Zombieland VR Headshot Fever: recensione dello shooter virtuale
Il mondo indie riesce sempre a sorprendere, ma più ancora mi rendo conto di come ciò che avrei sempre voluto avere in casa negli anni ’90, ovvero un cabinato arcade che mi potesse restituire delle sensazioni (epidermiche), ma realistiche, di shooting, oggigiorno siano possibili in una versione ampiamente migliore grazie alla realtà virtuale.
Nonostante il celebre brand di The Walking Dead si sia accaparrato ottimi spin-off con i due Saints & Sinners – di cui parleremo sicuramente più avanti – su realtà virtuale, è molto probabile che XR Games abbia avuto la stessa intuizione di sfruttare un brand cinematografico noto per cavalcare un’onda di notorietà per accaparrare il pubblico con un brand noto, ma da lì il suo compito è quello di dimostrare che il prodotto sia valido… lo è?
Zombieland VR Headshot Fever è un gioco semplicissimo, nella sua interfaccia e modalità, ma l’idea di base si sposa perfettamente con il concept che vuole che il giocatore si fiondi alla carica in pochissimo tempo. Basta infatti scegliere un perk, un’arma di base, una secondaria e via all’avventura. Nei fatti avrete la presentazione della trama e di eventuali compagni di viaggio attraverso le fattezze di npc che hanno i volti noti del film stesso, ognuno dei personaggi ha dei ruoli specifici, così come alcuni di essi presentano una serie di missioni da svolgere che hanno relativi livelli di difficoltà sempre più alta. Per poter accedere alle missioni più complesse non basta solo finire uno schema, ma si devono raggiungere determinati obiettivi, legati alla nostra abilità, così da guadagnare “like” utili per passare il turno e accedere ad un nuovo gruppo di missioni.
Se la difficoltà sale non c’è problema, potremo modificare le armi che più ci piacciono o sbloccarne di nuove, così come la possibilità di acquisire nuovi perk migliorativi e slot relativi ad averne più di uno in combo. Un elemento davvero ottimo, anche in comparazione ad altri prodotti presenti sul mercato è la precisione che si deve avere con le armi in mano. Non solo la modellazione degli zombie è ben fatta, ma anche tentare di sparare loro richiederà riflessi, rapidità e grande precisione; se allineeremo correttamente il mirino o tenteremo di colpire nemici da lontano, senza avere la mano ferma e una buona mira, il colpo andrà a vuoto e lui ci faranno fuori in poco tempo.
Naturalmente manca tutta una parte di esplorazione, si entra in una sorta di corridoi prestabiliti, si pulisce l’area, si esce, fine. Questa formula rende il gioco più superficiale – o anche dignitosamente arcade – rispetto ad altri titoli, ci sta, ma ha anche tutto il carattere che merita per un gioco divertente per chiunque adori gli shooter.