Black Mirror 7: la recensione dei nuovi episodi su Netflix dal 10 aprile

Fra incubi e realtà

La corruzione del potere è centrale nei nuovi episodi di Black Mirror 7 in arrivo su Netflix dal 10 aprile, proprio come lo era nelle prime stagioni. Persone diverse, con storie e aspirazioni diverse, giungono tutte alla stessa conclusione non appena ottengono il potere. Emblematico di una specie, la nostra, da sempre distruttiva e autodistruttiva. Come sempre, Black Mirror è di un’attualità sconvolgente. Stavolta, forse, ancora più del solito.

Denuncia, riflessione, angoscia

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Black Mirror, da sempre, ha un solo scopo: farci riflettere. Lanciare un qualche genere di denuncia su tematiche sempre estremamente attuali. E da sempre, per lo stesso motivo, ha un effetto collaterale: è angosciante. Non tutte le stagioni di Black Mirror sono sempre state all’altezza delle prime. Come sempre può accadere, anche questa geniale produzione britannica ha subito dei cali qualitativi. È inevitabile: dipende dalle storie, dalle idee, da come le si realizzano.

Ma con questa nuova stagione, la settima, almeno in parte si torna alle origini. Grandi riflessioni e tanta angoscia.

Tratta tramite la storia di Mike (Chris O’Dowd, The IT Crowd, Il premio del destino) e Amanda (Rashida Jones, Parks and Recreation) le cure alternative sperimentali, la disperata lotta contro la morte chiedendosi: se questo, oltre a costarti sempre più denaro, finisse per condizionare la tua vita? Qual è il prezzo “corretto” per continuare a vivere, in una versione “migliorata” di sé ma solo a pagamento, e con un’offerta sempre più cara?

Quale prezzo possiamo dare alla nostra esistenza? Il quesito alla base del primo episodio, fra i migliori dell’intera serie, è tutto qui e si collega - in un modo che non vi racconto per evitare spoiler - anche a un’altra tendenza estremamente attuale: fare soldi facili. Naturalmente grazie a internet.

Ma c’è anche altro. Non è solo il prezzo che siamo disposti a pagare per vivere. È anche quello che le persone che ci amano sono disposte a pagare per continuare ad averci accanto. Facendo tutto per noi. Anche cose che non avrebbero mai immaginato di arrivare a fare.

E poi gli abbonamenti che cambiano, aumentano, inseriscono le pubblicità. Impostano gli orari della tua vita, la scelgono.

Le dinamiche del potere

Black Mirror 7: la recensione dei nuovi episodi su Netflix dal 10 aprile

Così come Verity Green (Rosy McEwen, L’alienista) e Maria (Siena Kelly, Temple), che si ritrovano alla degustazione per il lancio del nuovo snack dolce della ditta. Che si chiama… Ditta. Dal signor Ditta. Come di consueto, ogni dettaglio di ogni storia è curato.

Come gli occhi che emergono dal visore della realtà virtuale, la velocità con cui certe realtà aziendali crescono, la semplicità e la superficialità con cui qualcuno tra lavoro e la difficoltà, l’impegno e il sacrificio che servono ad altri. Senza apparente motivo. La rivalità fra colleghi pare sia una realtà abbastanza diffusa, ma una cosa è la competizione, ben altra cosa quando si è costretti a collaborare con qualcuno che non ci piace. Magari qualcuno che conoscevamo già da prima. Qualcuno che sembra in grado di condizionare le nostre vite più del dovuto. Ma ancora peggio - molto peggio - è quando si è assolutamente convinti di qualcosa che nessun altro crede/vede/ricorda. È il classico caso dei personaggi considerati pazzi, paranoici, visionari, deliranti… E basta mettere questo espediente in Black Mirror per ottenere un effetto potenziato. Di mille volte, come tutto ciò che finisce in Black Mirror. E per tornare a parlarci delle dinamiche del potere che ci rendono tutti uguali, indipendentemente dal nostro background e dalla nostra personalità.

