Deadloch: la sorprendente serie australiana (vietata ai 18) di Prime Video
Scopriamo trama, personaggi e pregi di Deadloch, serie australiana su Prime Video
Politicamente scorrettissima… Solo che non lo sembra fin dal principio, anzi. Sembra una forzatura. Sembra. Vi basterà passar sopra a quelle che sembrano esagerazioni, in particolare nel primo episodio e mezzo, per poi scoprire una serie divertentissima, intelligente, con indagini appassionanti e continui colpi di scena.
Una serie investigativa ambientata su un’isola della Tasmania in cui un sacco di gente fuggita dalle grandi città si è rifugiata in cerca di una vita tranquilla e senza essere giudicata né discriminata.
Deadloch, la seria australiana prodotta da Amazon e disponibile in Italia su Prime Video con la prima stagione da 8 episodi, è vietata ai minori di 18 anni per il linguaggio volgare, ma soprattutto per il modo disinibito in cui tratta le tematiche sessuali. Con un tale successo da essere già stata rinnovata per un secondo ciclo di episodi.
La trama di Deadloch
Deadloch, Tasmania. Quando un cadavere, vittima di omicidio, viene ritrovato sulla spiaggia - praticamente alla presenza di mezza città - il sergente maggiore Dulcie Collins (Kate Box, Wentworth, Rake) viene incaricata dal commissario capo di condurre le indagini in attesa dell’arrivo del detective intestatale Eddie Redcliffe (Madeleine Sami, Golden Boy). Inaspettatamente, Eddie è una donna. E che donna: volgare, arrabbiata, trasandata. Per nulla disposta a collaborare con Dulcie e pronta a chiudere il caso in un secondo pur di tornare a casa, nella sua città. Ma mentre Eddie è in città, la situazione si complica e appare chiaro che non sarà così facile trovare il responsabile dell’omicidio: sono in tanti ad avere un movente…
Deadloch: una serie sorprendente, con personaggi e casi appassionanti
Deadloch è la classica cittadina di provincia in cui tutti si conoscono. O meglio: tutti sanno tutto di tutti.
È quasi impossibile mantenere un segreto, è addirittura impossibile isolare una scena del crimine.
La sindaca-medico della città s’impiccia di tutto, perché in effetti gli affari cittadini la riguardano, il patologo ha un bizzarro senso dell’umorismo, la moglie di Dulcie pretende continuamente attenzioni e uno degli agenti di polizia odia il suo lavoro. Aggiungiamo il maniaco locale, che si trastulla sovente in pubblico, e abbiamo il quadro della situazione.
A Deadloch sembrano convergere tutti i casi umani disponibili nelle vicinanze, magari attirati anche dalla curiosità per la nutrita comunità lesbica dell’isola, impegnata a organizzare una serie di iniziative culturali per ravvivare la vita cittadina in attesa del Festaval (sì, con la “a”) ideato dalla sindaca.
Deadloch ci coinvolge piano piano in un’indagine sempre più complessa e affascinante. Il classico caso in cui sono tutti sospettati: la ricca signora proprietaria di un’isola, Margaret Carruthers (Pamela Rabe, CrashBurn), la sindaca Aleyna Rahme (Susie Youssef, Rosehaven) che conosce i segreti di tutti essendo l’unico medico della città, l’appiccicosa moglie di Dulcie, Cath York (Alicia Gardiner, Offspring), veterinaria locale, l’impacciata ma intelligente agente Abby Matsuda (Nina Oyama, Utopia), in procinto di sposarsi e divisa fra prove trucco e colpi di genio per dare una svolta alle indagini.
A Deadloch ci sono moltissimi personaggi che vi conquisteranno. Moltissimi. Personaggi complessi, che imparerete a conoscere ma anche di cui sospetterete, perché una cosa è chiara: Deadloch svia i sospetti continuamente, depistando sia noi che le investigatrici assegnate al caso.
Fra pregiudizi, discriminazione, drammatici segreti celati dietro le facciate delle case locali e tuffi nel passato dei protagonisti, Deadloch vi terrà incollati allo schermo mentre un caso dalle proporzioni e dalle implicazioni inattese si sviluppa davanti ai vostri occhi, crescendo e coinvolgendovi sempre di più.
Una coppia (im)perfetta
L’improbabile coppia di detective formata da Dulcie, ligia alle regole e alle procedure, e dall’imprevedibile e incontenibile Eddie sembra destinata solo a far impazzire la povera Dulcie, la nostra guida che pare l’unica davvero sana di mente in una comunità di personaggi bizzarri.
In realtà, come spesso accade accostando due personaggi diametralmente opposti, alla fine le due detective finiscono per compensarsi, offrendo prospettive complementari e risolvendo brillantemente il caso.
A Deadloch ci sono due tipi di abitanti: chi è nato e cresciuto sull’isola e chi è arrivato in cerca di un nuovo inizio.
I continui riferimenti a Sidney, da cui Dulcie e Cath si sono trasferite 5 anni prima come quasi tutti gli altri “forestieri” approdati a Deadloch, ci aiutano a inquadrare le due donne e tutti gli altri “scappati dalla città”, oltre a sottolineare come la Tasmania, isola di fronte alle coste australiane, da cui la separa lo stretto di Bass (largo circa 250 km). Ma è come se fosse un mondo a sé: un tipo di vita completamente diverso da quello australiano, immerso nella natura e abituato alla convivenza fra persone e fauna locale (nel caso di Deadloch, la foca Kevin combina non pochi grattacapi agli abitanti).
Tutto, sull’isola, sembra costruito per offrire spunti narrativi e divertimento, dalle performance artistiche noiose fino al sonno profondo alle strategie dei ben due giornalisti dell’isola impegnati a carpire informazioni succose alle detective e ad assistere alle conferenze stampa imbastite dalla sindaca per improbabili annunci riguardanti la vita cittadina.
Come in ogni detective drama che si rispetti, nonostante le frequenti incursioni nella commedia, anche in Deadloch ci sono una serie di sospettati le cui vite s’intrecciano mentre Dulcie ed Eddie, insieme a noi, cercano di delineare il disegno di quanto sta accadendo sull’isola.
E dopo l’inizio così travolgente, tanto da rischiare di sopraffarci, il ritmo narrativo diventa perfetto. Calibrato in modo davvero, davvero impeccabile.
Fino a una conclusione che si spalanca la porta per la seconda stagione, confermata, anticipandoci il nuovo caso che vedrà impegnate Dulcie ed Eddie. E dal quale non possiamo che aspettarci altri roboanti colpi di scena.