Yakuza

di Tommaso Alisonno
Anno 1995: Kazuma è uno Yakuza (i mafiosi giapponesi) di spicco della famiglia Dojima del clan Tojo, tanto da essersi guadagnato il soprannome di "Drago". È sul punto di formare la propria famiglia, in tutti i sensi: sta infatti per prendere in moglie la sua fidanzata Yumi e diventare un "capofamiglia" in seno al clan. Le cose però precipitano quando il suo migliore amico Nishiki uccide il loro capofamiglia, reo del rapimento della stessa Yumi: Kazuma, per permettere a Nishiki di occuparsi di sua sorella malata, si accolla la colpa dell'omicidio e finisce in galera, sotto lo sguardo di astio di tutto il clan. Ne uscirà dieci anni dopo, solo per trovare una Tokyo ben diversa da come se la ricordava; ed anche i vecchi amici sono cambiati...


Sviluppato dallo stesso team interno a Sega che ha dato i natali ai due bellissimi Shenmue, Yakuza si propone di portare sugli schermi della PS2 un'esperienza di gioco dal taglio molto cinematografico: una sorta di spaccato romanzato sulle guerre interne ed esterne di un clan di mafiosi giapponesi in cui un guerriero solitario (Kazuma, ovviamente) deve farsi strada tramite contatti, nuovi e vecchi amici, nonché la forza dei suoi pugni. Una volta superate le prime fasi di gioco, piuttosto lineari e che in parte fungono anche da tutorial, il gioco si apre ad un'esperienza molto RPG-oriented: nella maggior parte dei casi potremo condurre il buon Kazuma a spasso per le strade di un quartiere commerciale di Tokyo, parlando con la gente, entrando nei locali e nei negozi a fare spese, o combattendo risse contro teppisti e Yakuza minori interessati ai suoi soldi o semplicemente ad attaccar briga. Recandosi in determinate locazioni, solitamente segnalate nella mappa di gioco, si attiveranno gli eventi che consentiranno alla trama principale di proseguire, ma com'è ovvio in un contesto simile non mancheranno le sotto-quest totalmente opzionali, mirate alla conquista di denaro ed esperienza.
La sfida più pericolosa di Yakuza sarà comunque rappresentata dai combattimenti: ogni qualvolta se ne verificherà uno, il gioco caricherà una visuale più ristretta e dettagliata e l'interfaccia passerà da quella semplice dell'"esplorazione" a una più completa e da "picchiaduro". I comandi principali saranno tre, vale a dire l'attacco veloce, l'attacco potente e la presa. A questi si aggiunge la parata, utile però solo gli attacchi a mani nude portatici di fronte, e il blocco della telecamera, che consente tra l'altro di operare schivate laterali. In quasi tutte le arene di gioco, o tramite l'inventario, sarà possibile raccogliere ed equipaggiare armi di vario tipo, che vanno da randelli e tubi di ferro, a oggetti impropri come vasi di fiori o cassette di birra, fino ad armi vere e proprie come spade, pugnali e pistole. Gli indicatori da tenere d'occhio saranno due: quello della vita, giallo, che indica quanti colpi Kazuma può ancora incassare prima del Game Over, e quello della furia, azzurro, che si riempie man mano che il nostro eroe mena botte e che, una volta superata una determinata soglia, permette di compiere attacchi e combo più devastanti.


