Yakuza 6: The Song of Life
Partiamo da un concetto: ad oggi esistono videogiochi di ogni tipo. Con l'avvento del mercato mobile, assistiamo sempre più a produzioni “mordi e fuggi” adatte a regalarci la classica partitina rilassante tra una fermata della metro e l'altra. Non mancano, però, quei titoli che sono capaci di lasciare nel nostro immaginario il ricordo di una esperienza più profonda. “Esperienza”. Soffermiamoci su questa parola. Ora leghiamola al titolo di questa recensione. Guardiamoci negli occhi e diciamoci la verità: chi ha già una infarinatura della saga di Yakuza ha immediatamente capito dove voglio andare a parare. Yakuza 6, nuovo (quantomeno in Occidente) episodio di una delle migliori saghe di SEGA, ci prende per mano e ci promette di farci rivivere una delle esperienze ludico/narrative più profonde che ci siano capitate, a partire dal primo episodio che ha visto i propri natali su PlayStation 2 nel 2005. Già solo l'idea di guidare nuovamente l'inossidabile Kazuma Kiryu promette emozioni su emozioni, ma questo capitolo saprà far fremere il nostro animo di gamer come in passato?
Con la fine di Yakuza 5 avevamo lasciato il buon Kiryu-san malconcio (ma davvero molto malconcio) dopo l'ennesima scazzottata, a margine della consacrazione di Haruka, la sua giovane protetta, nel mondo delle idol (cantanti pop nipponiche). Tutto bene e lieto fine? Nemmeno a parlarne. A conclusione del debutto in diretta nazionale, la nostra Haruka pensa bene di annunciare in TV i propri legami con Kazuma tenendoci a rimarcare quanto di buono avesse fatto per lei questo esponente di spicco della mafia giapponese (la yakuza, appunto). Apriti cielo. E vaglielo a spiegare a quei 127 milioni di giapponesi che Kazuma è, si, uno yakuza ma è anche un gentiluomo sempre pronto ad aiutare chi è in difficoltà. Missione impossibile. Così, per limitare i danni della tempesta mediatica scatenatasi su Haruka, Kazuma compie l'ennesimo sacrificio e si fa incarcerare, con la speranza che tre anni dietro le sbarre bastino a far calmare l'opinione pubblica. Al termine della detenzione il nostro eroe con le scarpe di coccodrillo torna a Okinawa per rivedere Haruka e riprendere una vita serena e felice… ma poteva andare tutto liscio? Ovviamente no. Altrimenti saremmo senza trame per Yakuza 6!
Senza voler cadere nel facile spoiler, il buon Kazuma scoprirà che Haruka non è più a Okinawa e che le sue ultime tracce portano a Tokyo, proprio nel quartiere di Kamurocho, teatro e coprotagonista di tutta la saga. Dopo le prime ricerche, la situazione prenderà una drammatica piega, dove scopriremo che Haruka giace in stato comatoso dopo un incidente d'auto e che dovremo preoccuparci di Haruto, figlio di Haruka di cui nessuno sapeva nulla. Ancora una volta Kazuma dovrà dismettere i tanto agognati abiti civili per tornare a immergersi in un mondo fatto di malavita e guerre clandestine, perennemente in bilico tra infamia e onore. Oltre alla yakuza ci saranno vecchi e nuovi attori di questo incredibile teatro, il tutto a creare un freddo, ma pulsante, spaccato della Tokyo più affascinante e pericolosa.
Dopo la lunga, ma doverosa premessa, non possiamo che gettare lo sguardo sul lato prettamente ludico di Yakuza 6. Come da tradizione della saga, avremo tra le mani un action free roaming con una forte componente picchiaduro. Per raggiungere i nostri obiettivi, principali o secondari che siano, gireremo quasi esclusivamente per le strade di Kamurocho seguendo un sistema più o meno lineare basato sull’acquisizione di una quest e il suo compleanno raggiungendo uno specifico punto della mappa andando a soddisfare più o meno particolari richieste.
