Yoshi's New Island
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Yoshi's New Island, come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa all'interno del nostro hands on, segna il ritorno di quella famosa saga Nintendo che grazie al primo, indimenticabile capitolo per Super Nintendo, ha conquistato i cuori di milioni di giocatori.
Dopo qualche sperimentazione innovativa con i capitoli DS, la grande N ha deciso di tornare sui suoi passi, affidando agli sviluppatori di Arzest un progetto che si configura come una vera e propria operazione nostalgia. Mossa vincente? scopriamolo!
Uno Yoshi come baby sitter
L'incipit é quello dei più classici. Durante un viaggio la cicogna che trasporta Baby Luigi e Baby Mario incappa in un cattivo che le farà perdere i due pargoli dal fagotto. Baby Mario cadrà sull'isola degli Yoshi, mentre il piccolo Luigi finirà nella pericolose grinfie dei nemici. Spetterà quindi al famoso duo Yoshi & Mario andare alla ricerca dello spilungone dal cappello verde.
Per farlo, il giocatore dovrà attraversare una serie di livelli che come tradizione vuole, spingeranno l'acceleratore principalmente sulla componente esplorativa. Come dicevamo in apertura il fatto di voler proporre un'operazione che si colleghi il più possibile al capostipite della serie, farà si che i giocatori che hanno dimestichezza con il brand, sin dalle prime battute di giochi si trovino a loro agio con i comandi.
Yoshi potrà infatti correre, saltare, rimanere sospeso in aria per qualche secondo, ingurgitare qualsiasi tipo di nemico e/o oggetto con cui produrre uova da sparare per i più disparati motivi. Come sempre l'uso delle uova, in base al colore produrrà effetti diversi. Questo elemento sarà da tenere in fortissima considerazione dato che per raggiungere nuove aree esplorabili, oppure uccidere particolari tipologie di nemici, la scelta del giusto “proiettile” farà la differenza.
Nonostante i primi livelli lascino leggermente interdetti per l'estrema semplicità, il gioco ha il pregio di rivelarsi man mano che si gioca, e nei mondi successi proseguire la propria avventura sarà una pratica decisamente più impegnativa. Mondi meno lineari, segreti da raccogliere, strade nascoste e molti altri elementi renderanno il titolo più impegnativo ed appagante, senza però mai scadere nella frustrazione.
Non mancherà ovviamente qualche novità, come ad esempio la possibilità di ingurgitare mostri giganti in grado di produrre uova altrettanto imponenti, e con il particolare potere di disintegrare qualsiasi cosa con cui vengono in contatto. A questo elemento si aggiunge poi quello che verrà attivato in alcune sezioni specifiche dei vari livelli, in cui Yoshi si trasformerà all'occorrenza in un carrello da miniera o in una mongolfiera. Queste sezioni - seppur estremamente limitate - vanno a sfruttare il giroscopio della console. Scelta infelice, che essendo slegata completamente dal contesto di gioco, trasforma queste fasi di gioco in un qualcosa in più, lasciando un po il tempo che trovano.
A rendere ancora più vintage l'esperienza di gioco ci pensa lo schermo inferiore del 3DS. Questo elemento é totalmente inutilizzato, e visti sopratutto gli “esperimenti” fatti con le versioni DS del brand, la scelta di non fare minimamente uso di questa caratteristica, ci ha francamente sorpreso.
Proprio sotto l'aspetto dell'osare, viene fuori quello che é il difetto maggiore di questo Yoshi's New Island. Il prodotto sviluppato da Arzest é divertente, godibile e si lascia giocare, ma manca quel guizzo innovativo in grado di elevarlo nell'Olimpo dei platform scuola Nintendo. Gran parte di questa mancanza é data da un level design piatto e poco ispirato, che si limita unicamente a proporre livello efficace ma mai realmente di impatto. E nonostante la famosa operazione nostalgica, il titolo attuale confrontato con il primo Yoshi's Island perde sotto tutti i fronti.
Non mancherà ovviamente una componente multigiocatore che darà a due possessori di Nintendo 3DS la possibilità di scontrarsi in dei simpatici giochini di breve durata. Un'aggiunta divetente ma del tutto trascurabile.
A chiudere quello che sembra il classico compitino che non vuole osare, ci pensa un comparto tecnico che mostra luci e ombre. Da una parte abbiamo degli sfondi estremamente poetici, che sembrano disegnati dalla mano di un'artista, e che grazie all'ottima palette cromatica risultano una vera e propria gioia per gli occhi. Proprio per questo motivo l'utilizzo di personaggi e oggetti interattivi realizzati in 3D, sebbene contribuisca a rendere efficace l'uso dell'effetto stereoscopico, stona completamente con il resto del contesto, facendo perdere un po quella magia quasi poetica tipica di molti giochi Nintendo.
Tirando quindi le somme quello che esce dalla nostra prova di Yoshi's New Island é un prodotto sicuramente divertente ed in grado di regalare ore di sano divertimento a chi ha amato e continua ad amare questa serie. Tuttavia il gioco non ha quel qualcosa in più, che lo farebbe emergere dalla massa di titoli platform già presente sul mercato, trasformandolo di conseguenza in un prodotto che verrà facilmente dimenticato dalla storia videoludica. Se gli sviluppatori avessero osato, con un level design più accattivante e qualche novità di gameplay in più il risultato sarebbe stato ben diverso da quello invece ottenuto.
