Halo - La seconda stagione e la recensione delle prime 4 puntate
Spazio ai personaggi, alla tensione e al combattimento, salendo di livello rispetto alla prima stagione
Nella seconda stagione di Halo ritroviamo Master Chief John-117 al comando della squadra d'élite Spartan. A sei mesi dagli eventi di Raas Kkhotskha i Covenant stanno intensificando lo sforzo bellico e attaccano l'UNSC. A seguito di drammatici eventi su un desolato pianeta, John non riesce a liberarsi della sensazione che la guerra stia per cambiare radicalmente, spingendo al limite la sua posizione e i compagni ossessionato dalla ricerca degli Spartan scomparsi del Cobalt Team. Si ritroverà a rischiare tutto per dimostrare di avere ragione sui suoi superiori, stranamente fin troppo impegnati a convincere chiunque dei suoi vaneggiamenti. Privati delle preziose tute da combattimento, con pochi eroici Marine tenterà l'impossibile quando l'invasione busserà alle porte di casa.
Una travagliata produzione
Halo ha debuttato nel 2022 dopo 11 anni di travagliata lavorazione: la serie ha attraversato la pesante stasi del “development hell” con una prima uscita per il 2015, spostata poi al 2019 con Rupert Wyatt come regista e produttore esecutivo, slittata al 2020 esordendo infine nel 2022 con Otto Bathurst al posto di Wyatt in entrambi i ruoli. Aspettative altissime per la serie che comportavano un approccio particolarmente delicato rispetto ai videogiochi del franchise per evitare il rischio del fallimento. L'accoglienza non fu proprio entusiastica, con intrighi e le cospirazioni stile Game of Thrones che hanno rischiato di traghettare l'avventura live-action troppo al di fuori dei binari del mood e degli eventi gaming.
Dopo 2 anni la seconda stagione di Halo sembra proprio tentare di correggere ulteriormente il tiro con più azione e un tono più vicino a quello cui si ispira, rendendo più entusiasmante lo spettacolo delle prime 4 puntate, specialmente la quarta con la massiccia invasione Covennant e l'epica resistenza umana. Stavolta Pablo Schrieber ha molti più momenti in cui non indossa l'elmetto di Master Chief. Più in generale l'impressione che si ha da subito è quella di un sostanziale equilibrio tra sviluppo dei personaggi e sequenze action, galvanizzando e almeno in parte stimolando il ricordo delle partite in FPS.
Dove eravamo rimasti
La prima stagione di Halo si era conclusa con una serie di eventi importanti, a partire dall'uscita di scena della dottoressa Halsey (Natascha McElhone) ma soprattutto la fuga di Makee (Charlie Murphy) dopo aver salvato Master Chief, caduto in coma e sotto il controllo di Cortana. Elementi in apertura della prima puntata solo accennati, seguendo il team Spartan in una rovinosa missione di salvataggio di un villaggio di rifugiati.
Su questo terreno John si scontra con un'orda di Covenant in una battaglia dai labili confini a causa di una fitta nebbia, da cui scaturirà un mistero che metterà in discussione i suoi ideali e legami tra l'ONI (Office of Naval Intelligence), l'UNSC (United Nations Space Command) e gli Spartan. Tanta azione così come un solido sviluppo del team di Master Chief, con connessioni con il passato ma al tempo stesso distinguendosi per un superiore livello di tensione e viscerale coinvolgimento umano.
Spazio quindi anche al resto della squadra Silver a partire da Riz (Natasha Culzac), Kai (Kate Kennedy) e Vannak (Bentley Kalu), così come seguiamo le vicende di Soren (Bokeem Woodbine). C'è poi Kwan Ha (Yerin Ha) sempre parte della storia per meglio solidificare la narrazione della prima stagione. Nel cast c'è l'ingresso di Joseph Morgan nel ruolo di James Ackerson, successore del dottor Halsey nella gestione del programma Spartan: diverso elemento negativo che entra in scena già nel corso della prima puntata.
Ancora più coinvolgente
Le prime 9 puntate erano state sviluppate principalmente da Steven Kane (serie TV American Dad! ma soprattutto lo strepitoso The Last Ship), mentre per i nuovi 8 episodi sembra proprio si sia fatto tesoro dei feedback degli appassionati intervenendo con maggiore attenzione sui personaggi. Il nuovo showrunner David Wiener ha portato con sé una ventata di nuovi sceneggiatori tra cui Sarah McCarron, Marisha Mukerjee, Ahmadu Garba, Tom Hemmings e Basil Lee Kreimendahl. Anche grazie al consulente e produttore di videogiochi Kiki Wolfkill, incaricato di sovrintendere alla mitologia di Halo, il risultato narrativo appare più fresco, solido e agile. Peraltro l'unico regista che ritorna rispetto alla prima stagione è proprio Otto Bathurst, con due puntate curate in coppia con Debs Paterson.
La seconda stagione regge decisamente bene il confronto con la prima, benché permangano cali di ritmo e restino ampi margini di miglioramento nel rendere ulteriormente brillante il percorso avventuroso. Nonostante l'ampio budget a non convincere del tutto è la complessa computer grafica che circonda i personaggi, a partire dai guerrieri Spartan quando sono in corsa, lasciando un certo retrogusto posticcio (come durante l'addestramento di Riz nella seconda puntata), inaspettatamente più solidi i Covenant e le loro movenze.
Tra eroi e antagonisti in questa seconda stagione il divertimento si fa più solido, così come è più facile restare coinvolti dall'avventura di Master Chief e del suo eroico team nel disperato tentativo di evitare il collasso dell'umanità. Lo stesso Schreiber (apprezzato attore che ha già regalato perle clamorose nella serie American Gods, così come nell'adrenalinico Nella tana dei lupi) ha maggiore spazio per dimostrare tutto il carisma che lo contraddistingue, specie quando è senza casco.