Oltre a dover semplicemente parlare con i personaggi non giocanti o consegnare specifici oggetti, l'azione più frequente che andremo a compiere sarà combattere sfruttando le abilità da picchiatore di Kazuma, grazie ad un soddisfacente combat system basato su combo e quick time event. Il nostro eroe, come da tradizione, potrà scagliare sui malcapitati avversari i molteplici oggetti che troverà per strada, ma fa registrare alcune novità nel suo modo di menare le mani. Adesso, caricando a suon di mazzate una specifica barra di energia, potrà attivare un nuovo Heat Mode che permetterà di sferrare colpi fortissimi e poter utilizzare come armi oggetti pesantissimi come motorini o colonne di cemento, con relativo aumento di danno nei confronti dei nemici.
Parimenti fa capolino un nuovo sistema di crescita. Il nostro yakuza preferito adesso ha ben una lista di sei abilità, ognuna delle quali vede un aumento di propri punti esperienza, basato sulle nostre azioni. Combattere, parlare, ordinare un piatto al ristorante, tutto andrà a far crescere particolari statistiche. Una volta raggiunto un monte punti soddisfacente, potremo spenderli per acquisire nuove abilità e mosse. Facciamo un esempio pratico: vorremo aumentare la potenza dei colpi o poter usare una nuova combo? Dovremo spendere punti “forza” e “agilità”. Non ci soddisfa l'effetto che avranno su di noi cibi e bevande? Investire un po’ di punti fortuna potrebbe essere la soluzione migliore.
A voi decidere se specializzarvi in alcuni campi o optare per una crescita equilibrata. Impossibile parlare di giocabilità in un titolo di questo brand senza citare la pletora di minigame a propria disposizione. A quanto sostenuto da SEGA, l'utilizzo di un nuovo motore grafico ha richiesto la diminuzione di attività collaterali, ma state sicuri che tra sale giochi in cui dilapidare i soldi guadagnati con fatica, karaoke, hostess club, gare di baseball e chat erotiche (ebbene si: Kazuma alla scoperta delle webcam zozze) avrete molto da fare.
Principale novità a riguardo è l'arrivo di un minigame dove dovremo far visita al nostro clan per combattere, alla ricerca del predominio sulle strade della città. Creare l'esercito, scegliere i ruoli dei nostri sottoposti e farli migliorare si è rivelato un piacevole espediente e, cosa non secondaria, il modo migliore per guadagnare in fretta un bel gruzzoletto da spendere per i negozi di Kamurocho. Quando il gioco uscirà ufficialmente potrete dedicarvi a combattere col vostro clan anche online, ma per ora ci siano dovuti limitare a utilizzare come unica componente multiplayer quella locale dedicata ad altri minigiochi.
Se andando dritti per la main quest arriverete alla fine della storia con circa 35 ore di gioco, dedicarvi alle attività collaterali farà quanto meno raddoppiare il tempo speso attaccati al pad.Tecnicamente il tanto decantato nuovo motore di gioco ha portato un generale miglioramento del colpo d'occhio, con le espressioni facciali dei protagonisti a fare la voce grossa. Restano invece altalenanti i dettagli e la resa delle figure secondarie, e gli sviluppatori hanno mostrato di dover prendere ancora la mano con il nuovo strumento di lavoro.
Rallentamenti e tearing, soprattutto nelle situazioni più affollate, saranno pressoché costanti e sebbene Yakuza 6 sia un titolo uscito un Giappone nel 2016, il gap con le produzioni principali occidentali rimane importante. Niente da dire sul sonoro, con un doppiaggio nipponico eccelso, accompagnato a sottotitoli in un inglese facilmente fruibile. L'ultimo (e pare che sia davvero l'ultimo) capitolo delle avventure di Kazuma Kiryu è un gioco estremamente profondo e godibile, che nutrirà abbondantemente lo spirito dei giocatori affezionati al drago di Dojima. Promozione a voti altissimi, quindi, nonostante qualche problema tecnico e una fruibilità limitata per chi si dovesse avvicinare solo oggi alla saga, con i classici riassunti degli espisodi precedenti che provano a strizzare l'occhio ai neofiti.