Zendoku

di Tommaso Alisonno

Prendete un gruppo di personaggi fumettosi e super-deformed e metteteli a combattere l'uno contro l'altro: un picchiaduro semi-comico? Non proprio, in quanto il campo di battaglia non è un vicolo di quartiere o un'arena in legno di pino ma bensì la scacchiera 9x9 del sudoku. Per chi non lo sapesse, il sudoku nasce in Giappone come gioco enigmistico in cui, date alcune cifre presenti in posizioni particolari, si è chiamati a riempire tutte le rimanenti caselle in modo che in ogni riga, ogni colonna e in ciascuno dei 9 riquadri 3x3 siano presenti una sola volta tutti i numeri dall'1 al 9; da questo punto di vista, Zendoku differisce da un "normale" sudoku esclusivamente per il fatto che alle canoniche cifre inventate dagli Arabi si sostituiscono altrettanti simboli più allegri, come il drago, il panda, il lottatore di sumo, il sole, eccetera.




Ma come tradurre un solitario del genere in una sfida? La risposta più ovvia è "dato lo stesso schema a due contendenti, vince chi lo risolve in minor tempo", ed infatti è proprio questo il succo del gioco. A complicare la cosa, e soprattutto a renderla più interessante dal comprare due copie identiche di un qualsiasi settimanale di enigmistica, vi è la possibilità di ostacolare attivamente l'avversario tramite le proprie azioni: ogniqualvolta si completerà una riga, una colonna, un riquadro 3x3 o il posizionamento di nove simboli uguali, l'avversario riceverà infatti un "attacco" consistente in un sottogioco da risolvere prima di poter tornare a ragionare sul puzzle. Questi sottogiochi potranno essere di varia natura, e andranno dallo spengere delle candele agitando un ventaglio, all'aprire un portone ruotando una manovella, all'abbattere dei pannelli, all'intercettare una serie di pugni o calci, allo spostare degli ingombri, e così via; il tipo e la difficoltà del sottogioco dipenderà dall'avversario che si sta affrontando, dalla combinazione ottenuta e dal livello di difficoltà raggiunto nel gioco, ma solitamente il tempo di risoluzione và dai due ai quindici secondi. Occhio però a non commettere errori, perché questi si tradurranno in "suggerimenti" gratuiti per il vostro avversario!


La grafica di gioco è totalmente bidimensionale, ma non per questo brutta: bisogna considerare naturalmente che per quello che è fondamentalmente un sudoku non si richiede certo una meraviglia della tecnica, e pertanto lo stile cartonoso scelto dagli sviluppatori servesalla perfezione lo scopo, rendendo i personaggi simpatici e il campo di battaglia colorato. Pregevoli pertanto sia gli sfondi, che variano leggermente a seconda della fase di gioco, sia le animazioni dei personaggi, sia persino le animazioni delle icone; nonostante la sua semplicità, possiamo serenamente asserire che la grafica è il punto di forza del gioco (cominciate pure a rabbrividire). La colonna sonora è un po' sottotono, ma adeguata al gioco giacché non stordisce e ci permette di mantenere un minimo di concentrazione (come vedremo tra breve, non sarà lei a renderci difficile la vita); buoni gli effetti sonori, totalmente assenti i doppiaggi, ottime le traduzioni dei testi.


 



Per prendere confidenza col gioco avremo a disposizione un paio di tutorial, uno che ci illustra le regole del gioco ed uno, la modalità "attacco", dove potremo allenarci ai vari sottogiochi. Di base il sistema è semplice, specie se avete già confidenza col sudoku, anche perché le prime sfide sono essenzialmente facili e gli avversari si permettono, di tanto in tanto, anche qualche errore che vi facilita ulteriormente la vita. Le cose peggiorano vertiginosamente dopo il dodicesimo scontro (su sedici totali), quando gli avversari dell'IA dimostrano le potenzialità di un microchip nel risolvere un enigma matematico in pochi istanti e pertanto ci bombardano con una serie interminabile di sottogiochi, tra l'altro quasi sempre piuttosto ostici, senza lasciarci il tempo non dico di risolvere il puzzle, ma neanche di ragionarci sopra. La giocabilità ne risulta compromessa, così come la stessa salute fisica della PSP, sollecitata oltre misura nella frenesia di risolvere nel più breve tempo possibile dei sottogiochi che richiedono la pressione successiva di tasti o la rotazione vertiginosa dello stick analogico.

La battaglia finale è oltretutto di una difficoltà assurda, incredibile, castrante: è pur vero che interrompendo la partita la riprenderete dall'ultimo scontro raggiunto con quel personaggio, ma è altrettanto vero che potrete raggiungere l'ultimo scontro con tutti gli otto personaggi di base (i nove da sbloccare si possono utilizzare solo in solitario o multiplayer) in meno di una settimana e lì incastrarvi vita natural durante. La longevità, pertanto, non è particolarmente abbondante: una volta superata questa incredibile sfida, e a meno di non fare un po' di MultiPlayer di tanto in tanto (ed in questo senso contribuisce la possibilità di condividere il gioco) il gioco rimane un semplice sudoku... si: indubbiamente simpatico e colorato, ma nulla di più...