Fallout: una serie perfetta anche per i profani del videogame
Alla scoperta di Fallout dal punto di vista narrativo, senza l'esperienza del videogame
Siamo di fronte all’adattamento di un videogioco all’altezza di The Last of Us: anche per Fallout, infatti, non è necessario conoscere la storia del videogame per orientarsi.
Certo: il primo episodio è praticamente un film, con oltre un’ora e un quarto di durata e tanta, tanta carne al fuoco. Può risultare troppo da metabolizzare, per un profano della storia, ma è talmente ben fatto da risultare comunque coinvolgente.
Il dispiego di mezzi è evidente, sia nella parte più originale per chi non conosceva Fallout, ovvero quella ambientata nei vault, sia per le sequenze girate nel mondo post-apocalittico fra ghoul, cavalieri, scudieri e creature mutanti.
La trama di Fallout
Sono passati 219 dalla guerra nucleare che ha distrutto il mondo. Nel vault 33, uno dei rifugi sotterranei pensati per tenere i sopravvissuti al sicuro dalle radiazioni, Lucy sta per sposarsi. Il suo promesso viene dal vault vicino, il numero 32, e sembra anche avere un bell’aspetto. Ma le cose non vanno come previsto e Lucy si trova a dover lasciare la sua casa, l’unica che conosce, per avventurarsi in superficie. Incontrerà uno scudiero, aspirante cavaliere della Confraternita, si metterà sulle tracce della famigerata Moldaver e avrà a che fare con un cinico e spietato ghoul… La sua avventura la porterà a scoprire la verità sulla guerra che ha cambiato il destino dell’umanità, ma anche sulle vere origini della sua famiglia.
La recensione di Fallout: uno spettacolo che intrattiene e sorprende
Fallout è un drama post-apocalittico, con la giusta dose di humour ma anche con la giusta tensione narrativa. Gli 8 episodi, nonostante la durata impegnativa - tutti abbondantemente oltre l’ora - finiscono per volare. Gli effetti speciali sono strepitosi, tutto risulta credibile e, soprattutto, ogni cosa e ogni personaggio trovano una spiegazione, un senso preciso all’interno del disegno narrativo generale.
La storia si svolge fra il presente e il passato, quello prima della guerra che ha distrutto il mondo ma anche del periodo intercorso fra il primo tentativo di ricostruire una città e la sua successiva distruzione.
La natura autodistruttiva, avida ed egoistica dell’umanità è al centro di un dipinto ricco di sfumature.
Le sorprese non mancano, ci sono sufficienti colpi di scena e la protagonista, Lucy, è perfetta. Davvero perfetta in tutto. Gli occhioni spalancati di Ella Purnell (già vista in Yellowjackets) ci guidano alla scoperta di un mondo che per lei è completamente nuovo, mentre ai nostri occhi è il suo atteggiamento a essere inedito. I valori in cui è stata cresciuta, la sua capacità di adattamento e la sua determinazione ne fanno l’eroina perfetta in un mondo in cui gli eroi si rivelano essere i più insospettabili, così come i nemici. Mentre la perdita dell’innocenza per Lucy si disvela sotto il nostro sguardo, ammirato per Michael Emerson (l’indimenticabile Benjamin Linus di Lost) ma soprattutto per la sua testa.
La scelta di ambientare il passato in un futuro (per noi) che ricorda molto gli anni ’50 rimanda ovviamente all’era della Guerra Fredda, in una versione in cui le cose non sono andate come nel nostro mondo. Ma non per i motivi che chi conosce la storia potrebbe pensare.
Il tema del maccartismo - e della caccia alle streghe con la persecuzione ai danni di tutto l’ambiente di Hollywood - viene perfettamente incarnato dal personaggio di Cooper Howard, il sempre bravo Walton Goggins (l’indimenticabile Shane di The Shield). L’atmosfera del sospetto si ricostruisce episodio dopo episodio, con lo spettatore sempre più spiazzato dalle rivelazioni che arrivano e che cambiano drasticamente la nostra percezione dei vari protagonisti della storia.
Il grande Kyle MacLachlan (Twin Peaks, Velluto Blu, Dune) ci accoglie nel vault 33 per poi prenderci a schiaffi con un cambiamento di prospettiva di quelli che non si dimenticano.
Per chi, come me, non arriva dal videogame, Fallout rappresenta una storia affascinante, piena di plot twist affidati ai personaggi come nelle sceneggiature migliori: la nostra percezione del mondo narrativo cambia in base alla nostra percezione dei personaggi che lo popolano, rendendo l’esperienza emotivamente coinvolgente.
Entriamo nell’ambiente idilliaco e armonioso di un vault, una speranza di salvezza per l’umanità che si rivela essere lo strumento più classista e anti-democratico di sempre, senza contare la scelta di affidare agli scienziati la guida del mondo: altro che progresso…
Fallout segue una struttura narrativa classica, riferibile al paradigma hollywoodiano in tre atti ma costruito in modo da mescolare le carte e sorprenderci in momenti in cui non ce lo aspettiamo.
La scrittura rende merito a Geneva Robertson-Dworet, creatrice e showrunner che, dopo l’adattamento di Tomb Raider con Alicia Vikander e dopo Captain Marvel, ha finalmente accesso a una storia che le permette di esplorare la psicologia dei personaggi in modo da mostrarne l’abilità manipolatoria, le doti nell’adattarsi ma anche nel sorprendere sia gli avversari che il pubblico. Siamo un po’ come Maximus (Aaron Moten): fissiamo lo schermo ingurgitando popcorn, ma noi non fissiamo la scoperta di una cascata. Assistiamo a una serie che non vanifica il poderoso budget di 153 milioni di dollari (secondo Variety, o di 10-15 dollari per episodio secondo Collider). Un investimento massiccio che non delude e che si chiude nel classico modo in cui si chiude una prima stagione che già sa di meritarsi un seguito. E io lo aspetto a braccia aperte, voi no?
Rating: V.M. 14
Nazione: Stati Uniti d'America
Voto
Redazione
Fallout
Fallout è uno spettacolo che evidenzia l'enorme budget impiegato, con ottimi effetti speciali ma soprattutto con una struttura narrativa che intrattiene, diverte e non manca di inserire grande tensione.
Gli 8 episodi - di durata superiore alle serie standard - volano mentre assistiamo alle avventure di Lucy (la perfetta Ella Purnell) che la portano a perdere l'innocenza mentre si adatta alla vita nel mondo della superficie dopo essere nata in un vault con tutti i comfort.
Fra ghoul, cavalieri, scudieri, ciarlatani e scienziati pazzi, viviamo un colpo di scena dopo l'altro strutturato nel modo più coinvolgente per lo spettatore: ogni nuova prospettiva sul racconto viene dalla scoperta del vero ruolo di uno dei personaggi che credevamo di conoscere.
Impossibile annoiarsi e, nonostante l'iniziale complessità narrativa, impossibile non orientarsi anche se non si conoscono il videogame e la sua storia. Le tematiche classiche di western, fantascienza e war movie rientrano in un contesto in cui uno humour disincantato è il collante che mostra come la natura autodistruttiva, avida ed egoista dell'essere umano finisca per ripetersi nel suo eterno errore: pensare che il denaro e i beni materiali possano sostituire qualsiasi altro nobile scopo umano, scientifico o tecnologico.