Dopo qualche sperimentazione innovativa con i capitoli DS, la grande N ha deciso di tornare sui suoi passi, affidando agli sviluppatori di Arzest un progetto che si configura come una vera e propria operazione nostalgia. Mossa vincente? scopriamolo!
Uno Yoshi come baby sitter
L'incipit é quello dei più classici. Durante un viaggio la cicogna che trasporta Baby Luigi e Baby Mario incappa in un cattivo che le farà perdere i due pargoli dal fagotto. Baby Mario cadrà sull'isola degli Yoshi, mentre il piccolo Luigi finirà nella pericolose grinfie dei nemici. Spetterà quindi al famoso duo Yoshi & Mario andare alla ricerca dello spilungone dal cappello verde.
Per farlo, il giocatore dovrà attraversare una serie di livelli che come tradizione vuole, spingeranno l'acceleratore principalmente sulla componente esplorativa. Come dicevamo in apertura il fatto di voler proporre un'operazione che si colleghi il più possibile al capostipite della serie, farà si che i giocatori che hanno dimestichezza con il brand, sin dalle prime battute di giochi si trovino a loro agio con i comandi.
Yoshi potrà infatti correre, saltare, rimanere sospeso in aria per qualche secondo, ingurgitare qualsiasi tipo di nemico e/o oggetto con cui produrre uova da sparare per i più disparati motivi. Come sempre l'uso delle uova, in base al colore produrrà effetti diversi. Questo elemento sarà da tenere in fortissima considerazione dato che per raggiungere nuove aree esplorabili, oppure uccidere particolari tipologie di nemici, la scelta del giusto “proiettile” farà la differenza.
Nonostante i primi livelli lascino leggermente interdetti per l'estrema semplicità, il gioco ha il pregio di rivelarsi man mano che si gioca, e nei mondi successi proseguire la propria avventura sarà una pratica decisamente più impegnativa. Mondi meno lineari, segreti da raccogliere, strade nascoste e molti altri elementi renderanno il titolo più impegnativo ed appagante, senza però mai scadere nella frustrazione.
Non mancherà ovviamente qualche novità, come ad esempio la possibilità di ingurgitare mostri giganti in grado di produrre uova altrettanto imponenti, e con il particolare potere di disintegrare qualsiasi cosa con cui vengono in contatto. A questo elemento si aggiunge poi quello che verrà attivato in alcune sezioni specifiche dei vari livelli, in cui Yoshi si trasformerà all'occorrenza in un carrello da miniera o in una mongolfiera. Queste sezioni - seppur estremamente limitate - vanno a sfruttare il giroscopio della console. Scelta infelice, che essendo slegata completamente dal contesto di gioco, trasforma queste fasi di gioco in un qualcosa in più, lasciando un po il tempo che trovano.
A rendere ancora più vintage l'esperienza di gioco ci pensa lo schermo inferiore del 3DS. Questo elemento é totalmente inutilizzato, e visti sopratutto gli “esperimenti” fatti con le versioni DS del brand, la scelta di non fare minimamente uso di questa caratteristica, ci ha francamente sorpreso.
Proprio sotto l'aspetto dell'osare, viene fuori quello che é il difetto maggiore di questo Yoshi's New Island. Il prodotto sviluppato da Arzest é divertente, godibile e si lascia giocare, ma manca quel guizzo innovativo in grado di elevarlo nell'Olimpo dei platform scuola Nintendo. Gran parte di questa mancanza é data da un level design piatto e poco ispirato, che si limita unicamente a proporre livello efficace ma mai realmente di impatto. E nonostante la famosa operazione nostalgica, il titolo attuale confrontato con il primo Yoshi's Island perde sotto tutti i fronti.
Non mancherà ovviamente una componente multigiocatore che darà a due possessori di Nintendo 3DS la possibilità di scontrarsi in dei simpatici giochini di breve durata. Un'aggiunta divetente ma del tutto trascurabile.
A chiudere quello che sembra il classico compitino che non vuole osare, ci pensa un comparto tecnico che mostra luci e ombre. Da una parte abbiamo degli sfondi estremamente poetici, che sembrano disegnati dalla mano di un'artista, e che grazie all'ottima palette cromatica risultano una vera e propria gioia per gli occhi. Proprio per questo motivo l'utilizzo di personaggi e oggetti interattivi realizzati in 3D, sebbene contribuisca a rendere efficace l'uso dell'effetto stereoscopico, stona completamente con il resto del contesto, facendo perdere un po quella magia quasi poetica tipica di molti giochi Nintendo.
Tirando quindi le somme quello che esce dalla nostra prova di Yoshi's New Island é un prodotto sicuramente divertente ed in grado di regalare ore di sano divertimento a chi ha amato e continua ad amare questa serie. Tuttavia il gioco non ha quel qualcosa in più, che lo farebbe emergere dalla massa di titoli platform già presente sul mercato, trasformandolo di conseguenza in un prodotto che verrà facilmente dimenticato dalla storia videoludica. Se gli sviluppatori avessero osato, con un level design più accattivante e qualche novità di gameplay in più il risultato sarebbe stato ben diverso da quello invece ottenuto.