Black Mirror 7: la recensione dei nuovi episodi su Netflix dal 10 aprile

Nel terzo episodio non poteva mancare l’IA, la tanto discussa intelligenza artificiale che ogni giorno fa discutere nella realtà contemporanea. Senza dimenticare il concetto di “woke” - centrale in uno degli episodi - che, applicato a film e serie TV, ha un significato molto diverso da quello politico che lo contraddistingue. E in modo intelligente, unendo anche una riflessione sul concetto di creatività che l’intelligenza artificiale non possiede, Black Mirror - in particolare appunto nel terzo episodio - si prende gioco esattamente di questo meccanismo. Mettendo una donna nera al posto di un uomo bianco… Con l’immancabile gioco di scatole cinesi che rende tutto sempre più efficace. E con una buona dose di provocazione, altra caratteristica immancabile per Black Mirror.

Sogni, incubi, spazio

Black Mirror 7: la recensione dei nuovi episodi su Netflix dal 10 aprile

I sogni tecnologici in Black Mirror puntualmente diventano incubi, proprio come nella tradizione della fantascienza classica, e questa stagione non fa eccezione. In un ibrido fra il vecchio Tamagochi e qualcosa che ricorda fin troppo Cell di Stephen King (che arriva ovunque grazie alla capillare diffusione di computer, smartphone e tablet), la collettività vive in rete. E la rete può determinarne il destino…

Fino a quando - nel penultimo episodio, con un immenso Paul Giamatti - gli incubi diventano i rimpianti.

Rivivere il passato da una nuova prospettiva cambia tutto ciò che abbiamo pensato, provato e fatto per una vita intera. E Phillip (Giamatti, candidato 2 volte agli Oscar) lo impara a proprie (e nostre) spese nell’episodio più emozionale ed emozionante di questa nuova stagione. Una storia d’altri tempi vissuta con la tecnologia futuristica di Black Mirror, a dimostrazione di come il punto di vista faccia sempre un’enorme differenza.

Fra versioni elaborate del ponte ologrammi con cui Star Trek aveva già rivoluzionato la narrazione televisiva, fra viaggi spaziali che pensavamo di esserci lasciati alle spalle (ma no, ci tocca un’altra ora e mezza per il divertimento degli autori, meno per il nostro, e non è ancora finita a quanto capiamo), Black Mirror scende di livello proprio con l’ultimo, lunghissimo episodio perché non aggiunge tematiche nuove a quelle già trattate in precedenza. Ma resta comunque una visione preziosa, almeno per 3 degli episodi (e uno straordinario Peter Capaldi protagonista del quarto). Per ricordarci come la realtà diventi sempre più virtuale, manipolabile, artificiale. Come quell’intelligenza artificiale che ha sempre meno bisogno di noi… Mentre noi sembriamo avere sempre più bisogno di lei.

Black Mirror

Rating: V.M. 14

Nazione: Inghilterra

7.5

Voto

Redazione

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Black Mirror

La settima stagione di Black Mirror arriva su Netflix dal 10 aprile con un impatto ancora più potente del solito, rispolverando la sua vena più disturbante e riflessiva. Al centro di tutto, come agli esordi, c’è il potere: come lo si ottiene, cosa si è disposti a fare per tenerlo, e come finisce sempre per corroderci. Tra intelligenza artificiale, abbonamenti che invadono la vita, illusioni digitali e cure sperimentali dal costo esistenziale altissimo, i nuovi episodi colpiscono durissimo. Alcuni sono veri gioielli, tra cui spiccano quelli con Chris O’Dowd, Rashida Jones, Paul Giamatti e Peter Capaldi. Altri meno riusciti, ma comunque capaci di tenere accesa la riflessione. Perché Black Mirror resta questo: un incubo attualissimo che ci costringe a guardarci allo specchio. Anche quando vorremmo solo spegnere tutto.

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