Zone Of the Enders

di Redazione Gamesurf
A questo punto iniziano a spuntare le prime crepe nel gioco Konami, si rendono palesi alcuni passi falsi compiuti dalla grande "K". In primis la varietà di gioco, indubbiamente mortificata da delle ambientazioni generalmente molto, troppo simili tra di loro (diciamo anche identiche suvvia) e da un numero di nemici non proprio elevatissimo come "esemplari" differenti tra di loro. La longevità non particolarmente esaltante non fa che rincalzare la dose. Al tutto va aggiunto un ritmo di gioco particolarmente frenetico nei combattimenti e nelle missioni, ma spesso frammentato dai continui Full Motion Video che integrano l'azione e che si rivelano a tratti un po' invadenti. In quest'ultimo caso si può comunque addurre la sempre valida testi del "particolare intento dello sviluppatore". Se, in soldoni, Konami voleva realizzare un titolo che richiamasse alla mente in particolar modo i manga e gli OAV, doveva forzatamente puntare in particolar modo sullo sviluppo della trama, sugli intermezzi animati e via di questo passo

Zone Of the Enders non é quindi un titolo in grado di rientrare nella tanto ambita categoria delle Killer Application, risultando un gioco divertente, spettacolare e indubbiamente realizzato con grande cura e amore per il dettaglio visivo, ma con un po' di approssimazione per quel che riguarda la varietà di gioco e la rigiocabilità stessa (oltre la longevità). Allo stesso tempo Z.O.E. é sicuramente una grande Killer Application per gli amanti del genere, per gli appassionati di manga e di OAV, ma incapace di catalizzare indistintamente l'attenzione dell'utente medio... compito che dovrebbe essere proprio di una " Killer Application".