Yakuza: Dead Souls

di Tommaso Alisonno
Man mano che spappolate non-morti e completate missioni, guadagnerete esperienza con conseguente incremento di livello e acquisizione di punti-progressione tramite cui sbloccare nuove abilità e potenziamenti. Potrete in questo modo aumentare la capienza dell'inventario o accedere a nuove tecniche combattimento, come calci rotanti, spazzate o la possibilità di sollevare e lanciare i bidoni di benzina. Una cosa molto importante da notare é che (a differenza di Yakuza 4) la progressione é comune a tutti i personaggi: passando dall'uno all'altro, tutti gli avanzamenti saranno infatti ereditati, così come le armi e gli oggetti immagazzinati nel deposito - fatta eccezione per l'arma speciale specifica di ogni protagonista.

Tecnicamente parlando, Yakuza: Dead Souls eredita molte della risorse di Yakuza 4, il quale a sua volta ne ha ereditate parecchie da Yakuza 3: per quanto infatti ci sia un evidente lavoro di restyling nella realizzazione di Kamurocho “devastato” e per quanto siano stati introdotti gli Zombie e gli altri mostri, é innegabile che il livello tecnologico sia su per giù lo stesso degli ultimi capitoli. Tutto questo per dire che la grafica non brilla certo di luce propria, fatica a stare al passo con le produzioni moderne ed addirittura si concede qualche rallentamento di troppo in situazioni caotiche (esplosioni o molto nemici su schermo).

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Il sonoro, come il gioco, ha due facce: quando bighellonerete liberamente nella zona libera avrete solo i rumori ambientali a tenervi compagnia, comprese le musiche e i jingle provenienti dai negozi, mentre quando entrerete nella zona di quarantena o in generale quando sarete impegnati in qualche missione, o ancora in strutture specifiche come i casinò, faranno la loro comparsa le musiche vere e proprie, semplici ma ben realizzate. Menzione d'onore per gli effetti sonori, cosniderando che per la prima volta gli sviluppatori della saga hanno dovuto ricreare i versi degli zombie. I doppiaggi sono interamente in lingua originale e sottotitolati in Inglese - la qualità é ottima (almeno finché non si trovano Cinesi o Americani che parlano con accenti ridicoli), ma purtroppo ancora una volta la serie non offre la traduzione capillare.

Il sistema di automira rende piuttosto semplice prendere confidenza coi rudimenti del gioco, ma in realtà il gameplay mostra diverse pecche già dalle prime fasi, soprattutto quando ci si rende conto che riuscire ad “inquadrare” un nemico é spesso più facile a dirsi che a farsi. Quando poi andando avanti si ha a che fare con nemici “veloci”, a volte si perde più tempo a inquadrarli e mirarli di quanto non sia effettivamente necessario per abbatterli, specie quando questi ci inseguono senza sosta. Il bilanciamento del gioco é comunque molto buono, e giocando a difficoltà intermedia dovrebbe essere possibile proseguire nella vicenda senza particolari problemi, salvo alcune situazioni-chiave.

É purtroppo un po' frustrante l'utilizzo del respawn: gli zombie non sono illimitati, ma oltre a quelli presenti sulla mappa quando vi ci avventurate ne possono arrivare altri da tombini, condotti d'areazione o semplicemente “finte porte” a noi inaccessibili. Il problema é che a volte arrivano uno alla volta, obbligandovi a perdere molto tempo “aspettando il prossimo” prima di poter proseguire in tutta serenità, ed altre volte piovono a sciami di 20-30 unità, catapultandovi d'improvviso in una situazione critica.



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Quello che però rende Yakuza: Dead Souls un titolo diverso dal classico sparatutto arcade e contemporaneamente un membro a tutto tondo della serie Yakuza é ovviamente l'abnorme presenza di attività collaterali. Abbiamo già citato en passant alcune di queste, ma é bene fare un rapido elenco: golf, bowling, pesca, baseball, ping-pong, biliardo, freccette, slot machine, pachinko, shogi, majhong, poker, blackjack, roulette, baccarà, karaoke, ufo-catcher, videogiochi (presso le sale-giochi), case d'appuntamenti con le hostess da corteggiare e speriamo di non esserci dimenticati niente. A questi si aggiungono poi le numerose sotto-quest che i personaggi potranno ricevere dalle persone che incontreranno in giro, le quali presto o tardi ci porteranno ancora una volta nella zona di quarantena.

Questo significa che giocare a Yakuza: Dead Souls seguendo soltanto la trama principale é quantomeno limitativo: non ha molto senso liquidare in una decina scarsa di ore un gioco che può offrirne un quantitativo anche 5 o 6 volte superiore, senza contare che l'esperienza accumulata con le sub-quest torna assai comoda quando si arriva agli scontri più seri, specie contro i boss. Certo, non bisogna mai perdere di vista il fatto che il gioco, pur offrendo un'esperienza varia e vasta ai consueti livelli di Yakuza e pur facendo del suo meglio per rendere una trama da B-movie interessante, rimane pur sempre uno spin-off, ed uno spin-off decisamente sperimentale - e rivedibile - sotto l'aspetto del gameplay. I fan della saga non faticheranno ad apprezzarlo, ma per i neofiti é probabilmente consigliabile guardare altrove (magari verso Yakuza 3 e Yakuza 4).

Un cenno finale va al Multiplayer ed al supporto online: nel gioco in sé non é presente una vera e propria modalità Multy - con buona pace di chi sperava in un co-op - quanto piuttosto la possibilità di affrontare alcuni minigiochi in sfida, opzione tra l'altro da sbloccare ottenendo specifici risultati. Parimenti, il supporto online prevede la condivisione dei record e dunque la classifica online, con alcune sfide appositamente create, ma non una vera iterazione tra i giocatori. Niente di grave: la serie Yakuza é sempre stata concepita per il giocatore singolo e dunque qualsiasi aggiunta é grasso che cola, ma ciò non toglie che... Goro e Kaz insieme... vabbé!

In conclusione, Yakuza: Dead Souls é uno spin-off dedicato ai Fan di Yakuza più che a quelli degli Zombie - una moda che non passa mai! - e per questo motivo é bene specificare che, sebbene la trama sia abbastanza indipendente, il concept strutturale potrebbe creare un attimo di perplessità ai neofiti. Per quanto la realizzazione tecnica non sia delle più moderne e per quanto il gameplay stesso abbisogni di qualche ritocco, in sostanza il gioco riesce a regalare svariate ore di divertimento a chi non ha troppe pretese, e dopotutto chi può averne troppe per uno spin-off?


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