell'apparentemente piccolo spazio di un quartiere di Okinawa e uno di Tokyo: le cose da fare sono talmente tante che la trama principale costituisce in effetti circa il 10% degli obiettivi perseguibili, ed anche così dura circa una ventina di ore - fatevi due conti. Beh, forse non arriverete a 200 ore (i filmati sono concentrati per lo più nella trama), ma é certo che per completare proprio tutto avrete bisogno di una consistente quantità di tempo.
Ma quello che veramente in Yakuza (tutta la serie) funge da primo motore immobile é l'atmosfera, unita alla filosofia di fondo: per godersi il titolo occorre fare uno sforzo immaginifico/culturale notevole, cercando di rendersi avezzi alle meccaniche sociali del Giappone moderno, così velocemente cresciuto dal medioevo dei Samurai eppure ancora così legato a determinati valori, alcuni dei quali moralmente discutibili per noi occidentali. Ma il semplice fatto che questo titolo, che proprio per questi motivi ha con difficoltà varcato il confine di conversione, abbia incontrato già in precedenza il plauso della critica e degli utenti é la riprova del fatto che in lui c'é obiettivamente del buono - e tanto. Yakuza 3, pertanto, é sicuramente un ottimo gioco, ma forse solo gli estimatori della serie riusciranno ad apprezzarlo veramente, anche perché i riassunti presenti non sono certamente in grado di supplire totalmente al vuoto di chi non ha mai visto i predecessori...