Come uccidono le brave ragazze: la recensione della miniserie di Netflix

Pregi e difetti della miniserie Netflix, senza spoiler

di Chiara Poli

Su Netflix è disponibile la miniserie in 6 episodi Come uccidono le brave ragazze (A Good Girl’s Guide to Murder), tratta dalla serie di romanzi firmati da Holly Jackson di grandissimo successo, sia in Inghilterra che nel resto del mondo.

La trama di Come uccidono le brave ragazze


Quand’era appena una bambina, Pip (Emma Myers, Mercoledì) ha visto Andie Bell (India Lillie Davies, Bridgerton) il giorno del suo omicidio. E poi ha visto il suo ragazzo, Sal Singh (Rahul Pattni, Casualty), che la cercava chiedendo di lei. Quella sera Andie scomparve e Sal si uccise dopo aver confessato il suo omicidio.

5 anni dopo, Pip è cresciuta e si prepara per andare al college. Deve scegliere il tema del suo EPQ, un progetto scolastico importante che sarà anche il suo biglietto da visita per gli studi universitari. E Pip decide di dedicarlo all’omicidio di Andie Bell, perché in fondo non ha mai creduto davvero che sia stato Sal a ucciderla. Così, inizia a indagare intervistando tutte le persone che frequentavano Andie e Sal e, insieme al fratello di lui, Ravi (Zain Iqbal, All Crazy Random), scopre che le cose forse non sono andate come gliele hanno sempre raccontate…

Un’indagine appassionante, ma gestita con troppa fretta

Il grande punto di forza di questa miniserie, che tiene incollati in attesa di scoprire come siano andate le cose - e qualche sospetto viene fin dal principio, ma il mistero inizia a dipanarsi a partire dal quarto episodio - è anche il suo punto debole. Pippa Fitz-Amobi, che tutti conoscono come Pip, sembra ancora la bambina con gli occhioni sbarrati che vide Andie e Sal il giorno della scomparsa di entrambi.

Vederla guidare fa un po’ impressione, perché sembra davvero ancora troppo piccola, ma soprattutto è il suo coraggio-incoscienza a risultare eccessivo. In particolare per una ragazzina che non ha mai fatto colpi di testa e si è sempre comportata bene.

Durante tutta l’indagine, Pip si caccia in situazioni sempre più pericolose, e non è certo uno spoiler raccontarvi che per arrivare alla fine della sua indagine ovviamente se la cava puntualmente. Il che, disgraziatamente, rende i suoi progressi investigativi poco verosimili.

C’è un’eccessiva fretta nella scrittura, nel momento in cui Pip “vede” chiaramente le rivelazioni sul muro-collage degli appunti sul caso che ha guardato così tante volte. Arriva tutto da un momento all’altro, all’improvviso. Il che significa che la sceneggiatura è priva del necessario equilibrio.

Ci vogliono quasi tre episodi, metà della stagione, per svelare tutti i retroscena della vicenda. E questo va bene. Dall’altro lato, i primi tre episodi servono per inquadrare la cittadina di Little Kilton e i suoi abitanti. Una cittadina talmente piccola che è difficile credere che non si conoscano tutti e che sia così facile mantenere dei segreti.

Ogni volta che ci vengono mostrate le riprese aeree della città, ci rendiamo conto che è poco più di un paesino. E chiunque abbia mai vissuto in un posto simile sa che anche i muri hanno orecchie.

Insomma: risulta tutto un po’ troppo forzato.

Ciononostante, gli episodi scorrono velocemente, con una colonna sonora centrata e un cast che ruota attorno al centro nevralgico della narrazione, Emma Myers, l’attrice scelta per dar vita a Pip e che, potete scommetterci, d’ora in avanti vedremo molto più spesso. Perché è davvero brava e in qualche modo è lei, più della storia, a tenerci incollati allo schermo.

Come uccidono le brave ragazze infrange uno dei tabù di cinema e TV, inserendo fra le vittime della vicenda anche qualcuno che non ha alcuna colpa. Questa parte della storia disturba, inutile negarlo.

Dal punto di vista della scrittura, c’è un altro difetto che salta agli occhi: tutte le persone destinate a diventare parte dell’indagine sono protagoniste di scene costruite per far suonare un allarme. Scene poco “naturali”, tanto da spingerci a indovinare chi sia coinvolto nel caso molto prima che ci arrivi Pip.

Qualsiasi spettatore con una discreta esperienza nei gialli investigativi non avrà difficoltà a districarsi in questa storia, mentre guarda una ragazzina correre un rischio esagerato dopo l’altro.

Come uccidono le brave ragazze resta qualcosa che lascia una parte di delusione, alla fine. Senza annoiare, questo va chiarito, si ha però l’impressione di aver assistito a un’occasione parzialmente sprecata.

E molti dei lettori dei romanzi affermano che nei libri tutto è più graduale, mentre la serie salta diversi passaggi logici affrettando la soluzione del caso. Esattamente l’impressione che si ha immergendosi nel mondo di Little Kilton e di Pip.