Come s'è detto, nelle sue avventure Kazuma guadagnerà denaro ed esperienza. Il danaro va da sé che sarà impegnato principalmente per l'acquisto di armi ed equipaggiamento, oppure potrà essere "investito" in casinò, slot-machine o ancora nel corteggiamento di ragazze, cosa che a sua volta genererà ulteriore esperienza. Quest'ultima potrà essere volta per volta impiegata per migliorare le caratteristiche di combattimento di Kazuma, ottenendo maggior danno o resistenza, oppure nuove tecniche; ulteriori tecniche potranno essere apprese da appositi manuali o, se mai doveste trovarne, da Sensei di arti marziali. Uno degli elementi particolarmente apprezzabili del sistema è la calibratura: a prime sfide potenzialmente semplici ma affrontate con un Kazuma praticamente inetto seguono avversari via via sempre più tenaci, ma anche le tecniche a nostra disposizione si fanno più efficaci. Gli scontri contro i Boss sono solitamente caratterizzati da una grossa dose di difficoltà e spesso dall'uso di tutti i medikit conservati, specie a causa di alcune loro caratteristiche (attacchi speciali o difese impenetrabili) che Kazuma non ha modo di contrastare con sistemi standard, ma con un po' di impegno si arriva al successo sfiorando il Game Over.
D'altronde, la giocabilità si attesta su livelli elevati sin dalle prime fasi del gioco, quando veniamo letteralmente presi per mano da un tutorial di combattimento completo ed esaustivo e quando la trama è abbastanza legata da consentirci di prendere confidenza col titolo prima di lasciarci praticamente in balia dei nostri desideri. Le divagazioni non mancano, a partire da casinò più o meno nascosti, commissioni da compiere per conto di personaggi "puliti" o molto sospetti, imbonitori di vario genere da richiamare all'ordine, fino alla disperata ricerca delle "chiavi degli armadietti", veri e propri oggetti nascosti qua e là. Anche gli scontri "casuali" (che poi casuali non sono in quanto con un po' d'occhio e di pratica è possibile individuare ed evitare i mob prima che questi ci aggrediscano) all'inizio sono pochi e contro avversari isolati, mentre in seguito tendono a diventare più numerosi e massicci. La trama, poi, contribuisce notevolmente a mantenere vivo e saldo l'interesse del giocatore, grazie al suo taglio cinematografico, agli ottimi dialoghi e a qualche sparuto colpo di scena. I personaggi sono tutti estremamente curati e dettagliati, ed alcuni sono capaci di mantenere un posto importante nei nostri ricordi.


La grafica di gioco è sicuramente l'elemento meno curato, in quanto tutti i modelli sono piuttosto scarni per quanto concerne il numero di poligoni, ed anche le animazioni non sono il non plus ultra, sebbene in combattimento di tanto in tanto si veda qualche alzata di capo. A dispetto di queste osservazioni, ci sono da fare alcune notazioni positive: tanto per cominciare, è notevole il numero di modelli presenti quando si cammina per strada, nonché il fatto che essi si "scostino" quando investiti in maniera piuttosto realistica. In secondo luogo la carenza in sede di poligoni è abbondantemente mascherata da un pregevole uso delle textures, soprattutto nelle espressioni ed animazioni dei visi, per i quali sembra quasi di essere al cospetto del lavoro di un altro team. Gli effetti di luce ed ombra non sono molto vividi, così come non sono presenti baluginanti effetti speciali, ma nella sua natura molto "noir" Yakuza ci regala perlomeno una città con vita differente a seconda dell'ora del giorno, vale a dire mattina, pomeriggio e sera, a seconda della fase di gioco. Un ultimo difetto tecnico da segnalare è la frequenza dei caricamenti, dato che il gioco si ferma "a pensare" ogni volta che entriamo o usciamo da un locale o anche solo quando passiamo da una zona all'altra della città, oltre che naturalmente all'inizio ed alla fine dei combattimenti, spesso anche per diversi secondi.
Per il sonoro occorre fare un discorso equilibrato: cominciando dalla colonna sonora, c'è da dire che è composta per lo più da temi di genere Hard Rock, in quanto sono quelli che vengono eseguiti durante i combattimenti; durante le cinematiche, regolarmente realizzate in real time, i temi si fanno più pacati, adatti alle eventuali situazioni di pathos. Durante le situazioni normali, però, solitamente manca una musica di sottofondo, lasciando spazio ai suoni d'ambiente, vale a dire rumore di traffico e vociare della gente, che però alla lunga diventa piuttosto ripetitivo. I doppiaggi sono quasi tutti molto buoni (forse solo la voce di Haruka, la bambina, non è niente di eccezionale), ed è un peccato che siano disponibili esclusivamente in Inglese; il gioco è comunque interamente sottotitolato in Italiano.
Le ore di gioco da passare su Yakuza partono probabilmente dalle setteotto nel caso in cui vogliate seguire tutta la trama dall'inizio alla fine nel minor tempo possibile, ma così facendo vi perdereste la maggior parte del lavoro degli sviluppatori, oltre che del divertimento. Nel caso in cui prendeste il titolo di petto e vi gettaste a capofitto alla caccia di sotto-quest e segreti vari, allora le ore di gioco possono lievitare fino a quaranta o più, e non sarà raro il caso in cui potreste passare un'intera serata senza procedere di un passo nella trama principale, eppure senza sprecare il vostro tempo. Yakuza è un gioco da provare e da amare, un piccolo capolavoro di intrattenimento, senza nessuna pretesa da colossal, dedicato agli appassionati e a chi cerca un picchiaduro, o forse un RPG, o ancora un'avventura, un po' differente dalla massa.