Berlino, la recensione dello spin-off di La Casa di Carta: tra amore, strategia e rapine
Ecco la recensione della serie tv
Berlino, lo spin-off de La Casa di Carta, è un’opera con un protagonista che si distingue per la sua eleganza, il fascino e l’imprevedibilità. La serie tv, creata da Álex Pina ed Esther Martínez Lobato, è disponibile su Netflix dal 29 dicembre 2023. Ecco la nostra recensione completa!
- Il protagonista della serie
- La trama
- La performance di Pedro Alonso
- La maestria manipolativa di Berlino
- Il montaggio e le scene d’azione
- Amore e passione in città
- Conclusione
Berlino, il protagonista della serie
Il fulcro della serie tv è Andrés de Fonollosa (magistralmente interpretato da Pedro Alonso): ladro e amante del bello, si distingue per un'eleganza contraddittoria e un approccio agrodolce all'amore, che emerge con forza attraverso le sue parole e azioni, rivelando una profondità emotiva che va oltre la figura stereotipata del ladro. Le parole di Andrés, "l'energia dell'amore, è questo che mi manca", risuonano con grande pathos.
Amore e denaro sono le due forze motrici che spingono il protagonista in direzioni opposte. Questo conflitto interiore si riflette nelle scelte e nelle azioni di Andrés.
La trama di Berlino
Nel suo periodo d'oro, Andrés de Fonollosa – alias Berlino - si ritrova a Parigi con una banda per una delle sue rapine più ambiziose. Questo ladro cercherà di rubare gioielli per un valore di 44 milioni di euro in una sola notte. La banda è composta da:
- Keila (interpretata da Michelle Jenner): un ingegnere informatico;
- Cameron (Begoña Vargas): una donna forte e determinata che ama divertirsi;
- Damien (Tristán Ulloa): un vecchio amico e collaboratore di Berlino;
- Roi (Julio Peña Fernández): il braccio destro di Berlino;
- Bruce (Joel Sánchez): un giovane dinamico.
Il principio narrativo di Berlino rimane fedele a quello de La Casa di Carta: un team eterogeneo, un colpo monumentale e un leader carismatico. Tuttavia, gli ingredienti cambiano. I membri della banda, meno memorabili rispetto ai compagni de La Casa di Carta (i parallelismi, in questo caso, sono inevitabili, considerando le numerose similitudini), si muovono nell'ombra del leader, con le loro discussioni che talvolta risultano stereotipate, prive di originalità e che spesso cadono nel cliché (in poche occasioni, sfioravano i dialoghi tipici delle soap opera).
Riflettendo brevemente sulla serie originale, ricordiamo come gli spettatori fossero stati testimoni dell'evoluzione e del progressivo deterioramento del rapporto tra Rio e Tokyo, due personaggi indissolubilmente legati da un amore travagliato. In quel contesto, ogni membro della squadra si distingueva per un'identità ben definita, caratteristiche distintive e un passato significativo. Rispetto alla serie madre, i personaggi secondari di Berlino non raggiungono la stessa profondità narrativa, nonostante i tentativi di emulazione.
La performance di Pedro Alonso
Pedro Alonso dimostra un'abilità straordinaria nel dare vita a un personaggio trasformista come Berlino, capace di assumere molteplici identità. L'attore incarna con maestria un personaggio che Pirandello descriverebbe come "Uno, nessuno e centomila" (un riferimento al romanzo del drammaturgo, scrittore e poeta italiano, n.d.r.), rivelando la complessità e il fascino di Berlino.
Nella serie originale, Andrés, divenuto iconico dopo essersi sacrificato alla fine della prima stagione per salvare i compagni, si conferma un personaggio indimenticabile anche in questo spin-off. Pur mantenendo il suo DNA originale, gli sceneggiatori hanno saputo dargli una nuova sfumatura. Essendo Berlino un prequel, troviamo un Andrés ancora ignaro della sua malattia e delle vicende del grande colpo del Professore. L'assenza di queste esperienze rivela un protagonista radicalmente diverso.
