Zoo Tycoon

di Redazione Gamesurf
Il computer é la macchina simulativa per eccellenza, non ci stupisce quindi di avere tra le mani un vero e proprio simulatore di giardino zoologico. Accantoniamo per un attimo discorsi ecologici, assolutamente ineccepibili, su quanto sia giusto tenere in recinti e gabbie, per quanto ben fatte, animali e bestie abituate a vivere in piena libertà, e concentriamoci sul valor semplicemente ludico di Zoo Tycoon. Come in ogni gioco manageriale degno di questo nome, é possibile tenere sotto controllo e amministrare ogni aspetto riguardante la gestione di un giardino zoologico il cui primo e più importante elemento é l'animale e la ricostruzione del suo habitat originale all'interno di un recinto. Si comincia con il recinto stesso, ve ne sono a disposizione moltissimi tipi, quindi si deve creare un terreno idoneo all'animale che intendiamo inserire nel nostro zoo insieme alla vegetazione e agli alberi da lui preferiti. Siamo aiutati nel nostro lavoro in due modi, il primo é la possibilità di consultare la scheda dell'animale prescelto dove vi sono informazioni sull'habitat originale, e poi, una volta inserito l'animale nel recinto, é il guardiano stesso che ci dice di cosa ha bisogno il nuovo arrivato per potersi considerare felice. Infatti ogni volta che inseriamo e togliamo un elemento nel recinto, vediamo accanto all'animale una faccina, se questa é sorridente abbiamo compiuto un'azione idonea, se invece é triste sarà meglio eliminare l'elemento or ora introdotto

TERRA O ERBA?
Bisogna riconoscere che la ricostruzione dell'habitat, e soprattutto del giusto terreno, a volte é decisamente frustrante. Diciamo ad esempio che vogliamo costruire un recinto per un leone, dalla scheda veniamo a sapere che gradisce un terreno tipo savana, ecco quindi che predisponiamo un fondo di questo genere. Quando poi chiediamo informazioni al guardiano veniamo a sapere che; c'é troppa erba tipo savana, c'é poca terra, c'é poca sabbia, c'é poca acqua, ecc. Comincia così un poco chiaro "leva questo e metti quello", in quantità più o meno casuali, che porta, dopo una lunga serie di tentativi, alla realizzazione dell'ambiente ideale. Alla lunga questo tipo di attività si dimostra decisamente noiosa e, per quanto importante in termini simulativi, non avrebbe guastato la possibilità di automatizzare la procedura