La maestria manipolativa di Berlino: la psicologia come strumento di potere
Una delle caratteristiche più affascinanti, spaventose e complesse di Andrés è la sua capacità di comprendere e manipolare l'animo umano. Nella serie televisiva, il protagonista emerge come un ladro e come un maestro della manipolazione, un personaggio che conosce a fondo la psicologia umana e la sfrutta a suo vantaggio.
Andrés de Fonollosa, nel corso della serie, dimostra di essere un osservatore acuto, capace di leggere le persone e di utilizzare queste informazioni per manipolarle. Questo aspetto del suo carattere si manifesta in molteplici occasioni, dove Berlino riesce ad anticipare le mosse altrui, adattando le sue strategie di conseguenza.
L’esperto rapinatore con un marcato senso dell'onore sa come sfruttare le debolezze, le paure e i desideri altrui per guidarli verso i suoi obiettivi. Con questa sua abilità, non si limita a manipolare le situazioni a suo favore, ma anche a trasformare gli altri in pedine del suo gioco. Lo spettatore viene quindi coinvolto in un gioco psicologico dove ogni mossa è calcolata, ma dove la “casualità” nasconde delle sorprese e colpi di scena. Questa abilità definisce Andrés e arricchisce l'intera struttura narrativa.
Il montaggio e le scene d’azione
Berlino utilizza anche il montaggio alternato, che incrocia le immagini della rapina con quelle della pianificazione, un approccio già sperimentato in La Casa di Carta. Questa tecnica, diventata quasi la firma della serie originale, viene utilizzata per costruire tensione e per mostrare come eventi separati possano essere correlati e interconnessi. Berlino eccelle nelle scene d'azione, dove la tensione è costruita con maestria.
Amore e passione in città
Un elemento centrale di Berlino è l'esplorazione dell'amore in tutte le sue complessità e sfumature. La serie tv, attraverso la combinazione di immagini, musica e narrazione, trasmette la complessità di questo sentimento, offrendo un'esplorazione emotiva che cattura e celebra la vasta gamma di esperienze legate a questo tema cinematografico ricorrente.
La serie fa un lavoro eccellente nel dipingere la crescita emotiva di Andrés. Assistiamo allo sbocciare dell'amore attraverso piccoli gesti e sguardi, che si evolvono gradualmente in sentimenti profondi e concreti.
Ricordiamo, tuttavia, che il suo rapporto con l'amore è contraddittorio. Da un lato, lo vediamo come un personaggio che ha bisticciato con l'amore a causa delle sue esperienze passate e di un recente fallimento sentimentale (la serie si apre proprio con questo momento). Dall'altro, rimane un individuo che continua a essere affascinato (forse addirittura “innamorato”) dall'amore, una forza che sembra guidare molte delle sue azioni e decisioni.
Non solo un amore inteso come “dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone” (la voce del dizionario, n.d.r), ma un sentimento decisamente più complesso. Andrés è anche innamorato di sé stesso, della cultura, della vita e di questo suo colpo. Andrés vive di amore. Questa caratteristica lo allontana dall'immagine del ladro freddo e calcolatore.
Le vicende si svolgono in scenari urbani affascinanti, tra luci, musica, passione e amore, rendendo la città di Parigi un personaggio a sé stante nella narrazione (considerare Parigi solo uno “sfondo” sarebbe riduttivo). Berlino diventa quindi una narrazione più profonda sull'amore, sui suoi conflitti e sulle sue manifestazioni.
Conclusione: la recensione di Berlino
In conclusione, Berlino è una serie che va oltre la semplice narrazione di una rapina. È un viaggio nella mente di un ladro che ama e soffre, un personaggio complesso che Pedro Alonso interpreta magistralmente (e che sembra essere stato confezionato appositamente per lui).
La performance di Pedro Alonso è il punto di forza della serie, che, nonostante alcune carenze nella caratterizzazione dei personaggi secondari e nella freschezza narrativa, riesce a catturare l'attenzione dello spettatore e ad aggiungere un nuovo capitolo all'universo de La Casa di Carta.